Stop alla pensione anticipata? Il governo allunga la finestra mobile: tra qualche anni sarà un’opzione per pochi.
Lo avevamo anticipato: dimentichiamoci misure governative volte ad alleggerire le regole per andare in pensione. Abbiamo persino smentito le dichiarazioni fatte dal sottosegretario al Lavoro, l’On. Claudio Durigon, che nei giorni scorsi aveva parlato della possibilità che il governo potesse bloccare l’aumento dell’età pensionabile per effetto dell’adeguamento con le speranze di vita comunque prima che ciò avvenga, quindi entro il 2027.
E oggi abbiamo conferma che la nostra posizione non era così distante dalla realtà dei fatti. Tra gli emendamenti alla legge di Bilancio 2026, infatti, ne figura uno - di stampo governativo - che interviene sì sulle pensioni ma non in maniera migliorativa come era stato auspicato da Durigon.
Il governo, infatti, interviene sulla pensione anticipata, quell’opzione che non richiede un’età minima per il collocamento in quiescenza in quanto basta aver maturato 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Un requisito destinato ad aumentare già nel 2027 per effetto di quanto disposto dalla legge Fornero in merito all’adeguamento biennale con le speranze di vita, ma non solo: perché nella manovra adesso si interviene sulle finestre mobili, ossia quel periodo che trascorre tra quando maturano i requisiti e il pagamento effettivo della prima rata di pensione.
Ecco perché tra qualche anno possiamo dire addio alla pensione anticipata per come la conosciamo, perché di fatto - se consideriamo anche l’allungamento delle finestre mobili che si andrà ad aggiungere ai prossimi adeguamenti con le speranze di vita - serviranno molti più anni di lavoro per andarci il che la renderà un’occasione davvero per pochi.
Pensione anticipata, cosa ha deciso il governo
Oggi per l’accesso alla pensione anticipata servono - come anticipato - 42 anni e 10 mesi di lavoro (o meglio, di contributi) - nel caso degli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.
Ma non basta. Perché se da una parte non è previsto un limite di età come nel caso della pensione di vecchiaia, dall’altro bisogna osservare un periodo di attesa più lungo rispetto all’opzione ordinaria per il collocamento in quiescenza. Se solitamente il primo assegno di pensione viene pagato nel mese successivo a quello in cui ne maturano i requisiti, per la pensione anticipata ne servono tre.
Tre mesi senza pensione quindi, periodo che molti trascorrono comunque al lavoro così da non ritrovarsi immediatamente senza un’entrata mensile.
Ed ecco la novità: tra qualche anno - a partire dal 2032 - tre mesi di attesa non saranno più sufficienti. La finestra mobile richiesta, infatti, passerà da tre a quattro mesi, per poi salire a cinque mesi nel 2033 e a sei mesi nel 2034.
Se a questo sommiamo che nel frattempo i contributi richiesti aumenteranno per effetto delle aspettative di vita, è ovvio che questa forma di pensionamento di “anticipata” avrà ben poco.
Come cambia la pensione anticipata nei prossimi anni
Come anticipato, già nel 2027 ci sarà l’aumento di un solo mese per la pensione anticipata che passerà a 42 anni e 11 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne, sforando così i 43 anni se consideriamo anche la finestra mobile trimestrale.
Nel 2028 poi ci sarà un ulteriore aumento di due mesi, arrivando così a 43 anni e 1 mese. Una sorta di “Quota 43” quindi, la cui crescita non è destinata a bloccarsi: secondo le previsioni Istat, infatti, ogni biennio ci sarà una crescita di altri due mesi per le speranze di vita il che avrà ovviamente conseguenze anche sui requisiti di pensionamento.
Nel 2029, quindi, si dovrebbe salire a 43 anni e 3 mesi, nel 2031 di altri 2 mesi e così via. Se a questo aggiungiamo che anche la finestra mobile è destinata ad allungarsi, si arriverà a dover lavorare per più di un anno ulteriore rispetto a oggi, come possiamo vedere dalla seguente tabella.
| Anno di pensionamento | Requisito contributivo* | Finestra mobile | Somma tra requisito contributivo e finestra mobile* |
|---|---|---|---|
| 2026 | 42 anni e 10 mesi | 3 mesi | 43 anni e 1 mese |
| 2027 | 42 anni e 11 mesi | 3 mesi | 43 anni e 2 mesi |
| 2028 | 43 anni e 1 mese | 3 mesi | 43 anni e 4 mesi |
| 2029 | 43 anni e 3 mesi | 3 mesi | 43 anni e 6 mesi |
| 2030 | 43 anni e 3 mesi | 3 mesi | 43 anni e 6 mesi |
| 2031 | 43 anni e 5 mesi | 3 mesi | 43 anni e 8 mesi |
| 2032 | 43 anni e 7 mesi | 4 mesi | 43 anni e 11 mesi |
| 2033 | 43 anni e 9 mesi | 5 mesi | 44 anni e 2 mesi |
| 2034 | 43 anni e 11 mesi | 6 mesi | 44 anni e 5 mesi |
* Un anno in meno per le donne
La tabella, quindi, rende evidente ciò che fino a poco tempo fa sembrava solo un’ipotesi: la pensione anticipata è destinata a perdere progressivamente la sua funzione. Già oggi, tra requisito contributivo e finestra mobile, servono oltre 43 anni di lavoro effettivo; nei prossimi anni questa soglia continuerà a salire, fino a superare i 44 anni complessivi entro il 2034.
L’effetto combinato dell’adeguamento alle speranze di vita e dell’allungamento delle finestre mobili produce un risultato chiaro: non solo si lavorerà più a lungo per maturare i requisiti, ma si dovrà attendere sempre di più anche dopo averli raggiunti. Una dinamica che svuota di significato l’idea stessa di “anticipo” e che trasforma questa opzione in una possibilità riservata a una platea sempre più ristretta di lavoratori con carriere lunghe e prive di interruzioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA