Il MEF ha collocato 18 miliardi di BTP a 7 e a 30 anni, bombardato da richieste per più di 218 miliardi di euro. E la BCE di Lagarde ora si complimenta con l’Italia di Meloni.
Nuova raffica di richieste per i BTP emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: più di 218 miliardi di euro, a fronte del collocamento da parte del Tesoro di 18 miliardi di BTP, di cui 13 miliardi con scadenza a 7 anni e 5 miliardi a 30 anni.
La domanda complessiva dei Titoli di Stato italiani piazzati dal MEF è stata da urlo, così distribuita: 110 miliardi di euro sono state le richieste per il BTP a 7 anni, e 108 miliardi di euro quelle per il trentennale.
Dai risultati del collocamento è emerso che, agli investitori che si sono catapultati di nuovo sul mercato per fare shopping di carta italiana, è stato offerto un rendimento di 8 punti base superiore al settennale di riferimento (BTP con scadenza a luglio 2032 e cedola del 3,25%) e di 6 punti base più alto rispetto al trentennale di riferimento (BTP con scadenza a ottobre 2054 e cedola del 4,3%).
Il boom della domanda è stato tale da consentire il restringimento degli spread rispetto alle indicazioni iniziali di prezzo, pari a 10 punti base per il settennale e 9 punti per il trentennale. Proprio ieri il MEF aveva fatto un importante annuncio, apportando una variazione al calendario delle aste previste per il mese di settembre, annunciando una emissione dual tranche e cancellando un collocamento previsto fino al giorno prima.
leggi anche
Titoli di Stato, tutti i BTP e BOT in arrivo a settembre. MEF annuncia grande novità e cancella questa asta

BTP continuano ad attrarre forti richieste. E sul deficit e i compiti da fare Lagarde si complimenta con l’Italia
Una nuova vittoria per il Tesoro di Giancarlo Giorgetti e per il governo Meloni: i BTP italiani continuano a fare gola, e la domanda resiste, nonostante le aspettative siano di una BCE pronta a lasciare i tassi di interesse dell’area euro invariati, nella prossima e imminente riunione di giovedì prossimo, 11 settembre, per la seconda volta consecutiva dopo il nulla di fatto annunciato al termine del meeting di luglio.
Dalla BCE, direttamente dalla presidente Christine Lagarde, sono arrivati inoltre anche i complimenti all’Italia di Meloni.
Nell’intervista rilasciata ieri a Radio Classique, la numero uno dell’Eurotower - nel rivelare quelle che sono le sue due grandi fonti di preoccupazione - ha citato i miglioramenti che il governo italiano ha fatto nel mettere in riga i conti pubblici del Paese, assediati da anni dal doppio tarlo del debito-deficit, al punto da costringere l’UE ad avviare l’anno scorso una procedura di infrazione per deficit eccessivo.
Procedura di infrazione che è stata aperta per la precisione il 19 giugno del 2024 dalla Commissione europea anche a carico di altre economie, come Francia, Polonia, Ungheria, Malta, Slovacchia, Belgio.
Ma dopo aver riportato un deficit, nel 2023, pari al 7,4% del PIL, Roma ha fatto i compiti, ha fatto notare Lagarde,
nel commentare le condizioni disastrate in cui versa invece la sua Francia, alle prese con l’ennesima crisi di governo, che rischia - ormai è quasi certo - di decretare la fine anche del governo di Francois Bayrou, dopo quella dell’esecutivo lampo precedente a guida Michel Barnier. “ L’Italia sta facendo oggi sforzi di budget molto importanti e probabilmente uscirà (dalla procedura di infrazione UE), riportando presto il deficit al 3% ”, ha ammesso la presidente della Banca centrale europea.
BTP e spread motivi di orgoglio per il governo Meloni
A tal proposito, un articolo di Reuters ha ricordato che, lo scorso luglio, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha detto che l’Italia potrebbe far scendere il rapporto deficit-PIL sotto la soglia del 3% già quest’anno, riuscendo così a uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo nel 2026, con un anno in anticipo.
BTP, spread, e ora anche conti pubblici più in ordine - comunque assillati tuttora dalla spina eterna del debito pubblico che rimane monstre, stando alle rilevazioni di Eurostat pari al 137,9% nel primo trimestre del 2025 - sempre più presentati come palme della vittoria da parte del governo Meloni tanto che, con la Francia prossima a precipitare nella ennesima fase di caos politico, ora è Roma che dà lezioni a Parigi.
Qualcuno già si sfrega le mani, pronosticando un imminente azzeramento dello spread BTP-OAT, ovvero lo spread Italia-Francia, dopo aver ipotizzato nei mesi precedenti anche la fine dello spread BTP-Bund.
leggi anche
L’Italia umilia la Francia a colpi di spread

Spread e tassi BTP oggi tornano a infiammarsi, occhio al caso dei bond UK
Proprio lo spread BTP-Bund oggi torna però a infiammarsi, riposizionandosi sopra la soglia di 90 punti base, dopo avere bucato durante l’estate anche quota 80 punti base, esattamente per la prima volta dal settembre 2008 lo scorso 29 luglio, quando è sceso a quota 79,9 punti, a fronte di un rendimento dei BTP al 3,49% e al 2,69% dei Bund tedeschi.
Oggi i rendimenti dei BTP a 10 anni scattano di 7 punti base al 3,68%, in un mercato obbligazionario, quello di tutta l’Europa, che assiste all’incubo dello scatto dei rendimenti dei Gilt del Regno Unito, che avanzano al 4,80%, a fronte dei rendimenti dei Gilt a 30 anni che schizzano al massimo in 27 anni, aggirandosi attorno al 5,7%.
A balzare anche i rendimenti dei Titoli di Stato di altre economie europee, a conferma di come, alla fine, non ci voglia poi molto per ribaltare la situazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA