Con un post su Twitter Matteo Renzi attacca: “Promesse Berlusconi costano 157 miliardi, quelle di Di Maio 84 miliardi. Li coprono con i soldi del Monopoli?”.
Matteo Renzi inaugura la campagna elettorale vista la fine dell’attuale legislatura, con a breve l’annuncio da parte del Colle dello scioglimento delle Camere con le elezioni politiche 2018 che si terranno il prossimo 4 marzo.
Con un post al vetriolo su Twitter, Renzi ha infatti attaccato sia Silvio Berlusconi che Luigi Di Maio, rei di essersi spinti in promesse elettorali negli ultimi tempi che avrebbero alti costi senza spiegare dove troverebbero i fondi per le necessarie coperture.
Renzi e il Monopoli
Con Gentiloni che presto si recherà dal Presidente Mattarella, senza comunque rassegnare le proprie dimissioni, si può dire che la campagna elettorale delle prossime elezioni politiche possa essere considerata ufficialmente iniziata.
A piazzare la prima stilettata è il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, che con un cinguettio su Twitter ha ironizzato sulle promesse elettorali dei suoi due grandi sfidanti Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio.
Berlusconi e Salvini dicono reddito di dignità, pensioni a mille€, flat tax al 20%. Costo: 157 MILIARDI€. Grillo e Di Maio dicono reddito di cittadinanza (780€ mese per 9 milioni px). Costo totale: 84 MILIARDI€. Come li coprono? Coi soldi del Monopoli?
Berlusconi e Salvini dicono reddito di dignità, pensioni a mille€, flat tax al 20%. Costo: 157 MILIARDI€.
Grillo e Di Maio dicono reddito di cittadinanza (780€ mese per 9 milioni px). Costo totale: 84 MILIARDI€.
Come li coprono? Coi soldi del Monopoli? #campagnaelettorale— Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 dicembre 2017
Sotto accusa quindi c’è sia il programma elettorale di Forza Italia, con Berlusconi che ha parlato di reddito di dignità e pensioni minime a 1.000 euro, che quello del Movimento 5 Stelle dove invece il fiore all’occhiello è il reddito di cittadinanza.
Promesse elettorali
In campagna elettorale è prassi lasciarsi andare a promesse anche abbastanza improbabili. Fu proprio Silvio Berlusconi quando scese in campo, a inaugurare questo nuova sorta di “sport politico” con il famoso milione di posti di lavoro paventato.
Adesso il leader di Forza Italia ci riprova con il reddito di dignità, le pensioni minime a 1.000 euro pure per le casalinghe oltre che una flat tax al 20% e diversi tagli alle tasse anche per chi possiede animali domestici.
Il Movimento 5 Stelle invece ha da sempre come proprio cavallo di battaglia il reddito di cittadinanza, ovvero un assegno da 780 euro al mese per tutte le persone che vivono sotto la soglia di povertà.
A differenza però di quanto promesso da Berlusconi, il reddito di cittadinanza di Di Maio è comunque supportato da un piano di finanziamento attraverso tutta una serie di tagli. Il problema però oltre alla realizzazione delle sforbiciate, sono i costi: per i 5 Stelle ci vorrebbero 20 miliardi l’anno, Renzi invece parla di 84 miliardi.
Senza dubbio questa campagna elettorale si giocherà molto su quanto i vari partiti riusciranno a mettere sul piatto in materia di sostegno alle fasce più in difficoltà. Più che gli immigrati o la sicurezza, gli aspetti sociali e lavorativi sono quelli che più sembrerebbero stare a cuore agli italiani.
La mission di Matteo Renzi sembrerebbe quindi essere chiara: cercare di opporre alle promesse elettorale dei suoi avversari il realismo dei costi che queste comporterebbero. Concretezza quindi contro ipotesi spesso iperboliche.
Vedremo quindi cosa faranno gli italiani alle urne e quale strategia alla fine si rivelerà più azzeccata. L’unica cosa certa è che, visto gli inizi, sarà una campagna elettorale molto aspra visto i tanti attori principali in campo per una sorta di tutti contro tutti.
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