Pensioni, il calendario della riforma: le prossime tappe, cosa succederà

Simone Micocci

17 Novembre 2021 - 11:55

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Pensioni: Mario Draghi e i sindacati avviano il confronto per la riforma della Legge Fornero. Poche novità nel 2022, mentre dal 1° gennaio 2023 potrebbe cambiare tutto.

Pensioni, il calendario della riforma: le prossime tappe, cosa succederà

Mario Draghi promette ai sindacati di ridiscutere le regole per l’accesso alla pensione, con la possibilità di rivedere quanto stabilito dalla riforma Fornero del 2011 pur non abbandonando il sistema contributivo.

Una promessa fatta nel corso dell’incontro avuto con i sindacati il 16 novembre, durante il quale è stato tracciato un calendario della riforma con tutte le tappe più importanti. Anche perché chi si avvicina al momento della pensione vuole avere le idee chiare su come andarci e per il momento la Legge di Bilancio 2022 non scioglie ancora tutti i dubbi vista la possibilità di una modifica del testo della manovra con il passaggio in Parlamento.

Un’ipotesi che Mario Draghi ha smentito, spiegando che rispetto a quanto già stanziato non ci saranno altre risorse in Legge di Bilancio da dedicare alle pensioni. Novità però ci saranno, con nuove discussioni in programma per il 2022.

Calendario riforma delle pensioni: 1° gennaio 2022

Durante l’incontro, durato due ore, Mario Draghi ha ribadito il proprio impegno riguardo alla possibilità di discutere di una riforma delle pensioni che possa in parte rivedere quanto deciso dalla Fornero, ma solamente per il 2023.

Per il prossimo anno, quindi, fa fede quanto già previsto dalla Legge di Bilancio e semmai dovessero esserci modifiche con il passaggio in Parlamento (i sindacati ne discuteranno con il Ministro dell’Economia e con quello del Lavoro) queste non saranno così rilevanti.

Il primo step della riforma, quindi, sarà sì il 1° gennaio 2022 ma con delle novità poco rilevanti. Nel dettaglio, al netto dell’addio confermato a Quota 100, ci sarà:

  • proroga di Opzione Donna mantenendo gli stessi requisiti degli ultimi anni. L’importante sarà maturarli entro la scadenza del 31 dicembre 2021;
  • Quota 102, con la possibilità di accedere alla pensione con 38 anni di contributi e 64 anni di età, purché entrambi i requisiti vengano raggiunti entro il 31 dicembre 2022.

Queste le tre novità riguardanti la flessibilità in uscita, mentre per tutto il resto si continuerà a far fede a quanto previsto dalla riforma Fornero.

Calendario riforma delle pensioni: dicembre 2021

Già a dicembre 2021, però, ci sarà un nuovo incontro tra Mario Draghi e i sindacati, questa volta per avviare un confronto su una riforma delle pensioni strutturale.

Gli incontri, come spiegato dal segretario della UIL, Pierpaolo Bombardieri, dovrebbero terminare in tempo per marzo/aprile, periodo in cui con il DEF verranno definite le risorse a disposizione per il 2023.

Allorché, viste le indiscrezioni rispetto alla possibilità di un Mario Draghi nuovo Presidente della Repubblica, ci si è chiesti se sarà il premier a portare avanti il confronto fino alla primavera del 2022. I sindacati lo hanno chiesto al diretto interessato durante il confronto: la risposta - riportata da Bombardieri - è che “sarà sempre lui” a presiedere gli incontri, smentendo quindi la possibilità di andare al Quirinale abbandonando la Presidenza del Consiglio.

Calendario riforma delle pensioni: gennaio 2023

A gennaio 2023, poi, dovrebbe entrare in vigore la riforma decisa dai sindacati e Draghi nei confronti avuti nei mesi precedenti. Va sottolineato, però, che gli stessi sindacati - pur valutando positivamente la promessa fatta da Draghi - non si dicono sicuri riguardo al raggiungimento di un risultato che possa soddisfare tutte le parti.

Già il fatto che Draghi, da sempre molto vicino all’Unione Europea che ci chiede di dare piena attuazione della riforma Fornero, abbia deciso di sedersi a un tavolo che ha come obiettivo ufficiale proprio quello di rivedere la Legge del 2011 rappresenta un fatto importante.

Una riforma della Fornero fino a oggi non era stata nei programmi del Governo, mentre adesso a quanto pare è in lavorazione e potrebbe essere in vigore già dal 1° gennaio 2023, quando - ma questo dipenderà dall’esito del confronto - potrebbe esserci una maggiore flessibilità in uscita.

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