Novembre mese di scadenze per le partite IVA, 55 miliardi di tasse da pagare

Rosaria Imparato

4 Novembre 2019 - 16:09

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Ondata di tasse e scadenze in arrivo a novembre per le partite IVA. La pressione fiscale sulle piccole e medie imprese è in costante aumento, secondo i dati forniti dalla CGIA di Mestre.

Novembre mese di scadenze per le partite IVA, 55 miliardi di tasse da pagare

Novembre è un mese pieno di tasse da pagare e scadenze fiscali da rispettare, soprattutto per le partite IVA. A sottolinearlo è l’Ufficio studi della CGIA di Mestre con il comunicato stampa del 2 novembre 2019.

A crollare sotto il peso della pressione fiscale, in aumento di anno in anno, sono soprattutto le piccole e medie imprese, che costituiscono il perno dell’economia italiana.

A rendere particolarmente di fuoco questo novembre per le partite IVA e per le imprese ci saranno scadenze disseminate dalla seconda metà del mese in poi, per un totale di gettito erariale previsto di 55 miliardi di euro.

Questo mese infatti sono previste numerose scadenze fiscali da tenere in considerazione, come i versamenti delle ritenute IRPEF e dei contributi previdenziali per i dipendenti e i collaboratori, ma anche i versamenti IVA mensili e trimestrali, le imposte sui redditi e le addizionali comunali/regionali IRPEF.

Particolarmente onerosa sarà, come al solito, l’IVA, ma la maggior parte dell’introito previsto arriverà dalle imposte sui redditi (Irpef, IRES, Irap ed imposte sostitutive).

Alcune delle scadenze, inoltre, cadendo in giorni festivi, slitteranno di qualche giorno.

I tecnici della CGIA di Mestre auspicano una semplificazione fiscale che vada oltre la digitalizzazione: è necessario un fisco più onesto e lineare, alleggerito dalla moltitudine di leggi, decreti, regolamenti e circolari.

Novembre mese di tasse per le partite IVA, previsti 55 miliardi di gettito per lo Stato

Secondo i calcoli fatti dalla CGIA di Mestre, grazie ai versamenti effettuati questo mese arriveranno nelle casse dello Stato ben 55 miliardi di euro.

L’imposta come al solito più onerosa per i lavoratori autonomi e le imprese è l’IVA, da cui sono previsti circa 15 miliardi di euro di introiti.

Ma a rendere particolarmente dispendioso il mese di novembre sono le imposte sui redditi.

Dall’acconto IRES che le società di capitali dovranno versare si aspettano 13,3 miliardi di euro.

11,9 miliardi di euro sono attesi dalle ritenute dei collaboratori e dei lavoratori dipendenti.

“Solo” 6,2 miliardi previsti dagli acconti IRPEF e 6,1 miliardi dall’IRAP.

L’addizionale regionale IRPEF garantirà ai Governatori 1 miliardo di euro, mentre quelle comunali permetteranno ai Sindaci di incassare 413 milioni.

Le ritenute d’acconto dei lavoratori autonomi garantiranno 950 milioni di gettito e infine 190 milioni rimarranno allo Stato dalle ritenute dei bonifici delle detrazioni IRPEF.

Le scadenze fiscali di novembre delle partite IVA

Novembre è sicuramente uno dei mesi più odiati dalle partite IVA, soprattutto dalle piccole e medie imprese, considerando l’elevatissimo numero di scadenze fiscali che cadono proprio in questo periodo.

Vediamo quali sono le scadenze a cui partite IVA e imprese dovranno far fronte durante il mese di novembre.

16 novembre (cadendo di sabato, però, slitterà a lunedì 18)

  • Versamento ritenute IRPEF dipendenti e collaboratori;
  • Versamento contributi previdenziali dipendenti e collaboratori;
  • Versamento IVA mese di ottobre per contribuenti mensili tramite modello F24;
  • Versamento IVA III trimestre (contribuenti trimestrali);
  • Versamento III rata contributi INPS artigiani e commercianti.

25 novembre, lunedì

  • Invio telematico elenchi Intrastat.

30 novembre (cadendo di sabato slitterà a lunedì 2 dicembre)

  • Versamento seconda o unica rata acconto IRPEF, IRAP, INPS;
  • Contribuenti IRES: versamento seconda o unica rata acconto IRES, IRAP;
  • Sostituti di imposta: invio telematico modello Uniemens (relativo ai dati retributivi e contributivi);
  • Esterometro: invio telematico all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate e ricevute a ottobre verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato;
  • Modello Unico e Modello IRAP;
  • Invio Lipe del terzo trimestre 2019.

Pressione fiscale in aumento sulle PMI, solo la Francia è peggio dell’Italia

In base ai dati analizzati dalla CGIA di Mestre, l’Italia è ai primi posti di ben due classifiche negative.

L’Italia arriva seconda nella classifica della pressione fiscale sulle PMI, superata solo dalla Francia, la cui percentuale è al 60,7%.

Nel Belpaese la pressione fiscale a cui sono sottoposte le piccole e medie imprese italiane è pari al 59,1%.

Un dato molto alto, soprattutto considerando la media europea pari a 42,8%, e i dati che riguardano la Germania (48,8%) e la Spagna (47%).

La seconda classifica non lusinghiera in cui l’Italia riesce comunque a comparire ai primi posti (insieme al Portogallo) è quella sulla difficoltà per il pagamento delle tasse: secondo la CGIA sono necessari 30 giorni all’anno per riuscire a fare tutto.

In media infatti si passano 238 ore all’anno per raccogliere le informazioni necessarie, completare tutte le dichiarazioni dei redditi e inviarle all’Agenzia delle Entrate, infine pagare online o presso gli uffici preposti.

Proprio per questo motivo la CGIA di Mestre (e non solo) si augura che la cosiddetta semplificazione del Fisco avvenga il prima possibile, sia come digitalizzazione delle procedure che come sfoltimento di tutte le leggi, decreti, regolamenti e circolari esplicative che popolano il nostro ordinamento tributario.

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