Pensioni, ad agosto arriva un ricco aumento. Ma non per tutti

Simone Micocci

3 Luglio 2025 - 09:46

Pensioni, in arrivo un ricco aumento. Ad agosto scattano i primi rimborsi Irpef, ma attenzione alle trattenute.

Pensioni, ad agosto arriva un ricco aumento. Ma non per tutti

Messa da parte la pensione di luglio con il pagamento della quattordicesima, è arrivato il momento di guardare al prossimo cedolino dove è in arrivo il conguaglio Irpef per coloro che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi. Un’operazione che in alcuni casi può portare a un ricco aumento della pensione, mentre in altri può invece determinare un debito che verrà trattenuto dai successivi cedolini.

L’identikit di chi gode dell’aumento della pensione di agosto, in pagamento il primo giorno del mese, è piuttosto chiaro: si tratta di coloro che sono esclusivamente titolari di pensione che con la dichiarazione dei redditi hanno effettuato la comunicazione necessaria per godere delle detrazioni previste. In questo modo l’Irpef già trattenuta dall’Inps, in qualità di sostituto d’imposta, lo scorso anno, è risultata più alta di quella effettivamente dovuta, con il Fisco che quindi dovrà rimborsare quanto pagato in più.

Discorso differente per chi invece, oltre a essere titolare di pensione, ha anche altri redditi estranei all’Inps. La presenza di una doppia Certificazione Unica, infatti, determina in molti casi un debito Irpef dal momento che l’Istituto ha calcolato l’imposta dovuta solo su una parte di reddito percepito. Viceversa, quindi, con il conguaglio scatta l’obbligo di versare quanto ancora manca, il che può essere fatto in un’unica soluzione oppure a rate, a seconda di quella che è la modalità indicata con il modello 730/2025.

A tal proposito, va detto che il conguaglio Irpef parte ad agosto ma non per tutti. Per rientrare nella platea di persone che l’1 agosto ricevono l’aumento, oppure dovranno iniziare a pagare, bisogna infatti aver presentato la dichiarazione dei redditi entro una certa scadenza, altrimenti bisognerà attendere i mesi successivi.

Vediamo quindi quando è atteso il conguaglio Irpef sulla pensione a seconda di quando è stato inviato il modello 730/2025.

Quando arriva il rimborso della dichiarazione dei redditi sulla pensione

Prima di tutto è bene chiarire che le tempistiche relative ai rimborsi interessano solo i pensionati che hanno inviato la dichiarazione dei redditi tramite il modello 730/2025, indicando l’Inps come sostituto d’imposta.

Dallo scorso anno, infatti, è possibile anche trasmettere il 730 senza indicare il sostituto, chiedendo all’Agenzia delle Entrate di effettuare il pagamento del credito. In questo caso, tuttavia, la liquidazione avverrà più tardi, come vedremo tra poco.

Concentriamoci quindi su chi ha scelto la modalità tradizionale, ossia l’Inps come soggetto incaricato di anticipare l’eventuale rimborso risultante dalla dichiarazione o di trattenere eventuali somme in caso di debito. Quest’ultimo scenario riguarda, ad esempio, i pensionati che percepiscono anche redditi da lavoro, quindi con una doppia Certificazione Unica per il 2024.

In questi casi, la regola prevede che il pagamento o la trattenuta avvengano nel secondo mese successivo a quello in cui l’Inps riceve il prospetto di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tutto dipende, quindi, dalla data in cui è stato effettivamente inviato il 730.

Nel dettaglio, chi ha trasmesso la dichiarazione entro il 31 maggio riceve il rimborso sicuramente nel cedolino di agosto, dato che l’Inps riceverà il prospetto entro il 15 giugno. Anche chi ha fatto il 730 entro il 20 giugno ha buone possibilità di ottenere il pagamento in tempo per l’erogazione dell’1 agosto, poiché il termine per la trasmissione del prospetto è fissato al 29 giugno.

Per coloro che inviano la dichiarazione tra il 21 giugno e il 15 luglio, il rimborso sarà invece visibile sulla pensione di settembre. Quando la trasmissione avviene tra il 16 luglio e il 31 agosto, l’importo verrà liquidato nel mese di ottobre. Chi aspetta fino all’ultimo momento utile, ossia il 30 settembre, riceverà il rimborso nel cedolino di novembre.

Attenzione, però: quando il rimborso supera i 4.000 euro, queste tempistiche possono non essere rispettate. In questi casi, infatti, l’Agenzia delle Entrate effettua un controllo preventivo sul credito spettante, il che può comportare un rinvio del pagamento di uno o due mesi.

Per chi, invece, ha scelto di non indicare il sostituto d’imposta e ha optato per il pagamento diretto da parte dell’Agenzia, la liquidazione del rimborso slitta in ogni caso a dicembre 2025.

E la trattenuta?

Come anticipato, non è detto che dalla dichiarazione dei redditi ne risulti necessariamente un credito Irpef. Potrebbe succedere infatti che la particolare posizione fiscale del pensionato, ad esempio per chi al tempo stesso presta anche attività lavorativa, abbia fatto risultare un debito Irpef.

In tal caso ci sono due opzioni, delle quali bisogna dare indicazione nella dichiarazione dei redditi stessa:

  • o si accetta che la trattenuta dell’importo dovuto venga effettuata interamente su un cedolino (e su quelli successivi, nel caso in cui non ci sia sufficiente capienza);
  • o in alternativa si chiede una rateizzazione dell’importo, potendo dilazionare il pagamento fino a novembre 2025.

In entrambi i casi la prima trattenuta viene effettuata secondo le stesse tempistiche dell’eventuale rimborso del credito Irpef, quindi a partire dal rateo di agosto per chi ha inviato il modello 730/2025 entro il 20 giugno scorso.

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