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Riforma pensioni: pensioni donne, la proposta della Uil

lunedì 11 settembre 2017, di Stefania Manservigi

Mercoledì 13 settembre sindacati e Governo torneranno a incontrarsi per parlare nuovamente di riforma delle pensioni.

I temi rimasti da affrontare sono ancora molti, dall’aumento dell’età pensionabile alle pensioni delle donne.

Proprio la previdenza femminile dovrebbe essere oggetto di confronto tra le parti anche nel prossimo incontro, dopo quanto emerso durante l’ultimo confronto: i sindacati, infatti, non hanno apprezzato le misure di pensione anticipata proposte dal Governo, e rilanciano sulla necessità di garantire una maggiore flessibilità in uscita alle lavoratrici donne anche grazie al riconoscimento dei lavori di cura.

A tal proposito, la Uil ha avanzato una proposta all’esecutivo. Ecco tutte le novità.

Riforma pensioni: la proposta del Governo, i punti critici

Per il momento, per quanto riguarda le pensioni delle donne, il Governo sarebbe intenzionato a riconoscere uno sconto contributivo alle lavoratrici madri per facilitare l’accesso delle stesse all’Ape sociale.

Gli interventi del Governo, dunque, non sarebbero indirizzati a tutte le donne ma solo a quelle in possesso dei requisiti anagrafici per poter accedere all’Ape sociale: il bonus consisterebbe in uno scontro contributivo di sei mesi per ciascun figlio, per un totale massimo di due anni.

Proposta questa che non ha soddisfatto né la platea delle lavoratrici donne che attendono risposte dall’esecutivo, né i sindacati che da mesi chiedono al Governo la necessità del riconoscimento dei lavori di cura.

L’ipotesi del Governo, qualora dovesse trovare spazio nella Legge di Stabilità, risulterebbe essere fortemente discriminatoria nei confronti di quelle donne che, pur non avendo figli, si ritrovano comunque ad essersi divise tra vita personale e professionale.

Resta inoltre la questione dell’età anagrafica: con il mancato inserimento della proroga di Opzione donna nella scorsa Legge di Stabilità, resta critica la posizione di tutte quelle donne che, pur avendo maturato molti anni di contributi, non hanno l’età anagrafica necessaria per accedere all’Ape sociale e alle altre misure di pensione anticipata.

Riforma pensioni: la proposta della Uil

I sindacati sono compatti nel ritenere inadeguata la proposta avanzata dal Governo sulle pensioni delle donne, e faranno valere le ragioni di tutte le lavoratrici donne che attendono risposte.

Secondo i sindacati il Governo dovrebbe infatti muoversi nel solco di quanto stabilito dalla Riforma Dini del 1995, che prevede la possibilità di chiedere l’accredito dei contributi pensionistici figurativa per le assenze dal lavoro per l’assistenza e l’educazione fino al sesto anno di età del proprio figlio in ragion di 170 giorni per ciascun figlio.

La Uil a tal proposito ha avanzato una proposta, per correggere quanto ipotizzato dal Governo, ritenuto insufficiente: prevedere 12 mesi di anticipo rispetto all’età legale per l’accesso alla pensione di vecchiaia per tutte le lavoratrici che abbiano avuto o adottato un figlio, che verrà accresciuto di 4 mesi per ogni figlio oltre il primo, fino a un massimo di 2 anni.

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