Rapporto FMI, crescita 2015: rallentamento sui PIL a livello mondiale, ecco perché

Marta Ruggiero

10 Luglio 2015 - 13:06

Secondo il rapporto del FMI, il PIL subirà un rallentamento a livello globale per tutto il 2015. Quali sono i fattori resposabili del calo della crescita?

Rapporto FMI, crescita 2015: rallentamento sui PIL a livello mondiale, ecco perché

Il rallentamento della crescita negli Stati Uniti ha spinto il FMI a un minore ottimismo sull’andamento dell’economia globale. Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, ha notato un calo dell’economia statunitense nei primi mesi dell’anno, e parte proprio da questo dato per indicare cause e Paesi colpiti.

Le cause del rallentamento dell’economia degli Stati Uniti - riportate nel rapporto del FMI - sono molteplici, e vanno dagli scioperi aeroportuali all’apprezzamento del dollaro. Gli effetti di tale rallentamento potrebbero avere ripercussioni anche nelle economie vicine di Messico e Canada.

Il PIL degli Stati Uniti: il dato principale del rapporto del FMI
Nella prima parte dell’anno, le stime per il 2015 sul PIL degli Stati Uniti erano state tagliate dal 3.1% al 2.5%; per il 2016 - invece - si passava al 3%.

Secondo quanto riportato però nel recente rapporto World Economic Outlook, si prevede un aumento del PIL USA del 3.3%, mentre le aspettative ad aprile erano attorno al 3.5%. La stima per la crescita del 2016 è rimasta invariata a un +3.8%.

Eurozona: non ci sono variazioni rilevanti
Secondo quanto affermato dagli analisti del Fondo monetario internazionale:

La situazione che riguarda l’Eurozona, invece, non subisce variazioni significative. La ripresa economica nell’area euro sembra ampiamente sulla strada giusta, con una robusta ripresa della domanda interna e l’inflazione che inizia a crescere.

Per il 2015 si prevede un aumento del PIL pari all’1.5%, mentre per il 2016 ci si aspetta un rialzo che va dall’1.6% all’1.7%. Ed è soprattutto la Spagna a rendere più ottimisti gli esperti del FMI. La crescita dell’economia spagnola per l’anno in corso, infatti, dovrebbe essere del 3.1%, invece per il 2016 del 2.5%: dati, questi, nettamente superiori rispetto alle previsioni dello scorso aprile.

Per l’Italia, invece, le aspettative degli analisti indicano una crescita dello 0,7%, in aumento nel 2016 di +1,2%.

Invariate le stime di crescita di Francia e Germania, nonostante vantino di essere le maggiori economie dell’Eurozona.
Il PIL francese nel 2015 dovrebbe subire un rialzo dell’1.2%, e nel 2016 dell’1.5.
La germania, invece, si pensa vedrà una crescita dell’1.6% - per il 2015 - e dell’1.7 nel 2016.

Rapporto FMI: i PIL delle economie emergenti
Per quanto riguarda le economie emergenti, si passa da una crescita del 4.6% nel 2014 a una del 4.2 nel 2015. Un rialzo di 0.5 punti percentuali è, invece, previsto per il PIL dell’anno prossimo.

Rallentamento della crescita: le cause
Secondo il rapporto del Fondo monetario internazionale, il rallentamento della crescita è riconducibile a diversi fattori: dai ribassi delle materie prime alle condizioni finanziarie esterne più rigide, dalle strozzature strutturali al riequilibrio in Cina e alle difficoltà economiche riconducibili a fattori geopolitici.

La ripresa dell’attività per i paesi più in difficoltà dovrebbe arrivare nel 2016.

Crisi in Grecia: gli effetti sulla crescita
Gli sviluppi sul fronte greco non hanno ancora portato a situazioni di contagio vero e proprio. Gli eventuali rischi potrebbero essere evitati da un’azione politica tempestiva ed efficace.

Gli spread dei titoli sovrani in Grecia, specialmente quelli a breve scadenza, hanno subito un forte rialzo. Questo è dovuto al clima di forte incertezza post-referendum, alla chiusura delle banche e al fatto che non si sappia quali prospettive ci siano a sostegno della crisi ellenica da parte dei Paesi dell’Eurozona.

E per altri Paesi?
Per gli altri paesi, invece, la situazione è molto diversa. Secondo quanto riportato nel rapporto degli analisti del FMI, le reazioni dei mercati non sono state rilevanti, il valore degli asset più rischiosi ha subito una diminuzione e i titoli di Stato rifugio - quelli dei paesi più stabili dal punto di vista finanziario, con la Germania capogruppo - hanno registrato un leggero aumento.

Olivier Blanchard della FMI ha detto che il lavoro che si sta facendo in questi giorni è volto a far sì che la Grecia rimanga nell’Eurozona e che il pericolo di una Grexit venga finalmente scongiurato.

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