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Riforma pensioni: quale futuro per l’Opzione Donna?
mercoledì 4 aprile 2018, di
Quale sarà il futuro dell’Opzione Donna? Molte donne si chiedono se in futuro ci sia la concreta possibilità di una conferma dell’Opzione Donna, la misura che permette loro di andare in pensione in anticipo rispetto alle regole ordinarie.
Ricordiamo, infatti, che nel 2018 non c’è stata la tanto attesa proroga dell’Opzione Donna, la quale può essere ancora richiesta ma solamente da coloro che hanno maturato i requisiti necessari negli anni scorsi. Questa misura però non è stata archiviata definitivamente dal momento che se ne tornerà a parlare con la nuova riforma delle pensioni.
A tal proposito assumono molta importanza le consultazioni che avranno inizio oggi al Quirinale, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ascolterà le varie forze politiche prima di decidere a chi assegnare l’incarico di formare un Governo. In caso di accordo tra Lega e M5S - con i pentastellati che però hanno posto il veto su Forza Italia - è molto probabile che si arriverà presto ad un revisione della Legge Fornero con l’approvazione di misure alternative quali la Quota 41 e la Quota 100, così come la stabilizzazione dell’Opzione Donna.
In caso di mancato accordo, invece, è sempre più probabile un ritorno alle urne con la riforma delle pensioni che dovrà attendere ulteriormente.
Ma ipotizziamo che a concretizzarsi sia il primo scenario, ovvero quello di un accordo di Governo tra Movimento 5 Stelle e Centrodestra (con o senza Forza Italia) che abbia la maggioranza per approvare una nuova riforma delle pensioni che renderebbe più flessibile la Legge Fornero; in tal caso quale sarebbe il futuro dell’Opzione Donna? Scopriamolo.
L’Opzione Donna oggi
Come anticipato nella Legge di Bilancio 2018 non c’è stata alcuna proroga dell’Opzione Donna. Tuttavia ci sono delle lavoratrici che possono ancora richiederla per andare in pensione in anticipo.
Per chi non lo sapesse questa opzione è riservata sia alle lavoratrici nel pubblico impiego che nel settore privato; a queste viene permesso di andare in pensione al compimento dei 57 anni di età se maturati 35 anni di contributi. L’Opzione Donna inoltre è accessibile anche dalle lavoratrici autonome, ma in questo caso il requisito anagrafico è di 58 anni di età.
Tuttavia chi intende usufruire dell’Opzione Donna deve essere consapevole che subirà una notevole riduzione dell’assegno pensionistico poiché in questo caso la pensione viene calcolata interamente su sistema contributivo che, come noto, è più svantaggioso del sistema retributivo o del misto.
Introdotta dalla Legge Maroni (la n°243/04) l’Opzione Donna non è stata rinnovata per il 2018. Ciò significa che ad oggi possono richiederla solamente coloro che:
- hanno compiuto 57 anni e 7 mesi entro il 31 luglio del 2016;
- hanno maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre del 2015.
Ricordiamo inoltre che per accedervi bisogna essere iscritte all’assicurazione generale obbligatoria o ad altri fondi sostitutivi esclusivi che al 31 dicembre del 1995 erano in possesso di contributi. Non possono richiederla, invece, le lavoratrici iscritte alla gestione separata.
L’Opzione Donna di domani
L’Opzione Donna nel 2018 è stata solamente “sospesa”; tutti gli schieramenti politici, infatti, sono concordi sul fatto che in futuro se ne tornerà a parlare con l’ipotesi concreta di una sua stabilizzazione. Ne ha parlato poco tempo fa il presidente della Commissione Lavoro alla Camera - Cesare Damiano - ed è una possibilità prevista sia nel programma elettorale della Lega che in quello del Movimento 5 Stelle.
Insomma, così come la Quota 41 che potrebbe essere estesa a tutti anche l’Opzione Donna potrebbe essere stabilizzata, con buona pace dell’Unione Europea che invece non sembra essere favorevole ad una nuova riforma delle pensioni.
Di conseguenza già dal prossimo anno le lavoratrici con 35 anni di contributi potrebbero andare in pensione al compimento dei 57 anni di età; per ulteriori sviluppi, però, bisognerà attendere un eventuale accordo di Governo.