Sciopero della scuola proclamato per lunedì 22 settembre. Quali conseguenze? Il regolare svolgimento delle lezioni è davvero a rischio? Facciamo chiarezza.
Come già spiegato, mercoledì 17 settembre è previsto uno sciopero simbolico che non avrà effetti sul regolare svolgimento delle lezioni. Il personale scolastico che aderirà all’iniziativa promossa da Usb incrocerà, infatti, le braccia soltanto nell’ultima ora di servizio. Si tratta quindi di una protesta che, nella maggior parte dei casi, non comporterà la chiusura delle scuole. Al massimo, in alcune situazioni isolate, i genitori potrebbero essere invitati a ritirare i figli con un’ora di anticipo.
Diverso il discorso per il nuovo sciopero proclamato per lunedì 22 settembre: una mobilitazione generale che potrebbe davvero portare alla chiusura delle scuole, laddove non sia possibile garantire i servizi minimi, sia per l’assenza dei docenti che per quella del personale Ata. A ciò si aggiungono i possibili disagi per i trasporti pubblici, anch’essi coinvolti nello sciopero, con il rischio possano esserci difficoltà a raggiungere la scuola o il posto di lavoro.
Ecco quindi tutto quello che c’è da sapere sullo sciopero di lunedì 22 settembre e sulle possibili conseguenze per le scuole.
Sciopero del 22 settembre nelle scuole, perché è stato proclamato e chi aderisce
In queste ore sui cancelli di molte scuole è comparso un cartello che ha spaventato i genitori: a poche ore dal rientro in classe, ecco che lo svolgimento regolare delle lezioni è già a rischio tanto nelle scuole dell’infanzia quanto in quelle primarie e secondarie.
La causa è lo sciopero generale di 24 ore indetto dai sindacati di base per lunedì 22 settembre, una mobilitazione che non riguarda soltanto il mondo della scuola ma numerosi settori chiave del Paese. A incrociare le braccia saranno infatti i lavoratori del trasporto pubblico locale, del settore ferroviario e della logistica, insieme al personale portuale, ai taxi e alle università.
L’iniziativa, promossa da Usb, Cub, Adl Varese e Sgb, nasce con l’obiettivo di esprimere solidarietà alla popolazione della Striscia di Gaza. Nelle università sono già stati annunciati sit-in e presidi, con la partecipazione attiva dei collettivi studenteschi, mentre negli istituti scolastici lo sciopero coinvolgerà docenti e personale Ata, mettendo in discussione il normale svolgimento delle lezioni.
La mobilitazione si annuncia quindi ad ampio raggio, con disagi previsti anche sul fronte dei trasporti: i treni si fermeranno dalle 21 del 21 settembre fino alle 21 del giorno successivo, mentre gli addetti alle autostrade sciopereranno dalle 22 del 21 alle 22 del 22 settembre. Le uniche eccezioni riguardano il settore aereo e aeroportuale, escluso dallo sciopero del 22 settembre poiché già interessato da precedenti proclamazioni.
Quanti insegnanti, Ata e dirigenti scolastici scioperano?
A differenza di quanto accade quando a proclamare la mobilitazione sono i sindacati confederali più rappresentativi, lo sciopero del 22 settembre è stato indetto da sigle minori come Usb, Cub, Adl Varese e Sgb.
Si tratta di organizzazioni che, nel comparto scuola, non hanno un peso paragonabile a Cgil, Cisl o Uil, motivo per cui l’adesione tra insegnanti, personale Ata e dirigenti scolastici dovrebbe restare piuttosto limitata.
Questo significa che, salvo eccezioni, non ci si attendono grandi disagi nelle scuole: nella maggior parte dei casi le lezioni si dovrebbero svolgere regolarmente, con la possibilità di qualche “buco” in orario o di un’uscita anticipata degli studenti, ma senza chiusure generalizzate.
Va comunque ricordato che la decisione finale spetta sempre al Dirigente scolastico. La mattina dello sciopero viene infatti effettuato un conteggio delle adesioni e, se il personale presente risulta sufficiente a garantire il servizio, le classi proseguono normalmente. Al contrario, se dovesse mancare una quota rilevante di docenti o Ata, il preside può stabilire la sospensione delle attività e tenere chiusa la scuola.
In ogni caso, trattandosi di sigle con bassa rappresentatività, lo scenario più probabile resta quello di scuole aperte e attività garantite, con disagi molto inferiori rispetto a scioperi proclamati dai sindacati maggiori.
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