Tolgono la patente con la pensione di accompagnamento?

Simone Micocci

13 Agosto 2025 - 09:45

Ecco cosa succede alla patente di guida se si percepisce l’indennità di accompagnamento. Quando si perde la possibilità di guidare (e quando no).

Tolgono la patente con la pensione di accompagnamento?

L’indennità di accompagnamento è un beneficio economico rivolto ai cittadini con invalidità totale o comunque che necessitano di assistenza quotidiana. Ragionevolmente, molti si interrogano sulla compatibilità di queste condizioni con la capacità di guida. Molte persone temono infatti di perdere la patente a causa della pensione di accompagnamento o addirittura rinunciano a richiedere il sostegno per non subire ulteriori limitazioni alla propria indipendenza.

In realtà, non esiste una correlazione automatica tra la patente di guida e l’indennità di accompagnamento, che non sempre va di pari passo all’idoneità psicofisica richiesta al volante. Non si può nemmeno dire, tuttavia, che la patente sia sempre salva anche in caso di percezione della pensione di accompagnamento, perché esistono dei casi in cui effettivamente viene tolta. Ecco cosa prevede la legge.

Tolgono la patente con la pensione di accompagnamento?

Come anticipato, l’indennità di accompagnamento e la patente di guida non hanno alcun collegamento automatico fra loro. Richiedere o anche percepire il beneficio economico non pregiudica necessariamente la capacità di guidare in sicurezza. La perdita della patente può avvenire indirettamente, a causa della stessa condizione medica che consente di percepire la pensione di accompagnamento. Ogni caso viene valutato in maniera specifica, considerando le effettive difficoltà subite dal cittadino nella vita quotidiana.

La necessità di assistenza potrebbe di fatto accompagnarsi alla perdita dell’idoneità alla guida, ma è importante sapere che non è sempre così. Patente e indennità non sono incompatibili, perché riguardano aspetti diversi e rispondono a criteri altrettanto differenti. A conferma di ciò c’è anche il parere del ministero della Salute del 21 marzo 2016, secondo cui appunto “se la patologia della persona richiedente la patente di guida, pur beneficiaria dell’indennità di accompagnamento, è tale da consentire la possibilità di una guida in condizioni di sicurezza per sé e per gli altri, la patente potrà essere concessa o rinnovata”.

Cosa succede alla patente con l’indennità di accompagnamento

I cittadini che richiedono l’indennità di accompagnamento pur avendo la patente di guida non devono compiere alcuna formalità aggiuntiva per rispettare la legge. È infatti la stessa commissione medica chiamata ad accertare l’invalidità e le condizioni previste per l’erogazione dell’indennità a richiedere l’accertamento sulla patente di guida, che avviene mediante la visita presso la commissione medica locale.

Quest’ultima può determinare la validità della patente o meno, in base all’idoneità riscontrata nel paziente e indipendentemente dall’accompagnamento.

Quest’ultimo viene infatti riconosciuto alle persone mutilate o totalmente invalide che non riescono a deambulare senza aiuto e agli invalidi civili totali che necessitano di assistenza nelle operazioni quotidiane. Queste condizioni essenziali per il riconoscimento del beneficio non sempre si associano a una perdita della capacità alla guida, che dipende dalla vista, dai riflessi, dalla lucidità mentale e in parte dalla mobilità. Ovviamente può accadere che il cittadino non sia riconosciuto idoneo alla guida per la stessa patologia che gli garantisce il beneficio economico, ma non c’è una regola.

Per questo tipo di valutazione tutto dipende dallo stato di salute del soggetto e dai risvolti della condizione nella capacità di guidare in sicurezza. Le malattie che possono essere giudicate invalidanti per la guida sono diverse, ma quasi sempre l’idoneità dipende dalla valutazione del caso concreto. La guida può essere compromessa soprattutto in presenza di malattie cardiovascolari, malattie neurologiche, apnee ostruttive del sonno e diabete mellito. Anche l’assunzione di determinati farmaci può inibire la capacità di guida, a seconda delle indicazioni mediche. In ogni caso, i risvolti sulla patente non dipendono mai direttamente dall’indennità di accompagnamento, che è opportuno richiedere in caso di necessità.

Ovviamente, i cittadini non sono obbligati a richiedere l’indennità, ma sono tenuti a comunicare variazioni del proprio stato di salute che possano compromettere la guida.

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