BTP, Bankitalia rivela dietrofront investitori esteri, mentre Robin Brooks (Brooking Institution) riaccende il caso dell’Italia blindata dalla BCE.
I BTP faranno anche più gola agli investitori stranieri rispetto al passato, come d’altronde, numeri alla mano, hanno confermato i risultati delle ultime aste dei Titoli di Stato italiani.
Tuttavia, dal rapporto “Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero” che è stato diffuso nella giornata di ieri dalla Banca d’Italia, è emerso che, almeno nel mese di marzo 2025, gli investitori esteri hanno ridotto la loro esposizione sui BTP italiani per la prima volta dal dicembre del 2023.
Per la precisione, l’esposizione degli investitori stranieri sui BTP è scesa nel mese di 4,5 miliardi di euro, dopo gli acquisti netti di febbraio, che erano ammontati a 23,2 miliardi.
In attesa del grande ritorno del BTP Italia, ormai ai nastri di partenza, va detto che la luna di miele tra i BTP e gli investitori continua, come ha dimostrato la recente carica di investitori che si sono lanciati alla conquista dei Titoli di Stato italiani.
Lo spread BTP-Bund viaggia in area 100 punti base, a fronte di rendimenti decennali dei BTP che oscillano in area 3,60%.
Il trend dei BTP e dello spread continua a essere motivo di vanto per il governo Meloni, e l’entusiasmo è stato talmente evidente che rimane storica la gaffe sullo spread di qualche giorno fa che ha fatto la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Lo strano caso dei BTP, che “battono” Treasury e Gilt UK
Ma c’è chi continua a sottolineare la profonda distorsione presente tuttora sui mercati, per effetto dei bazooka monetari pro-Italia lanciati in passato dalla BCE, sia di Mario Draghi che di Christine Lagarde. Bazooka che hanno portato il nome di QE-Quantitative easing e di PEPP o anche QE pandemico, andati entrambi in soffitta e soppiantati dal QT-Quantitative Tightening, ma i cui effetti continuerebbero tuttora a blindare i Titoli di Stato italiani.
Con un nuovo post pubblicato su X torna a parlare del caso Italia l’economista Robin Brooks, ex responsabile strategist del forex di Goldman Sachs, ora Senior Fellow presso il think tank Brooking Institution, che fa notare con un grafico come i rendimenti dei BTP a 30 anni viaggino a livelli inferiori rispetto al 2012, sebbene i rendimenti dei Titoli di Stato del Regno Unito e degli Stati Uniti siano più alti rispetto a quel periodo.
Italy's 30-year yield is lower today than in 2012, even as UK and US yields are higher. This is entirely the result of ECB actions, which constitute a hidden subsidy for what - in the end - is bad fiscal policy. This happens at the expense of Germans and - ultimately - Italians. pic.twitter.com/NQ3YNmgacs
— Robin Brooks (@robin_j_brooks) May 20, 2025
L’ennesima accusa alla BCE non manca: “ Questo è interamente il risultato delle azioni della BCE, che costituiscono un sussidio nascosto per quella che, in sostanza, è una politica fiscale sbagliata”.
Qualcosa che, rimarca Brooks, “ avviene a spese della Germania e, alla fine, degli italiani”.
C’è chi, rispondendo al post, sottolinea che tuttavia “ è solo questione di tempo, prima che i mercati si rendano conto di quanto sta accadendo ai bond globali e riprezzi l’Italia, la Spagna e la Francia ”.
Di fatto, si legge nel commento, “ nessun investitore razionale crederà che i Treasury siano rischiosi e i BTP non lo siano ”.
Countdown a verdetto rating Italia firmato da Moody’s
A questo punto, l’attesa in Italia è tutta per il verdetto sul debito pubblico dell’Italia in arrivo di Moody’s, la stessa che venerdì scorso ha strappato l’ultimo rating a tripla A ai Treasury USA.
La data da segnarsi è quella di dopodomani, venerdì 23 maggio, quando Moody’s annuncerà l’esito dell’aggiornamento del rating sul debito pubblico dell’Italia.
In evidenza il commento riportato dall’agenzia AdnKronos di Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING Italia che, intervenendo a un evento organizzato da Ing per la presentazione di Think, la piattaforma editoriale di ING dedicata all’analisi macroeconomica e finanziaria, ha commentato la fiducia verso l’Italia che qualche settimana fa è arrivata proprio dal mondo delle agenzie di rating, per la precisione da S&P Global, che ha promosso la valutazione sui BTP italiani con un upgrade che ha migliorato il giudizio da BBB a BBB+. Un upgrade, ha sottolineato Pizzoli, “inatteso, ma conseguente a fattori di mercato che gli investitori stanno valutando positivamente ”.
L’economista senior di ING Italia ha continuato, facendo notare che “resta un atteggiamento prudente, in un contesto nel quale la normalizzazione dei flussi internazionali pre dazi di Trump aveva sottolineato come la posizione italiana sull’estero fosse molto positiva. A questo aggiungiamo la relativa stabilità politica del Paese, che nel contesto europeo è diventato bene scarso, che questa volta ha premiato l’Italia”.
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