Previsioni riunione Fed 17 settembre, c’è chi scommette su bazooka Powell sui tassi

Laura Naka Antonelli

15 Settembre 2025 - 17:46

Le previsioni degli economisti per la riunione di mercoledì, 17 settembre. Primo taglio tassi 2025 in arrivo? E di quanto?

Previsioni riunione Fed 17 settembre, c’è chi scommette su bazooka Powell sui tassi

La riunione del FOMC, il braccio di politica monetaria della Fed, è alle porte, e le previsioni degli esperti su cosa accadrà ai tassi USA vanno tutte verso la stessa direzione.

La Federal Reserve guidata da Jerome Powell taglierà i tassi sui fed funds, per la prima volta nel 2025, dopo essersi ostinata a non muovere un dito dalla fine di dicembre del 2024 e, dunque, dall’inizio della seconda amministrazione USA di Donald Trump. Così emerge dalle scommesse dei mercati e dalle opinioni degli esperti.

Nell’ultima riunione precedente la pausa estiva, la Fed ha lasciato i tassi invariati all’interno della forchetta compresa tra il 4,25% e il 4,5%, per la quinta volta consecutiva dall’inizio del 2025.

Fed, Powell verso taglio tassi, ma non per minacce Trump. Il diktat dal mercato del lavoro USA

Powell non taglierà però certo i tassi per zittire le invettive e minacce di Trump che, finora, non hanno sortito alcun effetto nell’intaccare la determinazione del banchiere centrale a prendersi un po’ di tempo prima di valutare il da farsi, a causa dell’incognita rappresentata dai dazi.

La prima sforbiciata di quest’anno che porterà la firma di Powell avverrà di fatto, secondo i mercati e gli economisti, non perché il presidente della Banca centrale americana, stremato dalle pressioni che arrivano continuamente dalla Casa Bianca, deciderà di piegarsi ai dettami di chi lo chiama da mesi “Mr. Too Late, ma in quanto gli ultimi dati macro hanno reso a quanto pare necessario riavviare il ciclo di allentamento della politica monetaria USA, che la Fed ha interrotto nel dicembre del 2024.

Tra questi dati, soprattutto quelli pessimi che sono arrivati dal mercato del lavoro, e in più di una occasione. In evidenza sicuramente i numeri contenuti nel dato noto come Non Farm Payrolls (NFP), ovvero quelli relativi al numero delle buste paga create negli States, in questo caso del mese di agosto, che hanno confermato a Powell in primis l’erosione dell’occupazione degli Stati Uniti, con una creazione di posti di lavoro decisamente deludente e un tasso di disoccupazione in rialzo.

Ulteriori notizie no dal mercato dell’occupazione sono arrivate con la revisione degli NFP dell’anno terminato a marzo di quest’anno, che ha aumentato ulteriormente il tono della sveglia di Powell, che già suonava da un po’.

Taglio tassi riunione 17 settembre certo? Rimane il neo dell’inflazione, occhio alle parole di Powell

Pianeti tutti allineati per una riduzione dei tassi di interesse? Non tutti, in realtà visto che, a rompere le uova nel paniere a Trump, che da mesi chiede al presidente della Fed Jerome Powell di tagliare i tassi, è stata la pubblicazione giovedì scorso dell’ultimo dato clou precedente il Fed Day: quello dell’inflazione USA misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI.

Nel mese di agosto, l’indice ha accelerato ulteriormente il passo rispetto al mese precedente, su base annua, salendo del 2,9%, rispetto al +2,7% precedente, e in linea con le attese.

Su base mensile l’inflazione headline, è salita dello 0,4%, più del +0,3% stimato dal consensus. Il CPI core, ovvero l’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici ed alimentarii, è salito invece del 3,1%, come da attese, su base annua, e dello 0,3%, su base mensile, anche in questo caso in linea con le previsioni.

L’inflazione headline USA ha dunque accelerato il passo, sulla scia dell’effetto rialzista che l’imposizione dei dazi da parte di Trump ha avuto sui prezzi pagati dai consumatori: e questa non è sicuramente una buona notizia, soprattutto se si ricorda che è dall’inizio del 2021 che la Fed non è stata capace di riportare l’inflazione al target prestabilito del 2%.

Ma è anche vero che, secondo alcuni esperti, Powell potrebbe decidere di chiudere un occhio, a questo punto, di fronte alla solidità e persistenza delle pressioni sui prezzi, in quanto la priorità si chiamerebbe ormai soprattutto mercato del lavoro.

Va ricordato infatti che la Fed ha un mandato doppio: assicurare la stabilità dei prezzi ma, anche, la piena occupazione. E va ricordato anche che, nel corso del simposio di Jackson Hole del mese scorso, è stato lo stesso Powell a dire che le circostanze economiche sono tali da “ avallare un aggiustamento della nostra posizione sui tassi ” e che “ i rischi al ribasso sull’occupazione stanno aumentando ”.

Powell ha poi aggiunto che, “se quei rischi dovessero materializzarsi, lo potrebbero fare molto velocemente sotto forma di licenziamenti decisamente più alti e di un aumento della disoccupazione ”: cosa che il presidente della Fed non vuole assolutamente che accada.

Bazooka sui tassi da Powell? C’è chi ci crede

Non mancano così gli economisti, pochi in realtà, che ritengono che, nell’imminente Fed Day di mercoledì 17 settembre, la Banca centrale USA potrebbe addirittura fare il bis di quanto fatto nella riunione di settembre del 2024 quando, nel dare il via al ciclo dei tagli, sforbiciò i tassi di ben mezzo punto percentuale.

Crede a questa possibilità la divisione di ricerca di Société Générale, che stima un taglio del costo del denaro nel Fed Day di dopodomani di 50 punti base, e che ha spiegato la sua view con il fatto che, sebbene ci siano ancora motivi per temere la persistenza dell’inflazione, la politica a suo avviso moderatamente restrittiva della Fed sarebbe ormai eccessiva.

SocGen non è la sola a prevedere praticamente un bazooka della Fed sui tassi, in quanto anche gli analisti di Standard Chartered non escludono a priori un maxi taglio di 50 punti base.

Più moderata la view del consensus degli economisti e dei mercati, che è invece di una riduzione dei tassi di 25 punti base.

La probabilità di una riduzione di 50 punti base è, in generale, a dir poco stracciata, così come viene calcolata dai mercati, pari ad appena il 4%. E anche gli esperti alzano le spalle di fronte all’outlook di una riduzione di 50 pb, a loro avviso troppo dovish.

Non è d’accordo con SocgGen e Standard Chartered sicuramente Eugenio Aleman, capo economista di Raymond James, che ha commentato che, a meno che gli esponenti della Fed non paventino a questo punto una recessione, “ la possibilità di un taglio di 50 punti base a settembre dovrebbe essere esclusa ”.

Questo non significa che la riunione della Fed andrà liscia come l’olio. Interpellato da USA Today Michael Feroli, economista di JP Morgan, ha ricordato per esempio la posizione di alcuni funzionari della Fed, che potrebbero spingere per tagli più aggressivi nella riunione di settembre, mentre l’economista di Deutsche Bank Research Matthew Luzzetti ha detto di sostenere addirittura che un presidente o due presidente delle Fed regionali potrebbero optare per tassi di interesse USA ancora fermi. Niente, dunque, è escluso.

Cosa farà la Fed entro la fine del 2025? Il dubbio tra due o tre tagli dei tassi

Aumenta al contempo anche la trepidazione anche per le prossime mosse del FOMC (occhio al calendario dei prossimi meeting): se i futures sui fed funds, dunque i mercati, scommettono in tutto sui tre tagli dei tassi nel 2025, gli economisti mostrano una maggiore incertezza.

Su base mediana, dall’ultimo sondaggio di Bloomberg è risultato che gli esperti prevedono due tagli dei tassi entro la fine dell’anno, sebbene secondo alcuni il secondo taglio, dopo questo primo di settembre, dato praticamente per certo, arriverà a ottobre, mentre secondo altri a dicembre.

Più del 40% degli economisti interpellati da Bloomberg stima invece tre sforbiciate entro la fine del 2025.

I mercati, invece, ovvero i futures sui fed funds, prevedono riduzioni in tutto di 69 punti base.

In tutto questo, grande attenzione merita l’oro, che potrebbe rivelarsi l’asset vincente grazie alle prossime mosse della Fed sui mercati. E, anche, grazie a Trump.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.

SONDAGGIO