Moody’s ha declassato il rating del credito USA, in un crescente timore per i conti della prima potenza mondiale. Debito e deficit aumentano in modo insostenibile? La credibilità di Trump in bilico.
Moody’s ha abbassato il rating del credito degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, unendosi a Fitch Ratings e S&P Global Ratings nel valutare la più grande economia mondiale al di sotto della posizione di tripla A.
Il taglio di un livello arriva più di un anno dopo che Moody’s aveva modificato l’outlook sul rating degli Stati Uniti a negativo. L’agenzia di valutazione del credito ha ora fissato un outlook stabile.
La pressione sulla gestione economica finanziaria di Trump è alta. Il declassamento ha confermato le crescenti preoccupazioni relative al debito nazionale ora pari a 36.000 miliardi di dollari, in una mossa che potrebbe complicare gli sforzi del presidente USA di tagliare le tasse e avere ripercussioni sui mercati globali.
Dal suo ritorno alla Casa Bianca, il 20 gennaio, Trump ha dichiarato che avrebbe pareggiato il bilancio, mentre il suo segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha più volte affermato che l’attuale amministrazione mira ad abbassare i costi di finanziamento del governo degli Stati Uniti.
Tuttavia, i tentativi dell’amministrazione di aumentare le entrate e ridurre la spesa non sono finora riusciti a convincere gli investitori. Il Dipartimento per l’Efficienza Pubblica di Elon Musk non ha centrato gli obiettivi, alzando piuttosto un vento di polemiche.
Gli sforzi di aumentare le entrate attraverso i dazi hanno suscitato preoccupazioni per una guerra commerciale e un rallentamento globale, agitando i mercati. Se non tenute sotto controllo, questi timori potrebbero innescare un crollo del mercato obbligazionario e ostacolare la capacità dell’amministrazione di perseguire il suo programma secondo diversi analisti.
Perché Moody’s ha declassato il rating USA?
Moody’s Ratings ha revocato agli Stati Uniti il suo ultimo rating creditizio più elevato, a dimostrazione della crescente preoccupazione che l’aumento del debito e dei deficit possa danneggiare la posizione dell’America come principale destinazione del capitale globale e aumentare i costi di indebitamento del governo.
“Le amministrazioni e il Congresso degli Stati Uniti che si sono succeduti non sono riusciti a concordare misure volte a invertire la tendenza degli ampi deficit fiscali annuali e dei crescenti costi degli interessi”, hanno dichiarato gli analisti di Moody’s in una nota. “Non crediamo che le attuali proposte di bilancio in esame produrranno significative riduzioni pluriennali della spesa obbligatoria e dei deficit”.
Proprio venerdì, infatti, i legislatori di Washington hanno continuato a lavorare a un massiccio disegno di legge su tasse e spese che dovrebbe aggiungere migliaia di miliardi al debito federale nei prossimi anni.
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Previsioni fosche per gli USA
Moody’s ha affermato che è improbabile che le proposte fiscali in esame possano portare a una riduzione duratura e pluriennale dei deficit e ha stimato che l’onere del debito federale salirà a circa il 134% del PIL entro il 2035, rispetto al 98% del 2024. Non solo, le previsioni annunciano uno scenario di un ampliamento del deficit federale, che raggiungerà quasi il 9% del PIL entro il 2035, rispetto al 6,4% del 2024, trainato principalmente dall’aumento degli interessi sul debito, dalla crescente spesa per i diritti acquisiti e da una generazione di entrate relativamente bassa.
Il governo degli Stati Uniti è sulla buona strada per superare i livelli record di debito registrati dopo la Seconda guerra mondiale in soli quattro anni, raggiungendo il 107% del prodotto interno lordo entro il 2029, ha avvertito il Congressional Budget Office a gennaio.
Questa stima non include il potenziale effetto di un drastico taglio delle tasse da parte del Partito Repubblicano, che gli economisti prevedono aggiungerà migliaia di miliardi di dollari al saldo negativo del bilancio statale nel prossimo decennio.
Nel lungo termine, si prevede che una maggiore spesa federale per la previdenza sociale e Medicare – dovuta all’invecchiamento della popolazione – aggraverà il debito federale nei prossimi decenni, insieme a tassi di interesse più elevati che hanno fatto aumentare i costi del servizio del debito.
Il taglio segue un declassamento da parte della rivale Fitch, che nell’agosto 2023 aveva anch’essa ridotto di un livello il rating sovrano degli Stati Uniti, citando il previsto deterioramento fiscale e le ripetute negoziazioni fino all’ultimo minuto sul tetto del debito che minacciavano la capacità del governo di pagare i propri conti.
Fitch è stata la seconda grande agenzia di rating a privare gli Stati Uniti del loro rating massimo, la tripla A, dopo Standard & Poor’s, che lo ha fatto dopo la crisi del tetto del debito pubblico del 2011.
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