Previsioni sui prezzi del Bitcoin dopo la fase ribassista che si è abbattuta sulla criptovaluta numero uno al mondo. Le 10 domande poste da Money.it ad ARK Invest.
Cosa aspettarsi dal Bitcoin, dopo la retromarcia significativa innestata nell’ultimo periodo, che ha portato i prezzi a scivolare anche sotto la soglia psicologica dei 90.000 dollari?
Quali sono le previsioni per la criptovaluta numero uno al mondo, in una fase in cui gli operatori di mercato si affannano per cercare di capire se il momento d’oro sia ormai alle spalle, dopo il record assoluto testato a quota $126.000 nel mese di ottobre o se, invece, la correzione in atto si confermerà una mera parentesi ribassista di un trend comunque al rialzo?
Money.it ha intervistato Lorenzo Valente, Director of Research on Digital Assets di ARK Invest - società di investimenti specializzata in ETF tematici fondata da Cathie Wood.
Valente ha confermato la massima fiducia che Ark Invest continua a riporre nel Bitcoin, come certificato dallo shopping che ha fatto in queste ultime sessioni di azioni crypto come Coinbase e Circle, quest’ultima società tra le più note emittenti di stablecoin, scommettendo al contempo quasi 2 milioni di dollari nel proprio ETF sulla criptovaluta, ovvero nell’ARK 21Shares Bitcoin ETF (ARKB).
A conferma della view bullish che Ark Invest continua ad avere nei confronti del Bitcoin, il numero uno della divisione di ricerca di asset digitali della società fondata da Cathie Wood ha risposto alle seguenti 10 domande di Money.it.
Le previsioni sul prezzo del Bitcoin formulate da Ark Invest sono da urlo, se si considera che, con il Report Big Ideas 2025, ARK ha previsto tre possibili scenari al 2030, con il worst case scenario - ovvero quello peggiore - che mette nel mirino un target più che triplo rispetto ai valori attuali, pari addirittura a 300.000 dollari.
Di seguito le risposte, che includono anche il best case scenario e lo scenario di base per i prezzi della moneta digitale, reduce da un tonfo superiore a -16% nel solo mese di novembre.
1) Come interpreta il forte sell-off che sta colpendo Bitcoin e quali fattori stanno innescando l’ondata di vendite sulla criptovaluta?
Il forte sell-off è iniziato con un massiccio ciclo di deleveraging e liquidazioni su Binance, che resta la piattaforma più attiva nel trading di asset digitali. La dislocazione è partita dai perpetual futures, dove migliaia di account sono stati liquidati forzatamente per mantenere la solvibilità dell’exchange. Questo evento ha scosso la fiducia degli investitori e innescato il momentum ribassista che vediamo oggi. Sebbene il catalizzatore sia specifico del mercato crypto, forze macro più ampie — tra cui il rischio rappresentato dallo shutdown del governo USA (ora concluso) e il restringimento della liquidità globale — hanno amplificato il movimento.
2) In che modo la decisione imminente della Fed sui tassi sta influenzando il prezzo di Bitcoin?
Nell’ultimo anno il Bitcoin è diventato uno degli asset più sensibili per l’hedging macro e la price discovery, grazie alla sua elevata liquidità e al trading 24/7. La decisione della Fed è importante, ma le probabilità implicite di mercato — come quelle di Polymarket su un taglio dei tassi di 25 punti base — suggeriscono che gran parte dell’impatto sia già prezzato. Indipendentemente dall’esito, riteniamo che il Bitcoin abbia un’impostazione solida in vista del prossimo anno.
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3) Qual è la vostra previsione per il prezzo di Bitcoin nel 2026 e quali variabili macro ritenete più rilevanti?
In ARK non pubblichiamo previsioni a un anno. Tuttavia, il nostro modello di lungo periodo presentato nell’ultimo report Big Ideas illustra gli scenari Bear/Base/Bull fino al 2030. Per la precisione, nel Report Big Ideas 2025 ARK Invest ha previsto tre possibili scenari per il prezzo di Bitcoin al 2030, basati su diversi livelli di adozione tra investitori istituzionali, riserve nazionali, utilizzo nei mercati emergenti e servizi finanziari on-chain. Nel caso pessimistico, il Bitcoin potrebbe raggiungere circa 300.000 dollari; nel caso base, ARK stima un valore attorno ai 710.000 dollari; nel caso ottimistico, Bitcoin potrebbe arrivare fino a 1,5 milioni di dollari. A gennaio 2026, nel nuovo Big Ideas, verranno forniti price target aggiornati.
4) Nel 2026 Bitcoin sarà ancora lo store of value indiscusso del mondo crypto o altre asset class digitali potrebbero erodere la sua leadership?
Crediamo fermamente che il Bitcoin rimarrà il principale asset digitale per capitalizzazione e il candidato più solido come store of value. Le sue caratteristiche fondamentali — sicurezza proof-of-work, offerta limitata, emissione prevedibile — sono estremamente difficili da replicare. Il Bitcoin beneficia anche di un forte vantaggio competitivo: first-mover, liquidità superiore, chiarezza normativa e ampia adozione istituzionale.
5) A tal proposito, gli investitori istituzionali continueranno ad aumentare la loro esposizione nel 2026 o il rischio regolatorio li frenerà?
Riteniamo che l’ambiente regolatorio sia migliore che mai, favorendo una continua adozione istituzionale. Sebbene gli ETF spot siano attivi da oltre un anno, il Bitcoin non è ancora disponibile su molte piattaforme di consulenza e wealth management. Molti investitori che desiderano esposizione tramite strumenti regolamentati e fiscalmente efficienti non possono ancora accedervi. Con l’espansione dell’accesso nel 2026, ci aspettiamo che l’esposizione istituzionale continui a crescere.
6) Quale livello di prezzo potrebbe essere considerato un buon punto di ingresso per chi vuole puntare sul Bitcoin?
Non forniamo consigli finanziari o raccomandazioni di market timing. Possiamo però dire che, su orizzonti lunghi, ci aspettiamo che Bitcoin continui a crescere con un CAGR superiore al 35%. Storicamente, gli investitori con un orizzonte sufficientemente lungo hanno visto Bitcoin sovraperformare la maggior parte delle asset class.
7) Ritiene che i rischi associati a un potenziale run sulle stablecoin possano influenzare anche il prezzo di Bitcoin?
Il GENIUS Act è una delle normative più importanti sugli asset digitali e ha aperto la strada a un coinvolgimento istituzionale senza precedenti nelle stablecoin. Per le stablecoin conformi al GENIUS Act come USDC, le riserve sono completamente garantite da Treasury USA, ossia uno degli asset più liquidi al mondo. Una “bank run” implicherebbe una sottocollateralizzazione, un’eventualità che non riguarda le emittenti conformi alla regolamentazione. Di conseguenza, il rischio di contagio sistemico verso il Bitcoin dalle stablecoin regolamentate è limitato.
8) Come vede la relazione tra Bitcoin e il prezzo dell’oro?
L’oro è salito di oltre il 50% quest’anno, con Tether, il maggior emittente di stablecoin, tra i più grandi acquirenti. Anche le banche centrali hanno aumentato le riserve a livelli record. Questa dinamica amplia il mercato potenziale per il Bitcoin e rafforza la narrativa dello store of value. Una crescente domanda di oro tende a segnalare una crescente domanda di store of value alternativi — Bitcoin incluso.
9) Qual è la correlazione tra l’andamento di Bitcoin e i timori di una possibile bolla dell’AI?
Il Bitcoin spesso si comporta come un asset risk-on/risk-off, come evidenziato nelle nostre ricerche. Non crediamo che ci sia attualmente una bolla AI, ma se i mercati azionari dovessero subire turbolenze per qualsiasi motivo, anche gli asset digitali potrebbero risentirne, come già visto quest’anno. Le preoccupazioni sui finanziamenti circolari tra sviluppatori AI, produttori di chip e nuovi provider cloud riguardano più direttamente il settore AI, ma certamente possono influenzare il sentiment di rischio generale.
10) Lo scetticismo verso il Bitcoin resta alto tra molti investitori, che spesso citano Warren Buffett e altri investitori istituzionali contrari alle criptovalute. Qual è il vostro messaggio per loro?
Crediamo che la narrativa del Bitcoin sia più solida che mai. La regolamentazione continua a migliorare e gli investitori ora dispongono di diversi strumenti sicuri e regolamentati per ottenere esposizione all’asset. Gran parte dello scetticismo deriva da una comprensione limitata, dalla relativamente breve storia di Bitcoin e da una normativa in passato poco chiara. Tutti questi elementi stanno migliorando rapidamente. Con la maturazione dell’asset class, ci aspettiamo che un numero crescente di investitori si senta a suo agio nell’allocare una parte del proprio portafoglio a Bitcoin.
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