Il prezzo dell’elettricità aumenta in tutto il mondo, colpa di 800.000 tonnellate di terra

Ilena D’Errico

29 Settembre 2025 - 22:58

Un nuovo evento si appresta a scuotere il prezzo dell’elettricità. Non c’entra la guerra, ma un incidente con 800.000 tonnellate di terra.

Il prezzo dell’elettricità aumenta in tutto il mondo, colpa di 800.000 tonnellate di terra

Sono diversi i fattori che incidono sul prezzo dell’energia elettrica, in particolar modo durante un periodo delicato come quello attuale. Chi si immaginava però che il prossimo incremento sarebbe stato colpa di 800.000 tonnellate di terra? Non è uno scherzo, neanche una buffa associazione di eventi. L’incidente nella miniera di Grasberg, la più grande del mondo per produzione di oro e seconda per il rame, con la fuoriuscita di 800.000 tonnellate di fango, si appresta a rivoluzionare i mercati.

Prima che la carenza dei metalli, però, è opportuno ricordare che questo tragico evento ha fatto almeno 2 vittime e altri 5 lavoratori ancora dispersi. Le squadre di soccorso stanno lavorando senza sosta per rimuovere i detriti ed evacuare l’area, cercando di fare il possibile. La ripartenza della miniera è però lontana, pronta così a scatenare il caos nel settore. Viste le difficoltà già presenti nell’approvvigionamento del rame è proprio questo metallo a subire le conseguenze maggiori, con un rialzo preponderante pronto a scatenarsi anche sulla corrente. Non sarà una causa diretta dell’aumento, ma in questa tempesta è sicuramente l’ultima cosa necessaria ai mercati globali.

L’incidente della miniera di Grasberg e la corsa del rame

L’8 settembre un’autentica colata di fango epocale, intorno a 800.000 tonnellate di terra, ha compromesso i livelli sotterranei della miniera di Grasberg. Oltre alle vittime già confermate, ci sono operai dispersi in aree che i soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere, vista l’enorme mole di detriti e i danni alla miniera. Il sito non tornerà pienamente operativo prima del 2027, ma già a metà novembre dovrebbero riprendere l’attività due blocchi su cinque.

Un’urgenza comunque non sufficiente a compensare questi mesi di stop, considerando che proprio la miniera di Grasberg è responsabile della produzione del 3% del rame mondiale circa. Così, la proroga delle consegne ha fatto ben più che far crollare le azioni di Freeport-McMoRan, che controlla la miniera in Papua Centrale, a beneficio dei competitors. L’evento, definito un “cigno nero” dagli analisti di Goldman Sachs ha aggiunto un altro tassello alla crisi d’offerta del metallo, sempre più indispensabile.

Aumenta il costo dell’elettricità?

Non è certo un mistero che il più ampio settore di applicazione del rame è quello elettrico, dove le capacità di conduzione lo rendono un materiale essenziale, ma anche determinante sui costi finali. Al di là delle infrastrutture, però, l’aumento del prezzo del rame può incidere direttamente sulla produzione di energia pulita, trovando largo uso nei sistemi fotovoltaici e nelle turbine eoliche. Senza contare gli effetti sui costi di manutenzione e investimento per gli impianti di produzione tradizionali, che vedono del rame il protagonista delle reti.

Si attende quindi un enorme impatto sull’energia elettrica, per quando non direttamente correlata, secondo soltanto all’impennata del rame stesso. La domanda sempre più elevata sta già mettendo a dura prova il mercato del rame, perciò questo incidente non è altro che l’ennesima complicazione in un settore già compromesso. Non sarà colpa della miniera di Grasberg per la crisi del rame e il suo aumento di costo, sebbene abbia comunque un ruolo importante. A pesare sui costi dell’elettricità restano per lo più i costi dei combustibili fossili, insieme alla crescente domanda e all’attuale inadeguatezza del rinnovabile.

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# Rame

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