Petrolio ai minimi, trend divergenti e segnali contrastanti: il settore energetico sembra tranquillo ma qualcosa si muove sotto la superficie.
Il petrolio torna a mostrare segnali di debolezza strutturale, avvicinandosi ai minimi dell’anno e sfiorando livelli che ricordano cicli ribassisti più profondi. E con lui, inevitabilmente, anche una parte dei titoli legati al settore energetico inizia a rallentare. La domanda che molti investitori italiani si pongono è semplice e diretta: come reagiranno ENI ed ENEL dopo i recenti uptrend, le rotture dei massimi e l’entusiasmo che li ha accompagnati nelle settimane passate? Stiamo davvero entrando in un’area di potenziale correzione, o siamo di fronte a una fisiologica fase di assestamento?
La sensibilità di ENI al ciclo delle commodity
Quando si parla di ENI, la correlazione con il prezzo del petrolio è storicamente evidente. Il core business produce utili attraverso l’estrazione e la vendita di oil & gas, e questo rende la società inevitabilmente esposta alle oscillazioni delle commodity energetiche. Se il greggio scende verso livelli depressi, la marginalità operativa tende a comprimersi, erodendo la capacità di generare cash flow libero in modo efficiente, anche se questa relazione non è così lineare come sembra ed influenzata anche da dinamiche esterne. Detto in termini tecnici, la beta di ENI rispetto all’oil resta positiva, e questo amplifica la volatilità relativa del titolo. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA