Sciopero della scuola: domani, venerdì 3 ottobre, le lezioni sono a rischio. Proteste in tutta Italia.
Nuovo sciopero generale proclamato per venerdì 3 ottobre, poche ore dopo il blocco della Flotilla. Una decisione che, se confermata, rischia di portare alla chiusura delle scuole in gran parte d’Italia.
Causa una mobilitazione di 24 ore che coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati, compreso quello dell’istruzione, per studenti e insegnanti venerdì 3 ottobre potrebbe essere un giorno di vacanza, per quanto comunque non se ne ha ancora la certezza visto che solo nella mattinata di domani ogni dirigente scolastico prenderà una decisione in merito.
A differenza dello sciopero che si è tenuto il 22 settembre, che non ha avuto grandi risvolti per il settore della scuola, questa volta c’è una novità che potrebbe portare a uno scenario differente. Ci riferiamo all’adesione della Cgil, il sindacato con il maggior numero di iscritti tra insegnanti, personale Ata e dirigenti scolastici.
Si tratta di un elemento da non trascurare assolutamente, in quanto potrebbe determinare un’adesione più alta del solito e rendere quindi più difficile garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche.
E non è tutto, perché a complicare ulteriormente la situazione si aggiungono i disagi previsti nel settore dei trasporti, anch’essi in sciopero, che potrebbero ostacolare non solo gli spostamenti di studenti e famiglie, ma anche quelli degli insegnanti e del personale chiamato a garantire la continuità dei servizi.
Venerdì 3 ottobre rischia dunque di essere una giornata difficile per la scuola italiana, con una mobilitazione che si annuncia più partecipata e visibile rispetto a quelle del recente passato.
Perché il 3 ottobre le lezioni sono davvero a rischio
Come anticipato, lo sciopero generale del 3 ottobre 2025 si distingue dalle precedenti mobilitazioni perché non riguarda soltanto i sindacati di base ma coinvolge anche la Cgil, la sigla più rappresentativa nel mondo della scuola.
Questo significa che una quota consistente di insegnanti, personale Ata e anche alcuni dirigenti scolastici potrebbero aderire, riducendo sensibilmente la possibilità di garantire il regolare svolgimento delle lezioni. Infatti, quando a scioperare sono solo organizzazioni minori, l’impatto si limita spesso a qualche ora di lezione “di buco” o al massimo alla necessità di anticipare l’uscita degli studenti: ma la partecipazione di un sindacato confederale così radicato può cambiare lo scenario.
La certezza rispetto alla possibilità che la scuola resti aperta o chiusa la si avrà la mattina stessa dello sciopero: sarà il Dirigente scolastico a verificare le presenze effettive di docenti e collaboratori.
Se il numero sarà sufficiente, le lezioni andranno avanti, magari con orari ridotti o qualche supplenza improvvisata. Se invece dovesse mancare una parte consistente del personale, la scuola potrebbe trovarsi nell’impossibilità di garantire sorveglianza e continuità didattica, e il preside avrà la facoltà di chiudere temporaneamente l’istituto.
Quali sono gli obblighi degli insegnanti in caso di sciopero
Una situazione di incertezza che ovviamente non piace alle famiglie, le quali avrebbero bisogno di sapere con largo preavviso se le scuole restano aperte o meno. Per questo si chiedono se gli insegnanti non possano dire in anticipo se scioperano o meno, così che il Dirigente scolastico possa prendere qualsiasi decisione almeno con un giorno di anticipo.
D’altronde, in base all’articolo 3, comma 4, dell’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici, i dirigenti scolastici hanno il compito di invitare in forma scritta i dipendenti a comunicare se intendono aderire allo sciopero, se hanno deciso di non aderire o se non hanno ancora preso una decisione. Tuttavia, la norma è molto chiara nel definire questa comunicazione come un invito e non come un obbligo. Per questo motivo, nessun insegnante può essere costretto a dichiarare preventivamente la propria scelta: la comunicazione resta facoltativa e non può trasformarsi in un vincolo giuridico.
Gli insegnanti, quindi, non hanno quindi alcun obbligo preventivo nei confronti del dirigente scolastico: possono scegliere liberamente se comunicare o meno la propria adesione, esercitando un diritto costituzionalmente tutelato che non può essere in alcun modo compresso da ordini di servizio o circolari vincolanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA