L’aumento IVA è solo posticipato: la stangata del 2021

Rosaria Imparato

5 Dicembre 2019 - 14:37

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L’aumento dell’IVA è stato scongiurato dalla Legge di Bilancio 2020, mentre per il 2021 è previsto l’innalzamento delle aliquote, sia ridotta che ordinaria. Il risultato è una stangata sui consumatori da oltre 500 euro.

L’aumento IVA è solo posticipato: la stangata del 2021

L’aumento IVA è stato scongiurato per il prossimo anno, ma per il 2021 è ancora tutto da vedere.

Secondo le previsioni della Codacons, a partire dal 2021 le famiglie spenderanno dai 500 fino a 1.200 euro in più rispetto al 2019.

Per la Legge di Bilancio di quest’anno il Governo Conte è riuscito a trovare i 23 miliardi di euro necessari a sterilizzare l’aumento dell’IVA, ma lo stesso problema si ripresenterà anche per il 2021.

Per ora, infatti, l’aumento dell’IVA è stato solo posticipato al 2021, anno in cui dovrebbe verificarsi, secondo il testo dell’attuale manovra, l’innalzamento delle aliquote:

  • fino al 25% di quella ordinaria;
  • e al 12% quella ridotta.

Come conseguenza si verificherebbe l’ennesimo aumento della pressione fiscale, l’ennesimo peso sui già tartassati contribuenti italiani.

Si continua ad alimentare il circolo vizioso del sistema fiscale italiano, visto che finora l’asfissiante pressione fiscale a cui i contribuenti sono sottoposti ha solo portato, come esito principale, all’evasione.

L’aumento IVA è solo posticipato: nessun aumento nel 2020 ma stangata nel 2021

In seguito alla crisi di Governo dello scorso agosto, tutti gli italiani hanno tenuto il fiato sospeso, aspettandosi l’ennesimo rincaro sui prezzi.

Invece, il 30 settembre c’è stato l’inaspettato annuncio del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che confermava di aver trovato i 23 miliardi necessari per sterilizzare le clausole di salvaguardia IVA.

Naturalmente si tratta di uno stop all’aumento dell’IVA valido solo per il prossimo anno, a cui si lavora nella Legge di Bilancio 2020.

L’anno prossimo di questi tempi i cittadini italiani avranno di nuovo la stessa preoccupazione: di quanto aumenterà l’IVA nel 2021?

In base al testo della manovra al momento al vaglio del Senato, nel 2021 l’aumento delle aliquote IVA sarà:

  • dall’attuale 10% al 12% per quella ridotta;
  • dall’attuale 22% al 25% per quella ordinaria.

Nel 2022 l’aliquota ordinaria arriverà a toccare il 26,5%.

Inoltre, dal 2021 si prevede anche un aumento del prezzo delle accise sui carburanti, col conseguente rincaro sui prezzi di diesel e benzina.

Considerando la maggiorazione delle aliquote sui carburanti, si prevede un’entrata netta di 50 milioni di euro nel 2021 e 300 milioni di euro nel 2022, così come si può leggere nella nota di lettura del Servizio di Bilancio sul sito del Senato:

Aumento IVA dal 2021: stangata da almeno 500 euro

L’aumento dell’IVA è una questione con cui tutte le legislature devono scontrarsi -e possibilmente risolvere- ogni anno.

Se per l’anno prossimo, il 2020, pare che i costi rimarranno gli stessi (con delle accortezze come il taglio dell’IVA sugli assorbenti biologici, lavabili e compostabili) per il 2021 e gli anni a seguire è ancora tutto in ballo.

Con l’aumento previsto di entrambe le aliquote IVA, sia ordinaria che ridotta, la conseguenza immediata è che ogni aspetto della vita costerà di più.

Non solo i beni di lusso, dunque, ma anche i prodotti di prima necessità diventeranno più costosi.

Secondo i dati elaborati dalla Codacons, a partire dal 2021 i bilanci delle famiglie dovranno sopportare circa 500 euro di spese in più.

Considerando poi l’aumento dell’aliquota ordinaria al 26,5% previsto nel 2022, la stangata raddoppia: a parità di consumi, le famiglie spenderanno 1.200 euro in più rispetto al 2019.

La preoccupazione più grande è che si continui ad alimentare il circolo vizioso che caratterizza il sistema fiscale italiano: più alta è la pressione fiscale, maggiori saranno i tentativi di evadere.

La lotta all’evasione fiscale sta caratterizzando il lavoro del secondo Governo Conte, che tra incentivi ai pagamenti tracciabili come il bonus befana e nuovi metodi di controllo dei conti correnti prova ad arginare il problema.

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