I prezzi del rame sono saliti ai massimi di quasi tre anni ma gli analisti sono cauti. Focus sulla società Antofagasta, quotata alla Borsa di Londra.
Con il rialzo delle quotazioni dei metalli, le società del settore minerario festeggiano sul mercato azionario. Tra queste spiccano le azioni del produttore di rame Antofagasta, che dall’inizio dell’anno stanno godendo di un rialzo di oltre il 50%. Tra le altre società minerarie sul FTSE 100, indice principale della Borsa di Londra, alcune hanno raggiunto guadagni notevoli, che variano dal 13% della BHP Billiton al 33% di Fresnillo.
Il 100% delle variazioni positive del comparto è guidato dai prezzi delle materie prime: l’opinione diffusa tra gli analisti del settore è che se i prezzi delle materi prime inizieranno a scendere, di rimando anche i titoli del settore scenderanno.
Sembra banale, ma non sempre questa correlazione funziona.
I prezzi del rame sono saliti del 24% nell’anno in corso, mentre l’oro ha guadagnato il 15% e l’argento l’11%. A guidare queste risalite, secondo gli analisti, sono state sia la Cina, il più grande consumatore mondiale di materie prime, sia la crescente fiducia nell’economia globale.
Anche il crollo del dollaro ha aiutato molto le quotazioni delle materie prime, rendendo i metalli denominati in dollari più economici per gli acquirenti stranieri.
Le previsioni degli analisti sul rame
Ma un numero crescente di analisti sta lanciando l’allarme, in particolare riguardo i guadagni del rame. L’avanzamento del metallo rosso, infatti, è stato esagerato e la maggior parte del rally sembra guidato dalla speculazione. Un esempio su tutti può essere proprio la società Antofagasta, che opera prevalentemente in Cile. Il suo rialzo sul mercato deriva dalla salita dei prezzi del rame che, secondo i tori del settore, si sta preparando alla discesa. Sarebbe quindi meglio aspettare e vedere se l’ottimismo sul rame è giustificato prima di entrare nella folla rialzista.
Moltissimi osservatori ritengono che i prezzi stiano subendo un’eccessiva speculazione: il prezzo del rame in particolare sembra eccessivo e l’aumento dei prezzi degli ultimi mesi è insostenibile, secondo quanto riporta Codelco (Corporación Nacional del Cobre del Cile), il più grande produttore di rame al mondo.
Sul lungo periodo, l’andamento del rame non ha mai deluso in modo eccessivo ma al momento le previsioni per il 2019 non sono buone. Si prevedono infatti due anni di surplus e se non lo si combina con il potenziale rallentamento della domanda cinese, allora la quotazione potrebbe scendere piuttosto rapidamente. Se il prezzo del rame dovesse scendere, le azioni di Antofagasta farebbero altrettanto.
L’opinione comune fra 24 analisti che coprono Antofagasta è che la quotazione abbia bisogno di una correzione.
Il target price medio è di circa £8, il che implica una discesa di oltre il 20% rispetto ai livelli di prezzo attiale; solo il 16% degli analisti ha espresso un rating buy o overweight sul titolo.
Il rame dovrebbe salire a circa 3,53 dollari a libbra rispetto ai 3,10 dollari di oggi per giustificare l’attuale quotazione di Antofagasta. Uno scenario forse troppo ottimista, il che giustificherebbe una puntata short.
Anche i principali indicatori della Cina sono dei driver ribassisti sulla quotazione del rame e sulle azioni di Antofagasta. Le vendite nel settore immobiliare cinese hanno rallentato e la crescita del credito concesso ai privati è in fase di decelerazione; le società del comparto minerario si muovono generalmente nella stessa direzione dell’immobiliare.
Antofagasta viene scambiato a 25 volte gli utili previsti: è molto al di sopra, per esempio, della più famosa Anglo American. Nel mese di agosto, le azioni di Antofagasta hanno accelerato significativamente la salita su base annualizzata, aiutate non solo dal progresso del rame, ma anche dagli ottimi dati societari del primo semestre, accompagnati da un aumento dei dividendi. L’azienda ha più che triplicato la sua cedola, promettendo un dividendo di 10,3 centesimi di dollari per azione nel periodo, contro i 3,1 centesimi di un anno fa.
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