Fisco, quali detrazioni sono a rischio con la riforma?

Rosaria Imparato

22/02/2021

02/12/2022 - 15:01

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Quali sono le detrazioni che potrebbero essere a rischio con la riforma fiscale del nuovo Esecutivo? I calcoli sulle tax expenditures sono state fatte dalla Corte dei Conti, sulla base del Rapporto spese fiscali 2020 elaborato dal MEF.

Fisco, quali detrazioni sono a rischio con la riforma?

Fisco, quali detrazioni possono essere a rischio con la riforma in programma col nuovo Esecutivo Draghi?

La Corte dei Conti ha fatto i calcoli basandosi sul Rapporto annuale delle spese fiscali 2020 redatto dalla Commissione MEF: una revisione delle cosiddette tax expenditures potrebbe partire distinguendo le agevolazioni in base alla loro tipologia:

  • da un lato ci sarebbero quelle che procurano un trattamento tributario differenziato in base al tipo di reddito percepito;
  • dall’altro quelle che dipendono dal tipo di reddito percepito.

Da questa suddivisione, la Corte ha spiegato che ci sono molte misure che appaiono “di dubbia giustificazione sotto il profilo dell’equità”.

Fisco, quali detrazioni sono a rischio con la riforma? L’analisi della Corte dei Conti

In questi giorni si rincorrono le notizie sulla riforma fiscale, che passa dalla possibile abolizione del regime forfettario o dall’introduzione di nuovi scaglioni e aliquote per rendere l’Irpef maggiormente progressiva. La Corte dei conti in tale senso è stata chiara:

“un opportuno riordino dell’Irpef dovrebbe passare attraverso la revisione dell’attuale struttura delle agevolazioni.”

Non basterà semplicemente introdurre nuovi scaglioni, ma va ripensato tutto il sistema delle detrazioni e deduzioni, così come quello relativo ai crediti d’imposta.

Basandosi sul Rapporto delle spese fiscali 2020 redatto dal MEF, la Corte dei Conti ha sottolineato come tutte le misure differiscano non solo per natura (riduzioni d’imposta, deduzioni dal reddito, eccetera), ma anche per effetti finanziari: ogni bonus ha un’influenza e un peso diverso dall’altro.

Commissione per le spese fiscali Ministero dell’Economia e delle Finanze Rapporto annuale sulle spese fiscali 2020
Clicca qui per scaricare il file.

Per esempio, la deduzione della rendita catastale dell’abitazione principale ammonta a 147 euro, ma in totale l’agevolazione, che costa 3,8 miliardi, riguarda solo 26,5 milioni di contribuenti.

Mentre a sfruttare la cedolare secca sugli affitti (che costa 2,3 miliardi) ci sono 2,5 milioni i proprietari, con un ritorno pro capite di 920 euro.

C’è poi il capitolo delle detrazioni che riguardano i lavori in casa: l’ecobonus “ordinario” e il superbonus premiano i circa 2,5 milioni di beneficiari (per un costo delle agevolazioni di 2,8 miliardi) con 1.134 euro.

Poi ci sono le detrazioni delle spese sanitarie, mediche e di assistenza, che costano 3,6 miliardi di euro e che valgono solo 188 euro pro-capite, ma interessano 19,2 milioni di contribuenti, quasi la metà dei 41,3 totali.

L’ex bonus Renzi, con l’integrazione Irpef e l’ulteriore detrazione, ovvero la formulazione data dal taglio del cuneo fiscale, costa 4,2 miliardi con un effetto finanziario pro capite pari a 339 euro, che riguarda 12,4 milioni di lavoratori.

Un effetto molto inferiore ai 1.033 euro del nuovo regime forfettario per gli autonomi (sostituiva del 15% con ricavi o compensi fino a 65mila euro), opzionato da 1,4 milioni di partite Iva (per una spesa di oltre 1,4 miliardi).

Riforma fiscale, quali sono le detrazioni a rischio?

Ad oggi, considerando anche i vari bonus -anche Covid-, il cittadino medio si deve destreggiare tra circa 600 agevolazioni.

Una spinta alla semplificazione verrà data con l’assegno unico per i figli a carico, che sostituirà una parte delle agevolazioni e detrazioni attualmente in vigore per la famiglia.

Una strada percorribile sarebbe quella della rimodulazione delle sole detrazioni forfettarie per i redditi da lavoro dipendente, con un intervento che comprenda anche una revisione dei crediti d’imposta.

È necessario insomma un riordino radicale, che ridisegni in modo organico non solo gli aiuti a sostegno del reddito, e quindi relativi ai consumi e alla produttività, ma tutto l’assetto del risparmio energetico, degli investimenti, della transizione ecologica (da cui dipenderanno molto probabilmente le prossime erogazioni di indennità).

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