Il post di Brooks pubblicato su X. L’economista senior fellow di Brookings Institution da sempre polemico nei confronti dell’aiuto della BCE ai BTP.
La prova del nove è ufficiale, incisa negli stessi documenti pubblicati dalla BCE: con il suo bazooka PEPP, la Banca centrale europea è intervenuta nel luglio del 2022 per sostenere l’Italia e i suoi BTP, rimasti di colpo orfani del governo Draghi, sulla scia della decisione dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi di dimettersi.
A diffondere la prova del nove dell’ennesimo aiuto che l’Eurotower ha dato a suo avviso all’Italia è stato Robin Brooks, ex responsabile strategist del forex di Goldman Sachs, ora Senior Fellow presso il think tank Brooking Institution, con un post pubblicato dal suo profilo su X, ex Twitter, da cui emerge anche un’accusa precisa: aiutando l’Italia, la BCE avrebbe aiutato Giorgia Meloni a vincere le elezioni.
Il post, BCE intervenuta a favore dei BTP quando è caduto il governo Draghi. Così ha aiutato Meloni a vincere
Da tempo critico verso il ruolo salvifico che la BCE ha continuato in questi anni a ricoprire, nel blindare l’Italia e i Paesi periferici dell’area euro dalle vendite degli investitori fino, a suo avviso, a gonfiare in modo ingiutificabile il valore dei BTP, dei Bonos e anche dei TItoli di Stato della Grecia, Robin Brooks attacca ora Francoforte per aver salvato in sostanza il debito pubblico italiano dalle fauci della speculazione nei tempi in cui il governo Draghi è collassato, nell’estate del 2022. In che modo? Facendo più shopping di BTP, attraverso il piano PEPP, noto anche come QE pandemico, a quei tempi ancora in vigore.
“La BCE ora pubblica i dati mensili relativi ai reinvestimenti effettuati con il PEPP, che mostrano come nel luglio del 2022, quando Draghi si è dimesso, la BCE è intervenuta in modo significativo per mettere un tetto ai rendimenti italiani ”, ha scritto Brooks, aggiungendo che, così facendo, Francoforte ha tenuto la questione del debito fuori dall’agenda delle elezioni (politiche) dell’Italia, “e ha aiutato Meloni a vincere”. Praticamente, ha concluso Brooks, “è la BCE che decide tutto. Uno scandalo...”
The ECB now publishes monthly data on PEPP reinvestments. They show that in July 2022 - when Draghi resigned - ECB intervened heavily to cap Italian yields. This kept Italy's debt off the agenda for Italy's election that year and helped Meloni win. ECB as kingmaker. A scandal... pic.twitter.com/PvrrfLvXLw
— Robin Brooks (@robin_j_brooks) May 22, 2025
Robin Brooks ha poi rimarcato la sua idea, rispondendo a un commento e ribadendo che, a suo avviso, la BCE è intervenuta per aiutare sia l’Italia che la Spagna, finanziando quegli interventi con i ricavi ottenuti dai Bund tedeschi giunti a scadenza. “La cosa non cambia il mio punto di vista. Questo intervento ha impedito all’Italia di assistere a rendimenti (dei BTP) molto più alti, aiutando Giorgia Meloni a vincere le elezioni successive. Uno scandalo”, si legge di nuovo.
L’economista Robin Brooks è noto per andare puntualmente alla carica contro l’Italia e contro la BCE.
Tra le ultime accuse, quella riassunta in un post con cui l’esperto ha fatto notare come i rendimenti dei BTP a 30 anni viaggino a a livelli inferiori rispetto al 2012, sebbene i rendimenti dei Titoli di Stato del Regno Unito e degli Stati Uniti siano più alti rispetto a quel periodo. Qualcosa di inconcepibile, che sfida le leggi dei fondamentali economici. E qualcosa che sarebbe l’ennesima dimostrazione della profonda distorsione dei mercati causata dalla Banca centrale europea, prima con il QE-Quantitative easing sfornato dall’ex presidente della BCE ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi, poi con il PEPP o anche QE pandemico, varato dall’attuale numero uno della Banca centrale europea, Christine Lagarde, al fine di arginare il danno provocato all’economia dell’area euro dall’esplosione della pandemia Covid-19 nel marzo del 2020.
Quei programmi, in realtà, non sono più ufficialmente attivi. Non solo: entrambi sono stati sostituiti dal piano opposto, che porta il nome di QT-Quantitative Tightening.
Ma per Brooks i loro effetti sono rimasti, a vantaggio dei BTP e a dispetto dei Bund e di altri Titoli di Stato di altri Paesi dell’Eurozona che, in teoria, è questa l’aspra critica, sono espressione di livelli di debiti pubblici innegabilmente più solidi di quello monstre dell’Italia.
BTP ancora blindati solo da effetti flebo BCE? I premi a Meloni dalle agenzie di rating
Nonostante questo, ha sottolineato più volte l’ex Goldman Sachs, i rendimenti dei BTP e lo spread italiani presentano valori da Paese virtuoso. Tutto solo per la flebo della BCE. E’ davvero così?
A fronte di chi sostiene la tesi di Brooks, ci sono diversi economisti e cittadini italiani che rimarcano come, se i BTP continuino a essere acquistati, fino a fare gola non solo ai piccoli risparmiatori ma anche agli investitori stranieri, il merito è anche e soprattutto del rigore sui conti pubblici che il governo Meloni continua a portare avanti, consapevole della necessità di dover rispettare i diktat UE e di impedire che la già grande voragine presente nelle casse dello Stato italiani si allarghi ulteriormente.
Di questo impegno hanno preso atto anche le agenzie di rating, come conferma la decisione di S&P Global di premiare i BTP, alzando il rating sul debito dell’Italia e il recente verdetto di Moody’s, che venerdì scorso, pur confermando la valutazione sul debito pubblico dell’Italia a un valore al di sopra del rating junk di appena un gradino, ha alzato il giudizio da “stabile” a “positivo”.
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