Le dichiarazioni di Christine Lagarde, presidente della BCE, mentre il dramma va avanti.
Christine Lagarde: dopo la presidenza della BCE, presidente della Francia ? Tra i dubbi che stanno assillando alcuni investitori, anche la possibilità che Lagarde prenda il timone della sua Francia.
Ma non sia mai. Mai Lagarde vorrebbe stare nei panni dell’attuale capo dell’Eliseo Emmanuel Macron e, a dirlo chiaro e tondo, è stata lei stessa, nel commentare le ipotesi circolate, secondo le quali la numero uno della Banca centrale europea potrebbe ambire a diventare la prossima presidente francese, al posto di Macron, che oggi si è risvegliato con una Francia, di nuovo, senza governo.
Il peggiore degli incubi, e anche il più scioccante, visto che il neo e ora ex primo ministro da lui scelto lo scorso 9 settembre, Sébastien Lecornu, ha sconvolto tutta la Francia rassegnando oggi le proprie dimissioni. Dimissioni che Macron ha accettato.
Christine Lagarde prossima presidente della Francia al posto di Emmanuel Macron? La sua risposta
Poco prima dell’ennesima pessima notizia francese, in un intervento al podcast College Leaders in France il cui contenuto era stato reso noto solo in parte lo scorso venerdì - relativamente alla parte in cui Lagarde tesseva le lodi dell’ex banchiere centrale olandese Klaas Knot - e la cui edizione integrale è stata diffusa ieri, Lagarde ha detto senza mezzi termini che non vorrebbe mai e poi mai prendere il posto di Emmanuel Macron.
Il motivo? “Credo che sia un lavoro terribile, e credo che si debba in qualche modo essere tagliati per farlo e, davvero, non credo che sia questo il mio caso ”, ha detto la numero uno della Banca centrale europea, ex direttice del Fondo Monetario Internazionale, di nazionalità francese (è nata a Parigi il 1° gennaio 1956).
Già molte sono le ipotesi su cosa deciderà di fare Christine Lagarde, quando il suo mandato alla presidenza della BCE, scadrà dopo otto anni, nell’ottobre del 2027.
Tra le opzioni considerate dal pubblico, anche una sua possibile candidatura all’Eliseo, visto che proprio nel 2027 scadrà anche il mandato del Presidente francese Emmanuel Macron (sempre che alla fine Macron, letteralmente nei guai dopo l’ultimo shock di oggi arrivato con le dimissioni di Sébastien Lecornu, riesca a rimanere avvinghiato alla sua poltrona ).
Intanto, nelle ultime sedute si è parlato anche di chi potrebbe essere il successore di Lagarde. Un successore che, in qualche modo, è stato sponsorizzato da lei stessa.
Presidenza francese? “Lavoro estenuante, bisogna essere un po’ pazzi per farlo”
Il fatto di non voler essere presidente della Francia, ha spiegato Lagarde, “non significa che non voglio servire il mio Paese, non significa che non voglia servire l’Europa, non significa che sarò egoista il giorno in cui rassegnerò le dimissioni. Ma credo che si tratti di un lavoro estenuante, e che sia necessario essere un po’ pazzi per farlo ”.
Il fatto che qualcuno le chieda se voglia candidarsi alla presidenza della Francia, ha ammesso la numero uno della BCE, è in ogni caso qualcosa di “ molto lusinghiero , che dimostra che la gente ha fiducia in me”.
È dunque “molto bello, molto lusinghero. Ma mi conosco piuttosto bene, e devo prestare attenzione ai miei limiti”.
Ma allora, cosa vuole fare Christine Lagarde, una volta lasciato lo scranno più alto dell’Eurotower? “Ci sono così tante altre cose che vorrei fare”, ha ammesso - E “non credo che parlarei di andare in pensione. Ma potrebbe trattarsi di qualcosa di diverso, potrebbe avere a che fare un po’ di più con quanto davvero mi interessa, quello che davvero mi piace fare. Ma non mi vedo a rilassarmi senza fare niente, nulla, a guardare la televisione o a viaggiare senza che ci sia un vero scopo — non credo che sarebbe adatto a me.”
Allo stesso tempo, mi vedo “ avere più tempo per me, per i miei nipoti, e per la famiglia che non vedo spesso”.
Lagarde, non farà davvero nulla per la sua Francia?
Così Lagarde, che è stata interpellata più volte nelle conferenze stampa successive alla decisione della BCE sui tassi dell’area euro anche, tra le altre cose, su cosa potrebbe fare per il suo Paese, la Francia, ormai diventata secondo alcuni la nuova Italia, umiliata dall’Italia stessa a colpi di spread, oggi grande protagonista per la caduta di un governo che si era appena formato ieri, a guida Sèbastien Lecornu.
Quella stessa Francia il cui debito è diventato ormai una bomba ad orologeria, tanto che i bond francesi OAT sono finiti più volta nel mirino dei sell.
Alla numero uno della BCE è stato chiesto se interverrebbe nel caso in cui la crisi degli OAT e del Paese finissero per contagiare il trend degli altri Titoli di Stato europei.
leggi anche
Shock Francia, il primo ministro Sébastien Lecornu si è appena dimesso. E scattano subito i sell sugli OAT

Nessuna fretta di blindare Parigi
Ma Lagarde, nell’ultima riunione della BCE dello scorso 11 settembre, ha detto chiaramente di non avere alcuna fretta di lanciare un eventuale salvagente a Parigi, sottolineando che “i bond sovrani dell’area euro stanno funzionando in modo ordinato e fluido con una buona liquidità”: una frase che ha proferito avendo cura di precisare che il suo riferimento è stato a tutti i Titoli di Stato dell’Eurozona e non al caso specifico della Francia (sebbene, va ricordato, qualche giorno prima Lagarde avesse fatto i complimenti all’Italia e avesse alzato il velo anche su quei due fattori che la stanno spaventando.
Intanto, ci si chiede quali saranno le prossime mosse della Banca centrale europea sui tassi che, nell’ultima riunione del Consiglio direttivo, sono stati lasciati fermi per la seconda volta consecutiva.
Gli ulltimi numeri relativi all’inflazione dell’Eurozona, va detto, non sono stati affatto confortanti. Ma il nuovo capitolo del dramma francese, con Parigi rimasta di nuovo orfana di un governo, convincerà per caso la presidente dell’Eurotower a intervenire, se non con un bazooka pensato direttamente per salvare il suo Paese, magari con un nuovo taglio dei tassi dell’area euro?
Oppure Lagarde lascerà fare ai mercati e alla politica, come ha sempre fatto in questi ultimi mesi, almeno nel caso specifico della Francia, senza tirar fuori l’unico strumento, finora mai utilizzato, per arginare eventuali crisi di una economia, ovvero il TPI (Transmission Protection Instrument)?
© RIPRODUZIONE RISERVATA