Mercati, il mese di dicembre inizia oggi da 3 punti chiave

Violetta Silvestri

01/12/2023

01/12/2023 - 08:46

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Inizia il mese di dicembre per i mercati e i temi cruciali per gli investitori sono almeno 3. Come finirà l’anno per le azioni, le obbligazioni, le materie prime? Cosa osservare negli scambi di oggi.

Mercati, il mese di dicembre inizia oggi da 3 punti chiave

I mercati finanziari entrano oggi nell’ultimo mese di un anno pieno di sorprese.

In Asia, dicembre è cominciato incerto, con le azioni miste, il dollaro sulla difensiva e i prezzi del petrolio che hanno prolungato il loro recente calo.

Novembre ha chiuso gli scambi con un rally azionario globale, nel quale solo la Cina non ha brillato. Gli investitori si preparano quindi per un inizio di dicembre positivo in Europa, pieni di aspettative sui prossimi tagli dei tassi delle banche centrali.

Un calendario ricco, con la pubblicazione dei PMI manifatturieri provenienti da Paesi di tutta Europa, fornirà oggi un quadro più chiaro dell’economia della regione. Intanto, i futures indicano un’apertura al rialzo per le Borse europee. In questa cornice di aspettative, 3 fattori sono osservati da vicino dagli investitori per il mese di dicembre.

1. Inflazione e tassi

I dati di giovedì 30 novembre provenienti sia dalla zona euro che dagli Stati Uniti hanno mostrato che l’inflazione è in rallentamento più delle attese. La positiva sorpresa ha stimolato le aspettative su tagli dei tassi da parte delle banche centrali, con i mercati monetari che scontano più di 100 punti base in tagli l’anno prossimo sia da parte della Fed che della Bce.

La disconnessione tra le scommesse dei trader e le banche centrali si è approfondita dopo i risultati della settimana. Le banche centrali si oppongono alle voci di tagli dei tassi e sono più prudenti, mentre i mercati tengono conto dei dati sull’inflazione relativamente più favorevoli per essere ottimisti su una diminuzione del costo del denaro tra marzo e aprile del 2024.

2. Resilienza Usa...o no?

La spesa dei consumatori statunitensi, l’inflazione e il mercato del lavoro si sono tutti raffreddati nelle ultime settimane, evidenziando ulteriormente un rallentamento dell’economia.

La spesa personale corretta per l’inflazione è aumentata dello 0,2% il mese scorso dopo un + 0,3% rivisto al ribasso a settembre. Dati separati hanno mostrato che le richieste ricorrenti di sussidi di disoccupazione sono ai livelli più alti degli ultimi due anni. I dati sono coerenti con le aspettative di una moderazione dell’economia nel quarto trimestre, dopo la crescita più forte in quasi due anni.

Una domanda più fredda può aiutare a rassicurare la Fed sul fatto che le pressioni inflazionistiche continueranno ad attenuarsi, rafforzando le aspettative che i banchieri centrali abbiano finito di aumentare i tassi di interesse.

3. Petrolio in calo, confusione OPEC

I prezzi del petrolio hanno ampliato le perdite in questo primo giorno di dicembre e sembrano destinati a registrare una sesta settimana consecutiva di ribassi. I tagli volontari alla produzione concordati dai produttori OPEC+ non sono stati all’altezza delle aspettative del mercato.

Il cartello, che pompa oltre il 40% del petrolio mondiale, si sta concentrando sulla riduzione della produzione poiché i prezzi sono scesi dai circa 98 dollari di fine settembre, tra le preoccupazioni per una crescita economica più debole nel 2024 e le aspettative di un surplus di offerta.

L’Arabia Saudita, la Russia e altri membri dell’OPEC+ hanno concordato una riduzione volontaria della produzione di 900.000 barili al giorno oltre a estendere di 1,3 milioni di barili al giorno i tagli alla produzione già in atto. I delegati avevano in precedenza discusso fino a 2 milioni di barili al giorno in nuovi limiti alla produzione.

Arabia Saudita, Russia, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Kazakistan e Algeria sono tra i produttori che hanno affermato che i tagli, che ammontano a 2,2 milioni di barili in totale, saranno svolti gradualmente dopo il primo trimestre, se le condizioni di mercato lo consentiranno.

Separatamente, il Brasile ha dichiarato giovedì che entrerà a far parte dell’OPEC+ il prossimo anno, anche se tale mossa non vincolerebbe il paese più grande del Sud America a tagli alla produzione.

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