Asset russi congelati, il sondaggio di Money.it. Il 66% è contrario all’utilizzo per l’Ucraina

Redazione

19 Dicembre 2025 - 10:28

Solo il 33% è favorevole a sostenere l’Ucraina con gli asset della Russia presenti sul territorio comunitario. Il risultato del sondaggio di Money.it

Asset russi congelati, il sondaggio di Money.it. Il 66% è contrario all’utilizzo per l’Ucraina

Il sondaggio lanciato da Money.it su un tema centrale del dibattito europeo – l’utilizzo degli asset russi congelati per sostenere l’Ucraina – restituisce un risultato chiaro: il 66% dei lettori si dichiara contrario, mentre il 33% si dice favorevole. Solo l’1% ha scelto l’opzione “non so”, segno di una posizione generalmente definita su una questione che intreccia diritto internazionale, finanza e geopolitica.

Il 66% è contrario all'utilizzo per l'Ucraina Il 66% è contrario all’utilizzo per l’Ucraina Il sondaggio di Money.it

Il quesito arriva in un momento chiave. Nei giorni scorsi l’Unione europea ha approvato a maggioranza qualificata una norma che consente di congelare a tempo indeterminato circa 210 miliardi di euro di asset russi presenti sul territorio comunitario, superando il meccanismo del rinnovo semestrale delle sanzioni. La decisione, sostenuta anche dall’Italia, crea le condizioni tecniche per eventuali strumenti finanziari a favore dell’Ucraina a partire dal 2026-2027, in un contesto di progressiva riduzione degli spazi fiscali nazionali.

Il punto più controverso, tuttavia, non è il congelamento in sé, ma l’eventuale utilizzo diretto di tali risorse o delle loro garanzie per finanziare aiuti o prestiti a Kiev. Ed è su questo passaggio che si concentra la maggiore diffidenza emersa dal sondaggio.
Il risultato sembra riflettere preoccupazioni di natura giuridica e sistemica, più che una valutazione sul conflitto in corso. Il timore principale riguarda il possibile superamento del confine tra congelamento e confisca, con implicazioni rilevanti sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela della proprietà di soggetti statali esteri. Una linea di cautela che trova riscontro anche nella posizione espressa dal governo italiano, secondo cui l’utilizzo diretto degli asset solleva interrogativi legali non ancora risolti.

Accanto al tema giuridico, vi è anche una dimensione finanziaria. La trasformazione di asset congelati in strumenti di sostegno attivo potrebbe avere effetti sulla percezione dell’Europa come area sicura per la detenzione di capitali sovrani, un elemento che va oltre il caso russo e riguarda l’equilibrio complessivo dei mercati internazionali.

Il 33% dei favorevoli indica invece una lettura diversa: gli asset congelati vengono considerati una possibile leva finanziaria per ridurre l’impatto degli aiuti sui bilanci pubblici europei, in una fase in cui il sostegno all’Ucraina richiede risorse crescenti e stabili. In questa prospettiva, l’utilizzo dei fondi sarebbe giustificabile purché inserito in un quadro normativo chiaro e condiviso a livello internazionale.

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