Il paradosso dei mercati americani: tra inflazione in crescita, disoccupazione stabile e tariffe di Trump, l’S&P 500 e il Dow Jones segnano nuovi record storici.
Mentre l’economia USA dà segnali di stanchezza – assunzioni in calo, inflazione in risalita e fiducia dei consumatori ai minimi storici – i mercati azionari vivono una fase di euforia. L’S\&P 500 ha toccato quattro massimi storici solo a settembre, e il Dow Jones ha superato per la prima volta quota 46.000. Ma perché le borse festeggiano mentre il Paese arranca?
La risposta sta in gran parte nelle aspettative sulla politica monetaria della Federal Reserve. Il rallentamento del mercato del lavoro ha alimentato la convinzione che Jerome Powell e il suo team saranno costretti a tagliare i tassi di interesse più volte entro la fine del 2025. I mercati stimano con quasi certezza un intervento già nel prossimo meeting.
I tassi più bassi significano prestiti meno costosi per le imprese, maggiori margini di profitto e dunque più valore percepito per le azioni. Allo stesso tempo, i rendimenti obbligazionari in discesa riducono i costi del debito e spingono gli investitori a cercare ritorni più alti proprio nell’azionario.
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