Riforma ammortizzatori sociali, poche risorse in Manovra: le misure a rischio

Teresa Maddonni

20 Ottobre 2021 - 13:20

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Il progetto di riforma degli ammortizzatori sociali di Orlando andrebbe rivisto dal momento che vi sono solo 3 miliardi in Legge di Bilancio 2022. Cosa cambia per cassa integrazione e Naspi?

Riforma ammortizzatori sociali, poche risorse in Manovra: le misure a rischio

Per la riforma degli ammortizzatori sociali ci sarebbero poche risorse in Manovra motivo per cui alcune misure potrebbero saltare rispetto alla bozza che il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha presentato alle parti sociali alcune settimane fa.

Si parlerebbe, secondo le anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2022 che arrivano dall’approvazione del Documento programmatico di Bilancio avvenuta ieri in Consiglio dei Ministri, di 3 miliardi che però, come sottolinea Il Sole 24 Ore, potrebbero mettere a rischio l’estensione della cassa integrazione alle piccole imprese e agli autonomi, con una revisione anche della Naspi.

Proprio la cassa integrazione universale è da sempre la misura principale della nuova riforma degli ammortizzatori sociali attesa insieme a quella delle politiche attive.

Vediamo allora quali sono le modifiche possibili con le poche risorse in Manovra rispetto al progetto iniziale di Orlando.

Riforma ammortizzatori sociali: a rischio la CIG universale

Nella riforma degli ammortizzatori sociali a rischio è la cassa integrazione universale per le piccole imprese, che secondo la bozza di Orlando dovrebbe mandare definitivamente la CIG in deroga in pensione.

Nel dettaglio la cassa integrazione ordinaria verrà estesa ai servizi con la riforma degli ammortizzatori sociali, ma essendo poche le risorse potrebbe saltare la misura centrale del progetto Orlando quindi la CIG per le aziende fino a 5 dipendenti, il che dovrebbe portare a rivedere l’intera bozza.

Nelle intenzioni del ministro vi era la volontà di prevedere 13 settimane di CIG per i primi anni interamente a carico dello Stato, ma questo inevitabilmente crea un problema di costi. Dopo a pagare sarebbero le piccole aziende versando il contributo addizionale fino ad arrivare, come anticipa Il Sole 24 Ore, allo 0,5, ma non sembra sostenibile.

Sempre sul fronte cassa integrazione, con le poche risorse sembrerebbe a rischio anche l’ISCRO, la cassa integrazione per gli autonomi già prevista per il 2021 mentre si valuta l’ampliamento delle causali per la CIG straordinaria.

Riforma ammortizzatori sociali: nuovo décalage per la Naspi

La riforma degli ammortizzatori sociali riguarda anche la disoccupazione Naspi cui è destinato 1 miliardo della Manovra.

L’indennità Naspi viene potenziata e il décalage rivisto. Si intende per décalage, bloccato nel 2021 dal decreto Sostegni bis, la riduzione del 3% dell’importo della Naspi dal quarto mese di fruizione.

Con la riforma degli ammortizzatori sociali resterebbe confermato con la Manovra il nuovo meccanismo già previsto dalla bozza Orlando e che prevede la riduzione dell’importo:

  • dal sesto mese per i tutti i disoccupati;
  • dall’ottavo mese per i beneficiari della Naspi con più di 55 anni.

Non solo si penserebbe anche alla decontribuzione per il lavoro femminile nelle aziende al fine di agevolare il rientro delle donne dopo la maternità.

Allo stesso tempo si vorrebbe adottare, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi, un fondo di premialità per le aziende che mettono in pratica misure per la parità di genere.

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