Di italianizzazione dell’Europa si parla da un po’, visto che la crescita del debito-PIL è un fenomeno diventato da un po’ il New Normal. Francia, la nuova Italia? Focus BTP e OAT.
Francia, la nuova Italia ex PIIGS? Di una italianizzazione in generale dell’Europa, si sta parlando in realtà da un po’: d’altronde, è l’Italia il Paese che ha minacciato di frantumare l’euro, una quindicina di anni fa, ai tempi della crisi dei debiti sovrani.
Una Italia, terza economia dell’Europa, cacciata dal blocco a causa di un debito pubblico non più sostenibile e con i BTP costantemente tartassati dagli attacchi short, avrebbe inferto un colpo mortale al cuore dell’euro, decretandone la fine.
Non è andata così, e il merito va dato sicuramente all’ex numero uno della BCE ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi che, con la sua frase “ l’euro è irreversibile ” e i vari bazooka monetari sfornati, ha scongiurato il peggio.
15 anni dopo la crisi dei debiti sovrani è la Francia la nuova Italia
Quindici anni dopo, e da un po’ di anni, non è più l’Italia, insieme alla Grecia, il Paese - o meglio il solo Paese - che preoccupa chi investe nei Titoli di Stato europei e di tutto il mondo, in un momento tra l’altro in cui i bond sovrani sono tornati nel mirino dei sell.
Ora il debito pubblico è motivo di angoscia anche di altre economie, in generale di tutto il mondo, nel caso dell’Europa di altri Paesi ex Italia, incluso quello che guardava con disprezzo ai conti pubblici di Roma: proprio la Francia. Conti pubblici, quelli dell’Italia, che, va ricordato, non sono stati di certo risanati.
Ma ciò a cui i bond vigilantes guardano, oltre che al ben noto parametro rappresentato dal rapporto tra il debito e il PIL, è al sentiero che i governi decidono di imboccare: praticamente, alla loro capacità e volontà di adeguarsi, nel caso dell’Unione europea, ai diktat del cosiddetto Patto di Stabilità e crescita, rientrato in vigore dopo tre anni di stop, considerati necessari a causa dei traumi della pandemia Covid-19 prima e della guerra in Ucraina poi.
E il governo Meloni, in apparenza, qualche sforzo lo ha fatto e lo sta facendo, come hanno messo in evidenza anche le agenzie di rating.
Non solo: il governo Meloni è solido, blindato da una maggioranza che, a parte qualche schermaglia, comunque risulta agli occhi del mondo compatta, sicuramente non a rischio nel breve di sfaldarsi. Ed è questa solidità ad aver consentito allo spread BTP-Bund a 10 anni di bucare anche la soglia di 100 punti base e di testare nuovi minimi, capitolando anche sotto la soglia di 80 punti base (per poi risalire nelle ultime sessioni oltre quota 90).
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha trionfato subito, facendo anche una gaffe che non è passata inosservata.
La povera Francia di Macron di nuovo nel caos con crisi governo Bayrou dopo KO Barnier
Discorso diverso per la Francia, il cui caos politico va avanti da più di un anno: esattamente dal giugno del 2024 quando, a seguito del risultato delle elezioni europee, il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di far tornare alle urne i francesi, annunciando le elezioni anticipate, i cui risultati iniziali si sono mostrati subito incerti.
A seguito del voto europeo, la Francia di Macron si è confermata il primo motivo che ha mandato in tilt i mercati europei. E quelle elezioni francesi anticipate si sono poi tradotte, più che in governi stabili, in tentativi raffazzonati di creare parvenze di esecutivi, partorite poi con grande fatica, così come in grandi fratture interne che si sono allargate fino a diventare vere e proprie voragini. Sostanzialmente, in governi di minoranza.
I mercati lo hanno capito, e anticipato, subito, mostrando tutto il loro scetticismo nella capacità di Parigi di dotarsi di un governo tale da varare riforme considerate non più prorogabili.
Tra queste, quella di contenere il debito, balzato a livelli massimi della storia della Francia, e il deficit, scattato al punto che, nei confronti di Parigi, così comunque anche di Roma, la Commissione europea ha lanciato una procedura di infrazione per deficit eccessivo.
Tutto questo scetticismo ha fatto allargare immediatamente lo spread OAT-Bund a 10 anni, e la nascita del governo di Michel Barnier, dato subito per spacciato, ha calmato le acque solo il tempo di qualche settimana.
Alla fine di novembre 2024, temendo (a ragione) l’imminente collasso del governo Barnier, gli OAT hanno finito con l’essere percepiti addirittura come più rischiosi dei Titoli di Stato della Grecia, dopo che lo spread tra Atene e Parigi si è azzerato, diventando addirittura negativo: in quelle settimane, i rendimenti a 10 anni dei bond sovrani della Francia al 2,96%, hanno superato il 2,95% dei rendimenti dei titoli di debito ellenici mentre, scottati dai bond francesi, gli investitori hanno fatto la fortuna dell’Italia, rifugiandosi nei BTP.
Cosa che sta accadendo anche ora, visto che i mercati danno da giorni ormai praticamente per certa la caduta dell’altro governo che si è formato dopo il crac di quello di Barnier, ovvero del governo di Francois Bayrou, al test del voto di fiducia del Parlamento francese il prossimo 8 settembre. Un test che gli esperti hanno già stabilito che Parigi non sarà capace di superare, mentre gli analisti da un po’ prevedono l’azzeramento dello spread tra l’Italia e la Francia, ovvero lo spread BTP-OAT.
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Mercati continuano a dare più fiducia all’Italia di Meloni che alla Francia di Macron. La piaga debito-deficit
Almeno per ora, gli analisti continuano a dare fiducia più all’Italia di Meloni che alla Francia, che si appresta a diventare di nuovo orfana di un governo. E le prospettive, per Parigi, rimangono fosche, come fanno notare gli analisti di Nomura, in base a quanto riportato nell’articolo della CNBC “Italy used to be the bad boy of Europe. Now, France is taking the baton”:
“ Per i conti pubblici della Francia, l’outlook è peggiore di quello dell’Italia, al momento ”, ha scritto la divisione di ricerca europea di Nomura.
Basta guardare ai numeri relativi al deficit (mentre il debito-PIL della Francia, per quanto in crescita, è stato pari al 113% nel 2024, più basso rispetto al 135% dell’Italia).
Il deficit-PIL dell’Italia, l’anno scorso, ha invece fatto meglio, attestandosi al 3,4%, rispetto al 5,8% della Francia, fattore che da un po’ ha alimentato dubbi sulla sostenibilità del debito francese.
La scorsa settimana il premier francese Bayrou ha chiesto il voto di fiducia, in vista di una legge di bilancio per il 2026 che, in base agli sforzi del suo governo tesi a far scendere il deficit-PIL al 4,6% nel 2026, livelli ancora troppo alti rispetto alla soglia del 3% del Patto di Stabilità UE, dovrebbero imporre alla Francia tagli per un valore di ben 44 miliardi di euro. Troppi e inaccettabili per l’opposizione, pronta a far cadere il governo Bayrou a colpi di sfiducia.
Ma, se cade il governo, cadono anche i tentativi di contenere il debito e il deficit; ed è questo che i mercati hanno continuato a prezzare, punendo gli OAT. Intanto l’Italia di Meloni continua a farsi vanto del suo spread BTP-Bund, preparandosi anche a infliggere una umiliazione storica alla Francia di Macron.
Gli analisti di Nomura avvertono: “A causa della caduta attesa del governo di Bayrou e della probabilità che il Parlamento quest’anno non approverà la legge di bilancio per il 2026, la manovra del 2025 sarà probabilmente congelata in termini nominali, il che comporterà un deficit marginalmente più alto nel 2026 in percentuale del PIL rispetto a quanto atteso dalla Commissione europea ”.
Tutto questo, secondo Nomura, indica che la questione della sostenibilità del debito della Francia rappresenta una “ fonte di preoccupazione significativa ”.
Riguardo invece al deficit-PIL made in Italy e alla possibilità che Roma possa uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo dell’Unione europea, a dare fiducia al governo Meloni è stata la stessa presidente della BCE Christine Lagarde, facendo i complimenti all’Italia. Complimenti che sono stati confermati dagli ottimi risultati dell’ultima emissione dei due nuovi BTP di Meloni, così come è emerso dai dettagli comunicati ieri dal MEF.
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