I debiti sono l’incubo di molti studenti delle scuole superiori, ma che succede se non si supera l’esame di riparazione di settembre? Ecco le conseguenze.
A settembre è tempo di esami di riparazione per gli studenti della scuola secondaria di II grado che al termine degli scrutini di giugno si ritrovano con il giudizio sospeso in attesa di recuperare i debiti scolastici prima del nuovo anno. Ma cosa succede se a settembre non si recuperano i debiti scolastici dopo aver affrontato le verifiche dell’esame finale di riparazione?
Gli studenti con giudizio sospeso sono coloro che hanno ricevuto una o più insufficienze in una o più materie al termine dell’anno scolastico e che devono, pertanto, dopo i corsi di recupero estivi, raggiungere la sufficienza con gli esami di riparazione a settembre, secondo il calendario predisposto dal ministero dell’Istruzione e del merito e al quale le scuole, organizzandosi internamente, devono attenersi.
Ecco, allora, cosa accade agli studenti che non recuperano i propri debiti scolastici a settembre.
Esami di riparazione e debiti scolastici: qualche statistica e le norme di riferimento
Con l’arrivo di settembre, quindi, per molti studenti delle scuole superiori italiane non si parla solo di rientro in classe, ma anche di esami di riparazione. I debiti formativi, infatti, restano una tappa temuta da tanti ragazzi: secondo i dati più recenti, circa un alunno su cinque conclude l’anno con almeno un debito da recuperare. Un numero significativo, ma in calo rispetto al passato, quando si sfiorava il 40%. Le materie più “a rischio” continuano a essere matematica e lingue straniere, seguite da discipline scientifiche e tecnico-professionali.
Le regole di base non sono cambiate: i riferimenti restano l’O.M. 92/2007, il D.P.R. 122/2009 e il D.M. 80/2007, che stabiliscono modalità di assegnazione dei debiti, obbligo per le scuole di organizzare corsi di recupero e la successiva verifica. La vera novità riguarda le tempistiche: per l’anno scolastico 2024/2025 gli esami di riparazione si svolgono fino all’8 settembre, con l’obbligo di comunicare gli esiti entro quella data. Alcuni istituti, per agevolare studenti e famiglie, hanno attivato corsi già a luglio, ma la scelta resta a discrezione delle singole scuole.
Il quadro normativo si è arricchito con la Legge n. 150/2024, che rafforza il ruolo dei docenti e aggiorna le linee guida sulla valutazione, incidendo anche sulle decisioni relative agli scrutini e agli esami di recupero.
Resta comunque una certezza: chi non supera il debito rischia la bocciatura, anche se il consiglio di classe può valutare casi particolari. Una sfida, insomma, che mette alla prova non solo la preparazione, ma anche la determinazione degli studenti. Andiamo nel dettaglio.
Esami di riparazione e mancato recupero dei debiti scolastici: bocciatura?
Non superare gli esami di riparazione a settembre non equivale automaticamente a bocciatura. La scuola organizza corsi estivi e prove di verifica per permettere agli studenti con sospensione del giudizio di recuperare i debiti formativi.
È il Consiglio di Classe, valutando il percorso, l’impegno personale, la partecipazione ai corsi e i progressi compiuti, a decidere se promuovere allo stesso anno o respingere lo studente, in un’ottica collegiale.
Di fatto, lo studente che si prepara per gli esami - tra corsi di recupero, studio autonomo o ripetizioni - spesso dedica gran parte dell’estate alla preparazione. Il risultato della verifica, anche se insufficiente, non esclude automaticamente la promozione, purché emergano segnali concreti di miglioramento - valutati, appunto, dal Consiglio di Classe.
Da evidenziare alcune novità normative fondamentali degli ultimi anni scolastici: un voto di condotta inferiore a 6 comporta la bocciatura automatica, mentre un 6 avvia un debito formativo, da colmare con un elaborato su educazione civica. Inoltre, lo studente può essere chiamato a recuperare un massimo di 3 debiti, sostenendo fino a tre prove estive. Infine, una recente sentenza del TAR Toscana del maggio 2025 ha chiarito che eventuali impegni lavorativi non giustificano l’assenza alle prove: se queste non vengono sostenute, la possibilità di ammissione è compromessa.
E se il debito scolastico si ripete per due anni consecutivi?
In sintesi, la bocciatura in caso di mancato recupero non è una regola meccanica. Ma se lo studente non recupera il debito scolastico nella stessa materia per due anni consecutivi? Anche in questo caso non è automatica la bocciatura.
Avere delle lacune che perdurano in una o più materie non significa necessariamente che il consiglio di classe opterà per la non ammissione alla classe successiva dello studente con giudizio sospeso.
I docenti andranno a considerare il quadro complessivo, la situazione generale dello studente in esame. La bocciatura, infatti, quasi sempre scatta già a giugno quando la situazione è drammatica e le insufficienze sono numerose e anche gravi.
Diversa è la situazione per gli studenti che frequentano l’ultimo anno della scuola superiore e che dovranno affrontare la Maturità. Costoro dovranno impegnarsi per recuperare nelle materie in cui sono carenti - anche dopo gli esami di riparazione sia che questi abbiano portato al recupero dei debiti scolastici sia che l’esito sia stato infausto - se non vogliono giocarsi l’ammissione ai prossimi esami di Stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA