Oggi la BCE ha tagliato i tassi per l’ottava volta dal giugno del 2024. Il comunicato e la conferenza stampa di Lagarde. Money.it segue gli aggiornamenti in tempo reale.
Oggi, 5 giugno 2025, la BCE di Christine Lagarde ha annunciato di aver tagliato i tassi principali di riferimento dell’area euro di 25 punti base, come da attese.
Il taglio è stato l’ottavo dal 6 giugno 2024, giorno in cui la Banca centrale europea ha iniziato ad allentare la restrizione monetaria che aveva precedentemente varato negli anni 2022-2023 a colpi di continui rialzi dei tassi, quando era intenta ad affossare l’inflazione galoppante.
Per effetto della riduzione di oggi, il tasso sui depositi dell’area euro è sceso al 2% dal 2,25% precedente, mentre i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati abbassati rispettivamente al 2,15% e al 2,40%.
Ultimo taglio tassi BCE prima di una pausa? Lagarde non scioglie il dubbio
Chi sperava in una risposta da parte di Christine Lagarde alla domanda su cosa accadrà a questo punto ai tassi di interesse dell’Eurozona, dopo l’ottavo taglio dei tassi di interesse, sarà rimasto deluso.
In un momento in cui serpeggia sempre di più il dubbio che questo di giugno sia stato l’ultimo taglio, prima di una pausa che potrebbe durare un bel po’, Lagarde non ha dato, tanto per cambiare, una risposta chiara.
Motivo: la necessità che la BCE riesca a fare il punto della situazione, una volta che i dazi minacciati dal presidente americano Donald Trump, per ora in pausa, entreranno in vigore. L’ultima grande novità per l’Europa è arrivata con la decisione di Trump di imporre sui beni che gli Stati Uniti importano dal’UE dazi monstre del 50%. Le tariffe sono state tuttavia sospese fino al prossimo 14 luglio, per consentire alle controparti di raggiungere un eventuale accordo.
Dal canto suo, tallonata continuamente dalla domanda su un nuovo possibile taglio dei tassi nella riunione del mese di luglio, Lagarde è rimasta con la bocca cucita, rispondendo in modo anche un po’ confuso che, ai mercati allergici all’incertezza, non è piaciuto affatto.
La presidente dell’Eurotower ha detto infatti da un lato che, “ ci stiamo avvicinando alla fine dell’allentamento ” dei tassi. Dall’altro lato, per non rischiare evidentemente di esporsi troppo in una fase in cui nessuno si trova nelle condizioni tali da formulare previsioni attendibili, ha precisato che “ non sto confermando una pausa ”.
Detto questo, l’euro - che all’inizio della giornata di contrattazioni era rimasto inchiodato attorno alla parità nei confronti del dollaro - ha accelerato al rialzo, balzando di oltre mezzo punto percentuale (+0,55%), fino a $1,1478 circa.
A difesa di Lagarde, si può dire che la sua incapacità a essere più chiara si spiega con le troppe incognite che secondo qualche critico hanno già mandato e rischiano di mandare in tilt i banchieri centrali, in primis il presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
La decisione dell’amministrazione Trump di mettere in pausa quei dazi annunciati lo scorso 2 aprile, se da un lato ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli investitori, ha reso di fatto ancora più precaria la posizione in cui versano le banche centrali, incapaci al momento di calcolare i danni che la politica commerciale degli Stati Uniti provocherà ai fondamentali delle economie dei rispettivi Paesi.
Già nella conferenza stampa successiva all’ultima riunione di aprile della BCE, a fronte di chi aveva agitato la minaccia disinflazionistica che incomberrebbe sull’Eurozona - a causa dell’apprezzamento dell’euro, ma anche della possibilità che Paesi come la Cina particolarmente colpiti dalla furia dei dazi americani invadano l’Europa con le loro esportazioni - Lagarde non aveva escluso nulla, ammettendo da un lato che “non c’è dubbio sul fatto che ci troviamo di fronte a uno shock negativo sulla domanda”, e ricordando dall’altro lato l’arrivo di bazooka fiscali, da parte della nuova Germania di Friedrick Merz e dall’UE in toto, pronta ad aumentare le spese per la difesa.
Queste misure, aveva spiegato, potrebbero avere l’effetto di riaccendere di nuovo l’inflazione, che rimane tuttora l’ossessione della presidente dell’Eurotower. Anche oggi Lagarde ha ribadito che le previsioni sul trend dell’inflazione sono difficili da stilare, esattamente che sono più incerte del solito, lanciando tra l’altro anche un allarme sugli effetti che una frammentazione delle catene di approviggionamento globale potrebbero avere sul trend dei prezzi, spingendoli verso l’alto.
La conferenza stampa di oggi ha praticamente confermato il sospetto che tuttora continua ad assillare la BCE, ovvero che l’inflazione dell’Eurozona possa scendere, come sta d’altronde accadendo, per poi tornare tuttavia a riaccendersi.
C’è chi avverte, così come ha detto Lagarde stessa, che i dazi di Trump, una volta diventati attivi, potrebbero deprimere l’inflazione, ma solo per qualche mese. Successivamente, le pressioni inflazionistiche dovrebbero essere sostenute, per l’appunto, dalle misure di politica fiscale espansiva a cui l’Europa sta lavorando.
Occhio inoltre all’opinione dell’economista di UBS Reinhard Cluse: “Crediamo che la finestra per i tagli della BCE si chiuderà verso la fine dell’estate”, ha detto l’esperto, aggiungendo che “ è possibile che la BCE si trovi costretta ad alzare i tassi alla fine del 2026, per tornare a contrastare l’aumento dell’inflazione previsto per il 2027, a causa di un mercato del lavoro dell’Eurozona, in Germania, che attraverserà una fase di scarsità strutturale nel corso della transizione demografica”.
Va precisato infatti che, secondo le previsioni degli economisti, nel 2027 la Germania in particolare continuerà a far fronte al fenomeno della transizione demografica, caratterizzato da un calo della forza lavoro e dall’invecchiamento della popolazione: si prevede che il numero degli anziani di età pari a 80 anni o superiore continuerà a salire, fino a toccare 5,8 milioni nel 2027.
Il calo conseguente della forza di lavoro disponibile, secondo l’esperto di UBS, si confermerà dunque un altro fattore che rischierà di esercitare una pressione rialzista sull’inflazione dell’Eurozona, facendo scattare di nuovo sull’attenti la BCE.
Del rischio che la BCE sia vicina a staccare la spina al ciclo dei tagli dei tassi di interesse avviato l’anno scorso ha parlato di recente lo stesso governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, ammettendo che lo spazio per continuare a sforbiciare ancora il costo del denaro, di fatto, si è ridotto.
Infine, non è stato rassicurante il commento rilasciato subito dopo l’annuncio dell’ottavo taglio dei tassi da Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings, che ha detto che “ci sono validi motivi per ritenere che l’attuale ciclo dei tassi della BCE abbia probabilmente raggiunto il punto più basso, intorno al 2%, a condizione che l’economia europea riesca ad assorbire lo shock derivante dai dazi statunitensi senza subire gravi perturbazioni”.
Guardando al futuro, Broyer ha sottolineato che “l’evoluzione dell’inflazione potrebbe richiedere alla BCE di considerare nuovi aumenti dei tassi, potenzialmente già dalla fine del 2026. Questa previsione è sostenuta da fattori come il prossimo stimolo fiscale in Germania e i persistenti colli di bottiglia nel mercato del lavoro, che rappresentano rischi al rialzo per l’inflazione ”.
Va tuttavia ricordato che, nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, non sono mancati gli attenti rivolti a Lagarde sul rischio di star sottovalutando il pericolo rappresentato dai dazi di Trump e dallo stesso processo disinflazionistico.
Riunione BCE 5 giugno, in arrivo ottavo taglio tassi. Aggiornamenti in tempo reale di Money.it
La BCE di Lagarde, come da attese, ha annunciato di avere tagliato il tasso sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rispettivamente al 2%, 2,15% e al 2,40%.
Si è conclusa la conferenza stampa, prevista per le 14.45, con cui la presidente della BCE Christine Lagarde ha risposto alle domande dei giornalisti, commentando questa ultima mossa lanciata dalla banca centrale europea.
Oggi la BCE ha aggiornato anche le proiezioni economiche relative al trend del PIL e dell’inflazione dell’Eurozona.
Terminata la conferenza stampa di Christine Lagarde
Terminata la conferenza stampa con cui Christine Lagarde, presidente della BCE, ha commentato l’ottavo taglio dei tassi annunciato oggi dalla banca centrale europea. Lagarde ha fatto notare che “l’economia sta rispondendo piuttosto bene ai nostri interventi”, ricordando che l’anno scorso diversi erano stati gli allarmi sul rischio che l’economia dell’Eurozona cadesse in recessione.
Lagarde, al livello attuale dei tassi ben posizionati per navigare le condizioni di incertezza
“Con il taglio di oggi, crediamo di trovarci in una buona posizione per navigare le condizioni di incertezza che si presenteranno” nei prossimi mesi, ha detto Lagarde nel commentare il livello attuale dei tassi di interesse. Non solo. Lagarde ha detto che “ci stiamo avvicinando alla fine del ciclo di allentamento” della restrizione monetaria. Detto questo, ha aggiunto la presidente dell’Eurotower, “non sto confermando una pausa”.
Taglio tassi a luglio? Lagarde rimane vaga
Tallonata dalle domande su cosa farà la BCE nella prossima riunione di luglio, Lagarde ha ribadito che con una inflazione che sarà al 2% nel 2025 e nel 2027 e pari all’1,6% nel 2026 ma principalmente a causa dell’euro più elevato e dal calo dei prezzi energetici , ci troviamo in una “buona posizione” e che, sebbene non ci sia stata alcuna discussione su questo “concetto meraviglioso del tasso neutrale”, comunque la BCE “si sta avvicinando a quell’area”. “Determinata a completare il mio mandato. Punto”, ha aggiunto Lagarde, rimandando al mittente le indiscrezioni sulla sua decisione di lasciare in anticipo lo scranno più alto dell’istituzione.
BCE, Lagarde: nessuna discussione sul tasso neutrale
“ Non ci sono state discussioni sul tasso neutrale , in quanto quel tasso presuppone l’assenza di shock, quando invece siamo in presenza di diversi shock”. Lagarde ha avvertito allo stesso tempo che “una ulteriore escalation delle tensioni commerciali globali, associata a incertezze, potrebbe ridurre la crescita dell’area euro zavorrando le esportazioni e deprimendo gli investimenti e i consumi”.
BCE, Lagarde: un esponente del Consiglio direttivo ha votato contro. Determinata a completare il mio mandato
C’è stato un esponente del Consiglio direttivo della BCE che si è opposto alla decisione di oggi di tagliare i tassi di 25 punti base. Lagarde ha detto che la Banca centrale “è ben posizionata” in questo momento a navigare nell’attuale momento di incertezza. Ancora, ha aggiunto la presidente dell’Eurotower “dico in modo molto deciso che sono pienamente determinata a completare il mio mandato e a centrare la mia missione ”. La dichiarazione è stata rilasciata a seguito del diffondersi di alcune indiscrezioni, secondo cui Lagarde avrebbe affrontato la possibilità di lasciare in anticipo la presidenza della BCE, prima della scadenza del suo mandato.

BCE, Lagarde: spese difesa e infrastrutture potrebbero far salire inflazione in medio periodo
“ L’aumento delle spese per il settore difesa e per le infrastrutture potrebbe aumentare l’inflazione nel medio termine ”. Lo ha detto la presidente della BCE Christine Lagarde, nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi da parte della Banca centrale europea. Lagarde ha confermato l’intenzione dell’Eurotower di continuare a decidere la direzione dei tassi sulla base dei dati macro e di riunione e in riunione, confermando che la BCE è al contempo disposta ad agire con la flessibilità necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo dell’inflazione al 2% in modo sostenibile e nel medio termine.
Lagarde, dazi più alti e euro più forte potrebbero frenare le esportazioni euro
Gli ultimi “dati arrivati dai sondaggi indicano prospettive più deboli (per l’economia) nel breve termine”. Lo ha detto Christine Lagarde, nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi della BCE. Lagarde ha aggiunto che “i dazi (di Trump) più alti e che l’euro più forte potrebbero ostacolare le esportazioni. Allo stesso tempo, gli investimenti nel settore della difesa e nelle infrastrutture sosterranno la crescita”.
Iniziata la conferenza stampa di Christine Lagarde
È iniziata la conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi comunicato oggi dalla BCE, e che vedrà la presidente Christine Lagarde commentare la decisione di politica monetaria. Lagarde ha detto che la revisione al ribasso delle stime per l’inflazione headline del 2025 e del 2026 riflette principalmente l’euro più forte e il calo dei prezzi energetici, così come si legge nel comunicato della Banca centrale europea.
Goldman Sachs commenta annuncio taglio tassi BCE
Così Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management, commenta l’annuncio sui tassi arrivato oggi dalla BCE:
“In linea con le attese, la BCE ha tagliato i tassi dello 0,25%, portando il tasso sui depositi al 2,0%. Poiché l’incertezza legata al commercio continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro e la disinflazione underlying sembra destinata a persistere, ci aspettiamo altri due tagli dei tassi, che potrebbero portare il tasso sui depositi all’1,5% entro fine anno. Stiamo monitorando attentamente l’evoluzione fiscale e i flussi dei fondi pensione, che potrebbero creare opportunità interessanti per gli investitori nel reddito fisso”.
Taglio tassi BCE, finita l’era dei tagli? S&P, ecco quando torneranno a essere alzati
Così Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings, commenta l’ottavo taglio dei tassi dal giugno del 2024 appena annunciato dalla BCE:
“Ci sono validi motivi per ritenere che l’attuale ciclo dei tassi della BCE abbia probabilmente raggiunto il punto più basso, intorno al 2%, a condizione che l’economia europea riesca ad assorbire lo shock derivante dai dazi statunitensi senza subire gravi perturbazioni. Guardando al futuro, tuttavia, l’evoluzione dell’inflazione potrebbe richiedere alla BCE di considerare nuovi aumenti dei tassi, potenzialmente già dalla fine del 2026. Questa previsione è sostenuta da fattori come il prossimo stimolo fiscale in Germania e i persistenti colli di bottiglia nel mercato del lavoro, che rappresentano rischi al rialzo per l’inflazione. Vale la pena notare che le aspettative di inflazione dei consumatori hanno già iniziato a risalire, sottolineando la necessità di mantenere alta l’attenzione in materia di politica monetaria. L’euro è più forte di 10 centesimi rispetto al dollaro rispetto a quanto suggerirebbero i fondamentali. Ma non è qualcosa su cui la BCE possa, e debba, fare qualcosa, considerando che le attuali pressioni inflazionistiche (su alimentari e servizi) sono di origine interna”.
Borse europee accelerano lievemente al rialzo post annuncio tassi BCE, euro oltre $1,14
In attesa delle dichiarazioni che saranno proferite dalla presidente della BCE Christine Lagarde a partire dalla conferenza stampa, che inizierà alle 14,45 ora italiana, e dopo l’annuncio relativo all’ottavo taglio dei tassi da parte dell’istituzione dal 6 giugno 2024, il Ftse Mib di Piazza Affari recupera lievemente terreno, salendo dello 0,33%. In crescita dello 0,29% la borsa di Parigi, mentre il Dax di Francoforte si raffoza dello 0,45%. Lo Stoxx Europe 600 avanza dello 0,34%. In rialzo l’euro, che sale sul dollaro dello 0,20% circa, a $1,1438.
President Christine @Lagarde introduces the economic growth outlook for the euro area pic.twitter.com/XE3lpziWZz
— European Central Bank (@ecb) June 5, 2025
Il comunicato della BCE sul taglio dei tassi. Le nuove proiezioni su PIL e inflazione euro
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo.
Per quanto riguarda la crescita del PIL in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno. Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali.
In un contesto di elevata incertezza, i nostri esperti hanno anche valutato alcuni meccanismi attraverso i quali politiche commerciali differenti potrebbero influire su crescita e inflazione in alcuni scenari alternativi formulati a scopo illustrativo. Tali scenari saranno pubblicati unitamente alle proiezioni degli esperti sul sito Internet della BCE. In questa analisi di scenario, un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base.
Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica salariale, seppur ancora elevata, continua a mostrare un’evidente moderazione e i profitti ne stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione. Si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento.
Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025.
Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
I portafogli del PAA e del PEPP si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.
La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale)”.
La BCE taglia tassi euro come da attese, tasso depositi scende al 2%
Così come da attese, la BCE di Christine Lagarde ha annunciato di avere tagliato i tassi principali di riferimento di 25 punti base, facendo scendere i tassi sui depositi dal 2,25% al 2%.
Il punto sul grande dilemma per la BCE
Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco, presenta il grande dilemma della BCE, facendo notare che “per ora, con tassi di politica monetaria non ancora espansivi, vi sono chiari motivi per continuare a tagliare ”, in un contesto in cui “l’inflazione è scesa e la crescita rischia fortemente di risentire dell’incertezza sui dazi”.
Ma “guardando oltre i prossimi uno o due trimestri, la situazione potrebbe essere diversa” in quanto, in linea con quanto ha già detto la presidente della banca centrale Christine Lagarde, “con l’avvicinarsi della fine dell’anno, il consistente stimolo fiscale annunciato dalla Germania e la spesa per la difesa potrebbero svolgere un ruolo più importante nel sostenere la crescita ”. Di conseguenza, “a quel punto, la BCE potrebbe trovarsi di fronte a un compromesso tra l’attuazione di ulteriori stimoli monetari o il proseguimento degli stimoli fiscali ”.
Van Vliet ha spiegato che “la politica della BCE non è più restrittiva”, avvertendo tuttavia anche che questo “ non significa che la BCE non sia in grado di agire se necessario ”. Di fatto, è stata la stessa Lagarde di recente a sottolineare “che non essere restrittivi è “insensato” perché non viviamo in un “mondo privo di shock””. E, ha indicato l’esperto di Robeco, “gli annunci sui dazi degli Stati Uniti hanno chiaramente rappresentato uno shock di questo tipo”. Questo significa che la BCE può essere “agile” e che “Lagarde si sente libera di ridurre ulteriormente i tassi se necessario”, fermo restando che “la necessità di farlo dipenderà in gran parte dall’esito degli attuali negoziati commerciali tra l’UE e gli Stati Uniti e dal danno economico già causato dalla guerra commerciale ”.
Secondo Robeco, “le attuali condizioni di inflazione offrono margini per un ulteriore taglio dei tassi, ma per il momento la situazione economica sembra reggere abbastanza bene”. Di fatto, “gli indicatori anticipatori, quali l’indice PMI composito dell’Eurozona e l’indice Ifo sulle aspettative, sono rimasti su livelli modesti, senza registrare ulteriori cali”, fattore che “suggerisce che non è imminente la necessità di un allentamento al di sotto del livello neutrale. Lo staff della BCE stima che il tasso di deposito neutrale sia compreso tra l’1,75% e il 2,25% ”.
Van Vliet ricorda che “ il mercato ha prezzato un tasso di deposito di circa l’1,75% a fine anno , il che implica due ulteriori tagli di 25 punti base”. E guardando in avanti, “con il passare del tempo e dopo un taglio dei tassi di giugno, il mercato continuerà probabilmente a ritenere che potrebbero seguire ulteriori allentamenti” ed è di fatto “ più difficile immaginare uno scenario in cui venga prezzato un ritorno a una politica più restrittiva ”. Per Robeco, dunque, i rischi nei prossimi mesi saranno “orientati verso tassi inferiori a quelli attualmente prezzati”. Ma “ dopo l’estate, la situazione potrebbe cambiare ”, in quanto, a quel punto, “ un fattore positivo per la crescita potrebbe attirare maggiore attenzione: l’ampio stimolo fiscale tedesco ”.
Il commento dell’esperto su cosa farà la BCE dopo la riunione di oggi
In attesa del verdetto sui tassi della BCE, David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, scrive in una nota che le previsioni sono di un taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione di oggi del Consiglio direttivo, aggiungendo che, a suo avviso, l’Eurotower lascerà “ aperta la possibilità di un ulteriore intervento durante il meeting di luglio ”.
Secondo Chappell, “le indicazioni prospettiche saranno caute come nelle riunioni precedenti, ma la persistente incertezza sull’esito dei negoziati commerciali renderà probabilmente le prospettive di crescita ed inflazione favorevoli ad ulteriori interventi nei prossimi mesi ”.
Piazza Affari perde smalto, il Ftse Mib rallenta
Sale la tensione in vista dell’annuncio della BCE sui tassi, previsto per le 14.15 ora italiana. L’indice Ftse Mib riduce i guadagni, salendo dello 0,14%, a quota 40.136,38 punti. Rallentano anche le altre borse europee, con il Dax di Francoforte e il Cac di Parigi che avanzano di poco oltre lo 0,20%.
Piazza Affari e borse europee in rialzo, i titoli migliori e peggiori del Ftse Mib
Quando mancano poche ore al verdetto sui tassi della BCE, le borse europee rafforzano i guadagni, con l’indice Ftse Mib di Piazza Affari che, dopo un avvio cauto e in lieve ribasso, segna un progresso di quasi mezzo punto percentuale, salendo dello 0,43%, a quota 40.254,25 punti.
Sul listino benchmark della borsa di Milano svettano in particolare le azioni Buzzi, Leonardo, Interpump e Banca Popolare di Sondrio, mentre i sell colpiscono soprattutto i titoli Pirelli, Italgas, Enel e Snam. La borsa di Francoforte avanza dello 0,40% circa, così come anche la borsa di Parigi.
A Milano rimangono osservate speciali le azioni delle banche italiane, sulla scia delle ultime novità che hanno interessato il settore. Focus su UniCredit e Banco BPM, dopo la decisione della banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel di rinunciare alla richiesta di sospensiva sul golden power inoltrata al TAR del Lazio che, a questo punto, si limiterà a esprimersi sul merito dell’offerta. In evidenza l’ok ricevuto all’OPS dalla Commissione europea e le reazioni della preda BAMI, con le nuove dichiarazioni rilasciate dall’AD e dal presidente, rispettivamente da Giuseppe Castagna e Massimo Tononi. Il rialzo delle azioni di Banca Popolare di Sondrio si spiega con l’ok della Consob all’OPS lanciata sulla banca da BPER, che partirà a questo punto il prossimo 16 giugno.
Spread BTP-Bund sotto quota 100, i BTP di Meloni continuano a fare gola
Spread BTP-Bund a 10 anni in ribasso nel BCE Day, torna a scendere sotto la soglia psicologica dei 100 punti base, che aveva riagguantato nelle ultime sessioni, oscillando attorno a quota 98. I rendimenti dei BTP a 10 anni scendono al 3,48%, mentre i rendimenti dei Bund tedeschi sono poco mossi, viaggiando al 2,52%.
In evidenza le ottime notizie che continuano a interessare il mercato dei Titoli di Stato italiani. Ieri, l’emissione dual tranche avente per oggetto un nuovo BTP a 5 anni e la riapertura dei BTP Green ha raccolto una domanda di oltre 210 miliardi di euro: l’ennesima conferma di come i BTP di Meloni continuino a fare gola.
PIMCO, le previsioni sui tassi in attesa del verdetto di Lagarde
Nel commento “BCE, la fase di atterraggio” Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, ha confermato la view di un ennesimo taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea nella giornata di oggi, che porterà
il tasso sui depositi a scendere dall’attuale 2,25% al 2%, facendo notare che “ questa mossa rappresenta probabilmente l’ingresso della BCE nella fase finale del ciclo di tagli dei tassi , con il 2% considerato dalla maggior parte dei membri del Consiglio direttivo (CD) come il punto medio di un intervallo di politica monetaria neutrale per l’area euro”.
Il gestore di portafoglio ha indicato anche come il mercato attualmente stia “ scontando un tasso terminale di circa l’1,7% , che a nostro avviso sembra ragionevole”.
Veit ha menzionato quanto trapelato dalle minute della BCE relative alla riunione di aprile, ovvero il fatto che alcuni esponenti del Consiglio direttivo abbiano “espresso fiducia che la lotta contro lo shock inflazionistico sia quasi terminata ”. Detto questo, è anche vero che “stanno emergendo nuove sfide: gli annunci sui dazi statunitensi potrebbero influire negativamente sul sentiment e sull’attività, intensificando i rischi per una crescita già debole ”. Allo stesso tempo, “le pressioni sui costi sottostanti continuano a dissiparsi, con le pressioni salariali che si stanno attenuando un po’ più rapidamente del previsto. Inoltre, i prezzi più bassi dell’energia e una valuta più forte implicano un rischio al ribasso per la stabilità dei prezzi”. In vista delle nuove previsioni della BCE, PIMCO ritiene che il nuovo outlook segnalerà “un quadro macroeconomico più debole nel 2025 e nel 2026, con il 2027 sostanzialmente invariato e l’inflazione intorno all’obiettivo”. Cosa accadrà a questo punto nelle prossime riunioni?
Veit ha affermato che, “ guardando oltre giugno , riteniamo che le discussioni del Consiglio direttivo si concentreranno probabilmente sull’ appropriato orientamento della politica monetaria per il futuro e, in particolare, sulla necessità di adottare un orientamento decisamente accomodante per evitare che l’inflazione scenda al di sotto dell’obiettivo di stabilità dei prezzi nel medio termine ”.
Le previsioni sui tassi di PIMCO sono dunque piuttosto dovish, anche se l’esperto ha precisato che “l’attuale contesto lascia poco spazio per indicazioni prospettiche” e che, a suo avviso, il Consiglio direttivo manterrà “un orientamento reattivo piuttosto che proattivo e continui a ribadire che saranno i dati a determinare la linea d’azione da seguire nelle riunioni future”.
Forex in attesa della BCE, focus dollaro dopo calo per dati lavoro USA
Rapporto euro-dollaro ingessato attorno a $1,1417. In evidenza il calo del dollaro della vigilia, con il biglietto verde che è stato depresso dalla pubblicazione dal rapporto relativo alla creazione di nuovi posti di lavoro, negli Stati Uniti, nel settore privato.
Dal rapporto ADP è emerso che, nel mese di maggio, le buste paga sono aumentate soltanto di 37.000 unità, decisamente al di sotto dei 110.000 nuovi posti di lavoro che erano stati stimati dagli analisti interpellati dalla Reuters. I numeri di aprile sono stati rivisti inoltre al ribasso, dal precedente rialzo di 62.000 riportato, a una crescita di 60.000 unità.
Nella sessione di ieri, il dollaro è sceso immediatamente dopo la pubblicazione del dato, arretrando nello 0,6% nei confronti dello yen e dello 0,5% sull’euro, che è balzato fino a quota $1,1424.
Il biglietto verde ora recupera terreno sullo yen, con il cambio dollaro-yen USD-JPY in crescita dello 0,32%, a JPY 143,21. Il rapporto tra la sterlina e il dollaro GBP-USD avanza dello 0,07%, a $1,3566.
Borsa Milano la peggiore tra le borse europee
Trascorsa mezz’ora circa dall’inizio della giornata di contrattazioni, la borsa di Milano si conferma la più debole tra le borse europee, comunque tutte deboli. Il Ftse Mib arretra dello 0,11%, mentre il Dax della borsa di Francoforte è piatto, con una variazione pari a +0,04%, a quota 24.285,90 punti.
Meglio il Cac di Parigi, che segna un rialzo pari a +0,22%, a 7821,76 punti. L’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx 600, sale dello 0,12%, a quota 551,69 punti.
Piazza Affari, Ftse Mib sotto tono nel giorno della BCE
Avvio con i piedi di piombo per le principali borse europee, in attesa dell’annuncio sui tassi della BCE di Christine Lagarde. L’indice Ftse Mib di Piazza Affari segna un calo dello 0,13% circa, a quota 40.028,86 punti, penalizzato in particolare dai titoli Snam, Italgas, Hera. Acquisti sulle azioni Buzzi, Moncler, Brunello Cucinelli.
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