Ancora diversi nodi devono essere sciolti prima che il Senato possa votare l’approvazione della Legge di Bilancio. Vediamo quali sono e il nuovo calendario.
La manovra ha ancora troppi nodi da sciogliere. Le proposte di modifica presentate dalla maggioranza devono essere esaminate e si deve verificare se ci sono le coperture necessarie. Nella giornata di ieri al ministero dell’Economia si è lavorato per esaminare i 400 emendamenti segnalati da maggioranza e opposizioni per fare in modo che il Governo possa formulare il proprio parere su ognuno.
Alcune misure sembrano già blindate come la questione dell’oro della Banca di Italia che sarà di proprietà del popolo italiano pur essendo conservato nella banca centrale, o come la questione
dell’iperammortamento che è previsto per tre anni. Resta invariata la tassa di due euro per i pacchi spediti dai Paesi extra Ue con valore fino a 150 euro.
Ci sono misure, invece, per le quali non si trovano coperture e che rischiano di essere escluse dalla manovra. Vediamo quali decisioni devono essere prese entro breve.
Le misure senza copertura
Sembrerebbero destinate a rimanere fuori dalla manovra per la mancanza di coperture misure come la proroga dell’Opzione donna e il nuovo semestre di silenzio assenso per permettere di destinare il Tfr verso i fondi pensione complementari.
I soldi sono stati trovati, invece, per Roma capitale che è esclusa dal fondo perequativo.
La manovra ha i tempi molto stretti e proprio per questo motivo da oggi si proseguirà con un esame a oltranza con convocazioni anche in seduta notturna fino al 20 dicembre alle 9. A quell’ora il testo della manovra dovrà passare al voto del Senato per poi essere trasferito alla Camera che dovrà approvare il testo senza modificarlo, tra il 25 e il 26 dicembre. Solo in questo modo si riuscirà a rispettare il termine del 31 dicembre per la pubblicazione, che permette alla Legge di Bilancio 2026 di entrare in vigore dal 1° gennaio 2026.
Per tagliare i tempi della discussione si potrebbe ricorrere al voto di fiducia nel Governo. Negli ultimi anni la maggior parte delle manovre sono state approvate con il voto di fiducia. L’ultima volta che è stata approvata senza era il 2013. Nel 2024, invece, l’approvazione avvenne senza voto di fiducia, ma era in prima lettura alla Camera.
A preoccupare il Governo, in questo momento, non sono tanto le opposizioni, anche se Elly Shlein ha affermato che nella manovra non ci sono misure per far ripartire il Paese, quanto i malumori nella stessa maggioranza. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, infatti, si sta scagliando contro la tassa sul contante che innalza il limite oltre i 5.000 euro sostenendo che se un privato vuole usare i propri soldi deve poterlo fare come meglio crede e senza pagare tasse.
I nodi ancora da sciogliere
I 3 nodi ancora da sciogliere sono nello specifico:
- 1) pagamenti pubblici ai professionisti: un emendamento riformulato dal Governo stabilisce che le parcelle dei professionisti che lavorano o hanno lavorato per la pubblica amministrazione debbano essere bloccate in caso di debiti con il Fisco o irregolarità contributive. In molti non approvano la norma (anche all’interno di Fratelli d’Italia) ed è stato presentato in Commissione Bilancio un emendamento soppressivo;
- 2) prelievo sulle banche: non ci sarà un ulteriore aumento sul contributo che la manovra chiede a banche e assicurazioni oltre l’aumento dei due punti percentuali dell’Irap e il contributo fornito con il nuovo taglio alla deducibilità degli accantonamenti pregressi;
- 3) tassa sui pacchi: sembra essere confermato il contributo di 2 euro da chiedere sulle spedizioni di valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra Ue, ma qualche giorno fa il Consiglio europeo ha deciso di inserire da luglio 2026 un dazio di 3 euro sulla stessa tipologia di spedizioni. La sovrapposizione potrebbe essere evitata prevedendo il contributo richiesto dall’Italia solo da gennaio a giugno 2026.
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