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Professoressa insulta poliziotti: per Renzi va licenziata, ma cosa rischia veramente?
mercoledì 28 febbraio 2018, di
È diventato virale il video della donna che lo scorso giovedì ha insultato violentemente i poliziotti in servizio schierati per separare il comizio del leader di Casapound - Simone Di Stefano - da una manifestazione di antifascisti.
La donna - che a Matrix ha dichiarato di essere un’insegnante - ha inveito contro i poliziotti in servizio con frasi offensive, arrivando persino ad augurare la loro morte. La donna era schierata dalla parte degli antifascisti, del corteo che sembra aver lanciato bombe carta con chiodi e detriti verso i poliziotti, i quali a loro volta si sono difesi con dei lacrimogeni.
L’insegnante si è poi presentata davanti alle telecamere di Matrix non pentendosi delle frasi rivolte ai poliziotti, anzi ha rincarato la dose dichiarando:
“Ho augurato la morte dei poliziotti perché in questo momento stanno difendendo il fascismo. Io mi sarei potuta trovare con il fucile in mano contro questi individui (Casapound, ndr) quindi non ho sbagliato ad augurare la loro morte”.
Come avrete certamente notato navigando su Facebook il video è diventato virale. La domanda che la maggior parte di persone si pone riguarda la professione della donna; come può una docente che si comporta in questo modo insegnare ai propri studenti valori come il senso civico e il rispetto delle autorità?
Secondo Matteo Renzi questo non è possibile; il candidato premier del Partito Democratico, infatti, rispondendo alle domande di Nicola Porro di Matrix ha dichiarato che “l’insegnante andrebbe licenziata su due piedi”. Renzi, ha definito le offese come “uno schifo”, che dimostrano che si tratta di una “persona pericolosa per l’educazione dei ragazzi che le sono affidati” e per questo meritevole di licenziamento.
Ma dal punto di vista disciplinare la donna rischia veramente il licenziamento? Oppure quanto successo lo scorso giovedì a Torino resterà impunito? Proviamo a scoprirlo.
L’oltraggio a pubblico ufficiale
Come prima cosa cerchiamo di capire se il comportamento della docente può essere in qualche modo sanzionato. Come potete vedere dal video l’insegnante insulta a più riprese i poliziotti in servizio, “colpevoli” a suo dire di difendere i fascisti.
Frasi come “mezza cartuccia” sono senza dubbio oltraggiose per i poliziotti, per non parlare delle altre affermazioni che non riportiamo per mantenere un certo decoro.
Sembrano sussistere, quindi, tutti i presupposti per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Questo, disciplinato dall’articolo 341 bis del Codice Penale prevede che:
“Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione fino a tre anni”.
La donna quindi potrebbe essere colpevole del reato di oltraggio a pubblico ufficiale e come tale rischia un periodo di reclusione fino ad un massimo di tre anni. Sempre l’articolo 341 bis però riconosce all’imputato il diritto di riparare al danno prima del giudizio.
Nel dettaglio, nel III comma del suddetto articolo del Codice Penale si legge che:
“Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di appartenenza della medesima, il reato è estinto.”
Naturalmente se alla fine l’insegnante verrà giudicata colpevole del reato descritto dall’articolo 341 bis del Codice Penale il licenziamento scatterà in automatico, poiché subirebbe l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Tuttavia, anche qualora non sussistano i presupposti per l’oltraggio a pubblico ufficiale ci potrebbe essere comunque il licenziamento; vediamo per quale motivo.
Quando un insegnante può essere licenziato?
Il licenziamento di un insegnante può avvenire quando questo commette un illecito disciplinare per il quale la legge - o il CCNL - prevede lo scioglimento del rapporto di lavoro, o anche quando viene accertata la sua incapacità professionale.
Nel caso di specie la docente durante il comizio non stava esercitando la sua professione, tuttavia ci sono diversi motivi per cui potrebbe essere licenziata:
- si è resa protagonista di un’azione violenta, aggressiva, minacciosa e ingiuriosa, per la quale è previsto il licenziamento (senza preavviso) del dipendente pubblico;
- ha arrecato danno all’onore e alla dignità di altri soggetti (ad esempio della scuola dove insegna).
Spetterà all’USR di riferimento comunque giudicare se quanto successo durante il comizio di Casapound dimostra l’incapacità professionale della donna e se questa merita il licenziamento.
È bene precisare che ciò non avverrà in automatico poiché verrà garantito il diritto di difesa della docente; vedremo se in tal caso questa continuerà a difendere il proprio operato - come fatto a Matrix - oppure se farà un passo indietro per preservare il proprio lavoro.