Partite Iva: le possibili modifiche al regime forfettario

Federico Migliorini

5 Febbraio 2015 - 10:57

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Aumento delle soglie di ricavi e imposta sostitutiva al 10%. Ecco le ipotesi allo studio del Governo per la modifica del regime iva forfettario.

Partite Iva: le possibili modifiche al regime forfettario

Il regime Iva forfettario ancora non convince del tutto. Sono troppi i soggetti penalizzati da questo nuovo regime fiscale, che era partito con importanti propostiti ma che al momento ha davvero poco appeal. Per questo motivo il Governo nelle ultime settimane sta pensando a dei correttivi da apporre in corsa al regime per venire in contro soprattutto alle esigenze di professionisti, specialmente quelli iscritti alla gestione Inps (i più penalizzati).

Le proposte di modifica
L’intenzione di apportare modifiche al testo era stata annunciata già dopo l’approvazione della Legge di Stabilità direttamente dal premier Renzi. Sul tavolo del Governo ci sono due alternative diverse che dovranno essere attentamente valutate prima di portare in aula parlamentare la scelta definitiva.

La prima riguarda un possibile provvedimento che proroghi per tutto il 2015 il vecchio regime dei minimi con aliquota al 5%. In questo modo anche per tutto l’anno in corso sarebbe concesso ai soggetti che aprono partita Iva di beneficiarie della tassazione ultraridotta dei vecchi minimi e con soglie di ricavi o compensi a 30.000 €. uguali per tutti. L’obiettivo, in questo caso, sarebbe quello di prendere il tempo necessario per effettuare una revisione completa del regime forfettario, da effettuare nei provvedimenti attuati delle delega fiscale.

La seconda ipotesi su cui sta ragionando il Governo è quella di alzare le soglie dei ricavi o compensi in tutti i casi in cui risultino particolarmente penalizzanti. In questo senso si cercherebbe di elevare la soglia a tutte le categorie che attualmente si trovano al di sotto dei €. 30.000. Una modifica che andrebbe incontro a tuti i professionisti gli agenti di commercio e i lavoratori autonomi dell’edilizia che con il nuovo regime forfettario si sono visti dimezzare la soglia per l’accesso e la permanenza rispetto al precedente regime.

Lo sconto sul prelievo
La novità più importante potrebbe tuttavia riguardare l’abbattimento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva, attualmente fissata al 15%, che potrebbe scendere sino al 10%.
Il costo da pagare per ottenere questo significativo sconto di prelievo passa dall’eliminazione dell’agevolazione per commercianti e artigiani che entrano nel regime forfettario. Ad oggi questi soggetti possono optare per non versare più i contributi minimi, calcolando i propri contributi soltanto sul reddito effettivamente percepito nell’anno.

Il fronte dei contributi
Ultimo nodo che dovrà sciogliere il Governo è quello legato all’aumento dal 27% al 30% (a cui va aggiunto lo 0,72% di quota maternità) dei contributi previdenziali di professionisti iscritti alla gestione separata Inps.

Un rincaro che prevede una progressione a salire anche nei prossimi anni fino ad arrivare al 33% nel 2018. Anche su questo punto il Governo dovrà intervenire a breve, magari effettuando un nuovo congelamento dell’aumento, almeno per l’anno in corso.

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