Riforma delle pensioni bloccata dal mancato accordo di Governo

Simone Micocci

10 Aprile 2018 - 09:16

La Legge di Bilancio 2018 ha previsto l’istituzione di due Commissioni studio per l’ampliamento dei lavori gravosi e la divisione della spesa previdenziale da quella assistenziale. Un importante strumento di supporto per il Governo che ancora non c’è.

Riforma delle pensioni bloccata dal mancato accordo di Governo

La riforma delle pensioni deve andare avanti, ma ad oggi questo è impossibile vista l’assenza di un Governo.

Continuano le discussioni tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle per trovare un accordo che permetta ai due schieramenti di governare insieme, mentre il Partito Democratico resta (almeno per adesso) spettatore disinteressato.

La giornata di ieri non è stata però positiva per tutti coloro che sperano in un accordo di Governo tra Lega (con Forza Italia) e Movimento 5 Stelle, poiché c’è stato un botta e risposta tra Salvini e Di Maio che sembra precludere ad un accordo futuro. Da una parte il leader del Movimento 5 Stelle ha ribadito che c’è lo “0% di possibilità” per un accordo con l’intera coalizione di Centrodestra, dall’altra Salvini ha risposto dicendo che ad oggi Di Maio “vale meno di 0”.

Vista l’attuale situazione quindi non è da escludere l’ipotesi di un ritorno alle urne, anche se Mattarella sembra non essere propenso a questa ipotesi. Urge trovare una soluzione al più presto così da far partire la nuova stagione di riforme come quella che dovrebbe riguardare le pensioni.

Come noto sia Salvini che Di Maio in campagna elettorale hanno promesso una revisione della Legge Fornero con l’introduzione di nuove misure (come la Quota 100) che rendano più flessibili i requisiti per la pensione. Allo stesso tempo ci potrebbe essere la stabilizzazione dell’Opzione Donna e l’estensione della Quota 41, ma tutto dipenderà da un eventuale accordo di Governo.

Tra gli altri temi che il prossimo Governo dovrà affrontare c’è l’ampliamento della platea dei lavori gravosi e la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale. Due misure delle quali viene fatta menzione nella Legge di Bilancio 2018, dove è prevista l’istituzione di due Commissioni di studio che dovranno concludere i lavori entro settembre.

Dovrà essere il Presidente del Consiglio a firmare per la loro istituzione, di concerto con il Ministro del Lavoro e con quello dell’Economia (sarà sentito anche il parere del Ministro della Salute).

Ad oggi però queste due Commissioni non hanno visto la luce e non è da escludere che qualora l’impasse di Governo vada avanti ancora per qualche settimana sia l’attuale Esecutivo presieduto da Gentiloni a firmare.

L’importanza delle due Commissioni studio

Le due Commissioni studio sopra menzionate saranno presiedute dal Presidente dell’Istat e formate dai rappresentanti dei Ministeri dell’Economia, del Lavoro e della Salute. Oltre a questi ne prenderanno parte i rappresentanti del Dipartimento della funzione pubblica, dell’ISTAT, dell’INPS, dell’INAIL ed esperti in materie economiche, statistiche e attuariali.

Un gruppo di esperti che avrà il compito di rispondere alla domanda: “ci sono altri lavori gravosi da aggiungere agli attuali 15?

Per farlo dovranno analizzare la gravosità dei vari lavori così da capire se ci sono alcune categorie di lavoratori meritevoli di beneficiare di particolari agevolazioni per la pensione, così come ad esempio avviene oggi per gli insegnanti della scuola dell’infanzia o i conciatori di pelli e pellicce che possono beneficiare dell’anticipo pensionistico senza penalizzazioni se hanno maturato almeno 36 anni di contributi (qui i requisiti per l’Ape Sociale).

L’altra Commissione invece avrà il compito di valutare se è possibile separare la spesa previdenziale da quella assistenziale ed eventualmente in che modo farlo.

In linea generale comunque queste due Commissioni saranno utili per capire come migliorare il sistema previdenziale italiano e per trovare una soluzione in merito ad una pensione di garanzia per le generazioni future. Insomma uno strumento di supporto per la nuova riforma delle pensioni che verrà attuata dal prossimo Governo, l’unico che al momento manca all’appello.

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