Dichiarazione IVA 2025, come correggere gli errori segnalati dall’Agenzia delle Entrate

Nadia Pascale

4 Luglio 2025 - 11:00

L’Agenzia delle Entrate rende noto che in PEC arrivano Alert per la mancata presentazione della dichiarazione IVA 2025 e infedele dichiarazione nella compilazione dei quadri VE e VJ. Cosa fare.

Dichiarazione IVA 2025, come correggere gli errori segnalati dall’Agenzia delle Entrate

Dichiarazione IVA 2025, in arrivo le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate per correggere gli errori e le omissioni.

L’Agenzia delle Entrate con provvedimento del 3 luglio 2025 ha chiarito come correggere errori nella Dichiarazione IVA in caso di avviso dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è favorire l’adempimento spontaneo da parte dei titolari di partita IVA, vengono quindi segnalate anomalie riguardanti la mancata presentazione della dichiarazione IVA nei termini, o la mancata compilazione dei quadri VE (volume d’affari-operazioni attive imponibili, non imponibili ed esenti) compilazione del quadro VE con operazioni di valore inferiore a 1.000 euro, mancata compilazione del quadro VJ (fatture ricevute in Reverse Charge).

Ecco le istruzioni per correggere gli errori nella dichiarazione IVA e per il ravvedimento operoso.

In arrivo la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate per le anomalie nella dichiarazione IVA 2025

Da tempo si segnala la difficoltà dell’Agenzia delle Entrate nell’effettuare riscossioni coattive, proprio per questo si tende a favorire l’adempimento spontaneo attraverso la segnalazione di errori presenti nelle dichiarazioni. Gli errori generalmente segnalati sono quelli più facilmente individuabili attraverso controlli automatici sulle dichiarazioni e vedremo a breve che gli errori inerenti la dichiarazione IVA segnalati con Alert sono davvero facili da individuare con controlli standard automatici.

Alert Agenzia delle Entrate in PEC, cosa controllare

La prima cosa da ricordare è che attraverso l’uso della fattura elettronica l’Agenzia delle Entrate con sistemi automatici rileva subito la discrepanza tra la dichiarazione e le operazioni effettivamente compiute e già trasmesse alla banca dati dell’AdE.

L’Alert dell’Agenzia delle Entrate arriva tramite PEC (Posta Elettronica certificata) la comunicazione è, inoltre, sempre disponibile nel cassetto fiscale del contribuente.

Nell’Alert sono disponibili tutte le informazioni necessarie per individuare il contribuente. Inoltre, viene definita l’anomalia riscontrata. Nella comunicazione si indicano al destinatario le modalità per richiedere ulteriori informazioni o segnalare eventuali elementi, fatti e circostanze sconosciuti all’Amministrazione e che spiegano l’anomalia.

Il messaggio fornisce le istruzioni per regolarizzare errori e omissioni e beneficiare della riduzione delle sanzioni per l’omessa o incompleta dichiarazione Iva. La comunicazione inviata al contribuente è nella disponibilità anche della Guardia di Finanza. Può sembrare un dettaglio insignificante, ma in realtà la GdF può essere considerata il braccio lungo dell’Agenzia delle Entrate e di conseguenza questa “comunicazione” ulteriore fa capire che i tempi dell’accertamento nel caso in cui le anomalie non siano in qualche modo regolarizzate, saranno brevi.

Dichiarazione Iva tardiva e integrativa

L’Alert segnala come correggere gli errori. In primo luogo in caso di dichiarazione Iva non presentata entro il 30 aprile, ci sono ulteriori 90 giorni di tempo per adempiere prima che la stessa sia considerata omessa. In questo caso c’è tempo fino al 29 luglio 2025 per presentare la dichiarazione tardiva.

Presentando in ritardo la dichiarazione, occorre sanare con il versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni in misura ridotta prevista dal ravvedimento operoso nella formulazione successiva alle modifiche apportate dal Dlgs n. 87/2024 (Decreto Sanzioni).

Gli errori e le omissioni possono essere corretti con una dichiarazione integrativa a cui segue il versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni in misura ridotta anche in questo caso usufruendo del ravvedimento operoso nella versione successiva al Dlgs n. 87/2024.

Sanzioni omessa presentazione dichiarazione Iva 2025 e dichiarazione integrativa

Ricordiamo a tale proposito che il decreto Sanzioni prevede, in caso di presentazione tardiva della dichiarazione IVA, la sanzione oscilla da un minimo di 250 euro a 2.000 euro. La sanzione può essere ridotta con ravvedimento operoso, presentando la dichiarazione nel termine di 90 giorni si applica la riduzione della sanzione a 1/10 del minimo e quindi 25 euro (articolo 13, comma 1, lettera C, Dlgs 472 del 1997).

In caso di dichiarazione omessa, cioè presentata oltre 90 giorni, la sanzione è pari al 120% dell’imposta dovuta (prima si applicava una sanzione dal 120% al 240%). Anche in questo caso con il ravvedimento operoso ci sono le dovute decurtazioni.
Alla dichiarazione integrativa Iva si applica la sanzione del 50% della maggiore imposta dovuta, con un importo minimo di 150 euro. Anche in questo caso si può ottenere un’ulteriore riduzione a 1/10 della sanzione con ravvedimento operoso.

Provvedimento AdE 3 luglio 2025
Dichiarazione IVA 2025 omessa o infedele

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