Tassi Fed: chiaramente stufo di Powell, Trump ha per ora nominato Miran per occupare il posto diventato improvvisamente vacante. Ma secondo alcuni rumor...
La decisione a sorpresa è arrivata ieri, giovedì 7 agosto, quando Donald Trump ha annunciato che sarà Stephen Miran, presidente del Council of Economic Advisers, a prendere il posto della governatrice della Fed Adriana Kugler, che si è dimessa improvvisamente la scorsa settimana dal board della Banca centrale americana.
Non si tratta tuttavia di una decisione definitiva, in quanto Miran è diventato governatore a interim, assumendo una posizione che scadrà ufficialmente il prossimo 31 gennaio 2026 e che dovrà essere poi ricoperta da un banchiere che dovrà ricevere l’ok del Senato USA.
È stato lo stesso Trump a informare che la sua amministrazione continua a cercare un candidato che occuperà il seggio in modo permanente, disponibile a partire dal prossimo 1° febbraio.
Trump VS Powell sui tassi, tutte le grandi offese lanciate contro il presidente della Fed
La priorità del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, anche se la nomina di Miran è sicuramente strumentale al suo ultimo obiettivo, è però un’altra: quella di far sì che la Federal Reserve imposti una politica monetaria il più possibile dovish, orientata a tagliare i tassi. Cosa che, si sa, l’attuale timoniere Jerome Powell si sta rifiutando di fare, e che per questo motivo ha scatenato diverse volte l’ira del capo della Casa Bianca.
L’ultimo epiteto lanciato in direzione di Powell è di un banchiere centrale “troppo stupido”, dopo la carrellata dei vari affronti con cui Trump ha bollato il numero uno della Fed sfornando i peggiori insulti, come “testa vuota”, un “idiota che però mi piace molto”, un “loser”, al contempo minacciando anche il licenziamento.
D’altronde, Powell i tassi continua a non tagliarli, confermando l’outlook che era stato presentato da alcuni analisti già prima dell’ultimo taglio dei tassi di interesse concesso dalla Banca centrale USA ai mercati: una sorta di worst case scenario per le colombe e, dunque, per lo stesso Trump che si sta, di fatto, concretizzato. E un worst case scenario che trova tuttavia la sua ragione d’essere, è bene ricordarlo, nella nuova politica commerciale inaugurata dall’amministrazione Trump, praticamente nei dazi che il presidente americano ha deciso di sferrare contro tutto il mondo.
“Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, dicono i critici di Trump che fanno quadrato attorno a Powell. Ma per Trump il vero colpevole è solo Powell, ostinato a non muoversi sui tassi, che sono stati lasciati inchiodati alla forchetta compresa tra il 4,25% e il 4,5% per la quinta volta consecutiva, dalla Fed, nell’ultima riunione del 30 luglio scorso.
Con la scelta della colomba Miran alla Fed, Trump valuta le prossime mosse
In questa situazione di alta tensione tra l’amministrazione USA e la Federal Reserve, la strategia che il presidente americano Donald Trump starebbe perseguendo, e che si sta delineando in modo più preciso, sarebbe secondo Bloomberg la seguente: far entrare nel team della Federal Reserve la colomba Stephen Miran, così come sarà, e pensare intanto a chi sarà il governatore che rimpiazzerà Miran, quando il mandato scadrà il 31 gennaio del 2026. Governatore permamente che potrebbe essere poi lo stesso candidato papabile a rimpiazzare Jerome Powell, quando il mandato del presidente della Fed scadrà nel maggio del 2026.
Fermo restando che il prossimo presidente della Fed dovrà essere stato prima governatore del Board della banca centrale, nel nominare per ora Miran governatore a interim, oltre ad assicurare la presenza di una colomba in seno alla banca centrale, Trump ha deciso di concedersi del tempo per scegliere chi sarà il candidato che considererà più appropriato a prendere le redini dell’istituzione.
Va precisato a tal proposito che, nel caso di Powell, a scadere sarà ’solo’ il mandato della sua carica di presidente, in quanto la posizione che il numero uno della Federal Reserve ricopre come governatore dell’istituzione scadrà più tardi, il 31 gennaio del 2028. Su questo il banchiere centrale stesso è stato poco chiaro, in quanto non ha ancora detto se rimarrà alla Fed come governatore.
Dopo complimenti Trump a Warsh, indiscrezioni sul candidato favorito: Christopher Waller
Sempre Bloomberg ha riportato nelle ultime ore che il favorito dell’amministrazione USA sembra essere Christopher Waller, esponente del FOMC che, non per niente, si è messo in evidenza nell’ultima riunione della Fed per aver dissentito, insieme alla collega Michelle Bowman, dalla decisione della maggioranza di lasciare fermi i tassi.
A caldeggiare la sua nomina sono stati alcuni funzionari della Casa Bianca e consiglieri di Trump, rimasti impressionati favorevolmente dal desiderio di Waller di una Fed che basi le proprie decisioni sui tassi più sulle previsioni che sui dati macro attuali.
Bloomberg ha segnalato che Waller avrebbe già incontrato i consiglieri di Trump per affrontare la possibilità di una sua nomina a numero uno della Fed al posto di Jerome Powell, ma che un incontro con il presidente americano non è ancora avvenuto.
Altri candidati papabili di Trump a sostituire Powell sono, come è circolato negli ultimi giorni, l’ex governatore della Fed Kevin Warsh e l’attuale presidente del National Economic Council di Trump, Kevin Hassett.
Nel frattempo, complimenti a Christopher Waller sono arrivati dallo stesso Stephen Miran, responsabile del Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca prossimo a diventare governatore a interim della Fed che, interpellato da Bloomberg Television, ha detto di credere che il “governatore Waler sia riuscito ad accreditarsi un curriculum negli ultimi due anni davvero impressionante all’interno della Fed, con le sue previsioni sull’inflazione, e con le sue previsioni su cosa dovrebbe fare la Fed per rispondere a quella inflazione”.
Non sarebbe invece più in corsa per la conquista dello scranno più alto della banca centrale il segretario al Tesoro USA Scott Bessent che, stando alle parole di Trump, vorrebbe rimanere dov’è. Al fianco del presidente degli Stati Uniti.
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