Controlli del Fisco a tappeto per chi ha ristrutturato la casa. In arrivo lettere di compliance a 50.000 contribuenti, cosa cerca il Fisco e cosa si può rischiare?
In arrivo controlli a tappeto del Fisco per chi ha ristrutturato. Sono state annunciate 50.000 lettere di compliance per intensificare i controlli edilizi e verificare se i proprietari, dopo la ristrutturazione, hanno provveduto ad aggiornare la rendita catastale dell’immobile.
I controlli legati alle agevolazioni fiscali prestano una particolare attenzione agli interventi per la riqualificazione energetica delle case per individuare le irregolarità a livello catastale. Le stime parlano di 50.000 contribuenti che saranno attenzionati dal Fisco con lettere di compliance che segnalano preventivamente le eventuali incoerenze e anomalie riscontrate con l’invito a regolarizzare la propria posizione.
Su chi si concentrano i controlli a tappeto?
Il Fisco, attraverso le analisi automatizzate, riesce a confrontare diversi dati, come l’ammontare dei bonus edilizi fruiti (o ceduti per chi ha potuto sfruttare sconto in fattura e cessione del credito) e i dati catastali dell’immobile. In presenza di interventi dall’elevato valore rispetto alla rendita catastale scattano i controlli che, pur essendo di natura preventiva, portano il contribuente a dover regolarizzare la posizione.
La lettera di compliance, per sua natura, non è un vero e proprio accertamento. Tuttavia, se il contribuente la ignora, l’Agenzia delle Entrate potrebbe procedere con controlli più approfonditi che potrebbero portare come conseguenza la revisione della rendita catastale d’ufficio. In questo caso, però, il contribuente rischierebbe anche sanzioni che possono arrivare fino a 8.200 euro per ogni immobile.
Cosa contengono le lettere di compliance?
Nelle lettere che il Fisco invia a chi ha ristrutturato sono contenute tutte le informazioni necessarie al contribuente per regolarizzare la propria posizione e nello specifico:
- il codice identificativo della comunicazione, necessario per inviare eventuali chiarimenti al Fisco;;
- le anomalie rilevate;
- le indicazioni per accedere al proprio cassetto fiscale;
- le istruzioni per inviare chiarimenti tramite Civis.
Per chi riceve una delle lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate la prima cosa da fare è verificare l’esattezza della rendita catastale dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Se ci si rende conto che la stessa non è stata aggiornata o presenta delle anomalie, la cosa che conviene fare è correggere i dati segnalati per evitare di vedersi elevare una futura sanzione.
Va ricordato che se il contribuente entro 30 giorni non risponde può avviarsi l’accertamento d’ufficio e in questo caso sono elevate anche sanzioni, oltre alla revisione automatica della rendita catastale. Nei casi fino ad ora esaminati, come sottolinea Confedilizia, la rendita catastale dopo una ristrutturazione può aumentare anche del 15%, con tutte le conseguenze fiscali (su Imu e Irpef) che questo comporta.
In questi casi l’onere della prova ricade sul contribuente che ha beneficiato dei bonus edilizi. Se si trova di fronte a una contestazione sui crediti fiscali di cui ha fruito, ad esempio, deve dimostrare che i lavori effettuati li giustificano e che ha provveduto ad aggiornare la rendita catastale dell’immobile. Per assolvere all’onere della prova il contribuente deve ottenere planimetrie, perizie tecniche e pratiche edilizie.
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