Chi è Klaas Knot, prossimo presidente BCE dopo Lagarde? Falco sui tassi e contrario ad appelli Italia salva BTP

Laura Naka Antonelli

3 Ottobre 2025 - 17:07

All’attuale presidente della BCE Christine Lagarde il falco olandese Knot, che si è messo anche contro Draghi, contrario a salvare i BTP, piace. Sarà lui il prossimo presidente?

Chi è Klaas Knot, prossimo presidente BCE dopo Lagarde? Falco sui tassi e contrario ad appelli Italia salva BTP

Sarà Klaas Knot, ormai ex governatore della Banca centrale dell’Olanda De Nederlandsche Bank ed ex esponente del Consiglio direttivo della BCE, a prendere il posto di Christine Lagarde, attuale presidente della Banca centrale europea, a partire dalla fine del 2027?

La sua possibile nomina a prossimo numero uno dell’istituzione potrebbe non essere una buona notizia per l’Italia, in particolare per i suoi BTP.

Klaas Knot è noto infatti per essere stato tra i falchi più agguerriti della BCE, dunque tra quelli che più di tutti hanno auspicato rialzi dei tassi significativi, negli anni in cui l’inflazione dell’area euro è andata su di giri, galoppando ai ritmi record della sua storia.

Klaas Knot, il banchiere (ex) falco della BCE che ha sponsorizzato rialzi dei tassi e fine QE di Draghi

Non solo: Knot ha fatto parte della cerchia dei banchieri centrali che, più tra tutti, hanno auspicato nel 2022 la fine del QE-Quantitative easing e il via al piano di QT-Quantitative Tightening, tra l’altro riuscendoci.

La decisione di dire stop al bazooka monetario del QE è stata infatti presa, per poi essere annunciata dall’intero Consiglio direttivo della Banca centrale europea in data 15 dicembre 2022: una data che ha fatto la storia del governo Meloni (appena entrato in carica nell’ottobre di quell’anno) e della stessa BCE, visto che la notizia dell’avvento del QT si è tradotta in una carica di sell sui BTP e in una impennata dello spread BTP-Bund, nel bel mezzo di commenti contro Lagarde, anche piuttosto pesanti, che sono arrivati sia dal leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che dal ministro della Difesa Guido Crosetto.

È stato quello il giorno a cui si fa risalire la crociata del governo Meloni contro la politica monetaria della BCE di Christine Lagarde, che è andata avanti per un po’ di tempo, almeno fino al 6 giugno del 2024, quando l’esecutivo italiano ha iniziato a sotterrare l’ascia di guerra, in concomitanza con l’inizio del ciclo di allentamento monetario avviato da Francoforte, andato avanti con otto tagli dei tassi che si sono fermati allo scorso 5 giugno.

Lagarde, mancano due anni all’addio alla BCE. Ma è lei stessa che fa il nome di Klaas Knot

Mancano ancora due anni al momento in cui la numero uno dell’Eurotower Christine Lagarde dovrà passare il testimone al suo successore.

Il suo mandato di presidente dell’Eurotower, che ha preso il via il 1° novembre del 2019 a seguito della fine dell’era della BCE guidata da Mr. Whatever It Takes Mario Draghi, scade infatti il 31 ottobre 2027.

Ma è stata lei stessa, nelle ultime ore, ad affrontare il tema di chi potrebbe prendere il suo posto, facendo proprio il nome di Klaas Knot: Klass Knot che ha lasciato la posizione di banchiere centrale dell’Olanda, e dunque di membro del Consiglio direttivo della BCE, appena qualche mese fa, lo scorso giugno, e il cui impegno come banchiere centrale olandese e anche come esponente del Consiglio direttivo della BCE è stato ricordato oggi sempre da Lagarde, nel suo discorso “Monetary policy and financial stability: past lessons for future resilience””.

Prima di questo discorso ufficiale, Lagarde è intervenuta al podcast College Leaders in Finance, che sarà trasmesso domenica, rilasciando dichiarazioni che sono state riprese dall’agenzia di stampa olandese ANP.

E proprio da quelle dichiarazioni è emerso che, all’attuale numero uno della BCE, non dispiacerebbe affatto se fosse proprio il falco Klaas Knot a prendere il suo posto.

Lo conosco almeno da sei anni ”, ha detto Lagarde. “ Ha l’intelletto, la resistenza e la capacità di coinvolgere gli altri ”.

Nel commentare la carica di numero uno dell’istituzione che al momento riveste, e il ruolo che deve esercitare nel cercare di mettere d’accordo tutti gli esponenti del Consiglio direttivo della BCE, che sono banchieri centrali dei rispettivi Paesi dell’Eurozona, l’ex direttrice dell’FMI ha ammesso: “ Sono spesso tutti primedonne, e devi facilitarli tutti ”.

E proprio questa capacità di fare sostanzialmente da paciere, secondo Lagarde, l’olandese Klaas Knot ce l’ha anche se, in un momento in cui il toto nomine non è esattamente alle porte, “non è l’unico”.

Knot, il banchiere pro QT-Quantitative Tightening “anti” BTP e bond euro

Detto questo, il nome di Klaas Knot avrà fatto saltare sulla sedia diversi italiani, visto il suo DNA da falco sui tassi e anche sui bond: posizione che ha scatenato spesso la frustrazione di chi, in Italia, ha auspicato spesso una BCE più interventista, e sicuramente più propensa a preservare il QE-Quantitative easing - quello tradizionale concepito dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi - che ad annunciare il QT-Quantitative Tightening.

Una BCE, quella voluta dalle colombe di Roma, pronta in ogni momento a soccorrere l’Italia, e non solo con l’arma che molti hanno considerato subito spuntata: quella annunciata da Lagarde nel luglio del 2022, ovvero il presunto scudo salva BTP anti spread TPI, da molti interpretato allora e anche oggi alla stregua di un goffo tentativo di Francoforte di indorare la pillola del primo maxi rialzo dei tassi annunciato quel giorno, pari a ben +50 punti base (per coincidenza lo stesso giorno in cui cadde il governo Draghi).

In Italia di Klaas Knot si è parlato soprattutto in relazione alla sua determinazione a svestire la BCE dei panni della grande salvatrice dei BTP e dei bond euro, indossati per anni con il Quantitative easing di Draghi.

Già prima dell’annuncio del QT-Quantitative Tightening, il nome del banchiere centrale olandese era circolato ogni volta che veniva affrontata la grande scelta che da tempo assillava l’Eurotower: quella di ridurre il suo bilancio monstre, gonfiato a causa di tutti quei Titoli di Stato dell’Eurozona acquistati con il QE.

Della necessità che la BCE si liberasse dell’abitudine di fare da scudo ai BTP e al debito di altri Paesi dell’area euro Knot ha parlato fino agli inizi di quest’anno, nonostante la banca centrale avesse già decretato anche la fine dell’altro piano di QE, quello pandemico, ovvero del PEPP.

Knot ha tenuto comunque a ricordare che, dopo quello shopping di trilioni di euro di bond dell’Eurozona avvenuto nell’ultimo decennio, alla fine di gennaio del 2025 il bilancio dell’Eurotower contava ancora Titoli di Stato del valore di più di 4 trilioni di euro.

L’economista ha messo in evidenza nello specifico che “gli effetti collaterali potenziali dei piani di acquisti di asset, come prezzi degli asset gonfiati, allocazione inefficiente delle risorse, e rischi per il bilancio della banca centrale ”.

In quell’occasione, parlando da Amsterdam, il banchiere ha insistito sulla necessità di alzare la stessa asticella per rilanciare eventuali operazioni di QE, guardando al futuro, citando la sua view personale, secondo cui il Quantitative easing dovrebbe essere utilizzato in modo significativo nei casi in cui è necessario evitare i rischi deflazionistici (che, per la cronaca, qualcuno di recente è tornato ad agitare), ma “ non in modo eccessivamente persistente ”, in quanto, “nel corso del tempo, l’equilibrio tra i benefici e i costi tende a spostarsi”.

Quando Knot snobbò le critiche dell’Italia limitandosi a dire “spiacevoli le parole di Crosetto”

È stata solo una delle tante dichiarazioni da falco che Klaas Knot ha rilasciato in questi ultimi anni.

Tra queste, quella con cui snobbò del tutto le critiche dell’Italia al piano QT annunciato da Lagarde, quando parlò in una intervista a La Stampa della necessità di alzare ancora i tassi di 50 punti nelle riunioni successive della BCE del 2023, e quando si limitò, anche, a definire “ spiacevoli le parole di Crosetto ”, spiegando che la BCE non stava mettendo a rischio l’Italia e i suoi BTP, dal momento che stava semplicemente lavorando “nell’interesse di tutti”.

Diverse furono le occasioni, in quei giorni, in cui il banchieri ribadì il bisogno di continuare ad alzare i tassi dell’area euro, in quanto “il rischio di fare troppo poco” contro l’inflazione era “il rischio peggiore” che la Banca centrale europea doveva a suo avviso assolutamente scongiurare.

Il banchiere che si è messo anche contro la BCE di Mario Draghi. Decisioni “sproporzionate”

Knot si era messo prima anche contro la BCE di Mario Draghi.

Il banchiere centrale è noto infatti per avere attaccato la decisione dell’ex presidente della BCE ed ex presidente del Consiglio di annunciare, in data 12 settembre 2019, il primo taglio dei tassi dal marzo del 2016, che portò il tasso sui depositi a scendere ulteriormente in territorio negativo, fino a -0,5%.

Draghi decise in quell’occasione anche di riattivare il bazooka monetario della BCE, ovvero il Quantitative easing. La doppia mossa venne bocciata da Klaas Knot senza tanti giri di parole: sia la sforbiciata del costo del denaro che i nuovi stimoli di Quantitative easing vennero definiti “ sproporzionati rispetto alle condizioni economiche attuali”.

Se tra due anni fosse proprio Klaas Knot a prendere le redini della Banca centrale europea, come reagirebbe di conseguenza l’Italia?

Biografia di Klaas Knot. Dalla Banca centrale dell’Olanda alla presidenza della BCE?

Klaas Henderikus Willem Knot, questo il nome completo, 58 anni, è nato il 14 aprile 1967, a Bedum, in Olanda.

Dopo aver completato gli studi presso l’Andreas College di Drachten, ha studiato economia all’Università di Groningen. Ha poi conseguito un dottorato di ricerca, nel 1995, presso la stessa Università, presentando una tesi, avente per oggetto le differenze tra i deficit e i rendimenti dei Titoli di Stato tra gli Stati membri dell’UE.

A seguito del dottorato, Knot ha assunto la carica di economista senior presso la Banca centrale dell’Olanda, la De Nederlandsche Bank, di cui è diventato successivamente, per l’appunto, governatore.

Nel 1998 ho rivestito la posizione di economista presso il Dipartimento Europeo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) a Washington, per poi tornare nella De Nederlandsche Bank come responsabile del Dipartimento Strategie Bancarie e di Vigilanza.

Ha poi di nuovo lasciato l’istituzione nel dicembre del 2002 diventando responsabile dell’Autorità olandese per le Pensioni e le Assicurazioni, organismo che, nel 2004, si è fuso con la banca centrale.

A seguito di questa fusione, Knot è così tornato nella De Nederlandsche Bank, in qualità di direttore della Divisione delle Politiche di Vigilanza.

Il suo rapporto con la banca centrale olandese si è nuovamente interrotto nel 2009, anno in cui ha assunto l’incarico di direttore dei Mercati Finanziari e Vice Tesoriere Generale presso il Ministero delle Finanze olandese.

Klaas Knot è diventato governatore della banca centrale dell’Olanda il 1° luglio del 2011, anno a partire dal quale ha ricoperto di conseguenza anche la posizione di esponente del Consiglio direttivo della BCE, fino al giugno di quest’anno.

Non solo. Dal 2018 al 2021 Knot è stato vicepresidente del Financial Stability Board (FSB), per poi diventare numero uno della istituzione, prendendo il posto del predecessore Randal Quarles, negli anni comprsi tra il 2 dicembre del 2021 e il 1° luglio di quest’anno.

Prossima fermata, a questo punto, la presidenza della BCE a partire dall’ottobre del 2027? Una presidenza che magari farà rimpiangere all’Italia la Banca centrale europea guidata dall’attuale presidente Christine Lagarde, più volte tartassata da critiche di ogni tipo, in quanto accusata di non avere fatto abbastanza per blindare l’economia dell’Eurozona?

Una cosa è certa. Nel fare il nome di Klaas Knot come possibile prossimo numero uno della BCE, Lagarde si sarà attirata di nuovo più di un’antipatia da parte delle colombe italiane e di chi crede che la Banca centrale europea stia scherzando con il fuoco, ora che ha deciso di dire alt al ciclo del taglio dei tassi di interesse. A fronte tra l’altro di possibili nuovi shock che Lagarde stessa non ha negato che possano palesarsi e mentre si teme l’arrivo di una nuova crisi finanziaria.

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