Abolizione LIPE, la proposta paradossale del PD

Rosaria Imparato

23 Ottobre 2019 - 16:20

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La proposta del PD di abolire le LIPE, comunicazione delle liquidazioni IVA, fa discutere: la Legge di Bilancio 2020 introdurrà limiti ed obblighi molto più onerosi per le Partite IVA, e parlare di semplificazione fiscale sembra un paradosso.

Abolizione LIPE, la proposta paradossale del PD

Lipe, torna l’ipotesi di abolizione delle comunicazioni delle liquidazioni IVA trimestrali.

L’abolizione delle LIPE è una delle ultime proposte del PD che rientra nell’ottica delle misure per la semplificazione fiscale e che, secondo le prime anticipazioni, potrebbe far parte della Legge di Bilancio 2020.

Ma abolire le LIPE è davvero una necessità impellente? La domanda è provocatoria, e certamente risponderà in maniera affermativa chi gestisce la mole di scadenze fiscali che animano la vita di imprese e professionisti.

Non basterebbe però la cancellazione di quattro scadenze all’anno per dire che la Legge di Bilancio 2020 sarà promotrice dell’avvio della semplificazione fiscale, considerando il carico da novanta che la Manovra ha in serbo per i titolari di partita IVA.

Le LIPE, ovvero le Comunicazioni Trimestrali Liquidazione IVA, sono un adempimento fiscale introdotto nel 2016 proprio dal Governo di Centro Sinistra.

Anche se commercialisti, imprese e Partite IVA ci hanno messo un po’ ad abituarsi al nuovo adempimento trimestrale, si tratta ormai di una procedura consolidata ed entrata a pieno regime nella routine dei professionisti.

Come mai allora la proposta del PD, in nome della semplificazione fiscale, arriva proprio nei giorni in cui si discute - anche piuttosto animatamente - delle varie misure e dei nuovi adempimenti della Legge di Bilancio 2020, con tutti i limiti e gli obblighi che ne conseguiranno?

Abolizione delle LIPE, la proposta paradossale del PD

Se è sicuramente vero che andrebbero prese più misure a favore della semplificazione fiscale, è altrettanto valido prendere consapevolezza del paradosso in cui il PD si getta con la proposta di abolizione delle LIPE, le comunicazioni dei dati delle liquidazioni IVA periodiche.

Per quanto nei primi mesi della loro introduzione sia commercialisti che imprese si siano mostrati contrari al nuovo adempimento (che ha scadenza trimestrale), c’è da dire che ormai dopo tre anni l’invio è molto meno impegnativo di quanto ci si immaginava.

Inoltre, a far apparire ancora più illogica tale proposta è il tempismo con cui viene presentata: proprio in questi giorni infatti si discute della Legge di Bilancio 2020 e del Decreto Fiscale ad essa collegata.

Nei due provvedimenti vengono inserite una serie di misure, limiti e obblighi molto più impegnativi per i commercialisti rispetto alle comunicazioni di liquidazione IVA.

Si pensi alla stretta alle compensazioni fiscali, ma anche all’obbligo di fatturazione elettronica anche per i forfettari, alle sanzioni legate all’uso del bancomat o alla lotteria degli scontrini e all’inasprimento delle pene per chi non paga le tasse.

Insomma, a guardarlo con gli occhi degli esercenti il 2020 si prospetta un vero e proprio incubo fiscale, fatto di sanzioni, controlli e nuovi pesanti adempimenti.

Le LIPE, a fronte di un 2020 che appare infernale, non sembrano proprio essere tra gli adempimenti che complicano la vita ai commercialisti e ai titolari di Partita IVA.

La proposta di abolizione delle LIPE avanzata dal PD sembra più un “contentino” che un vero e proprio passo verso la semplificazione fiscale.

LIPE come gli ISA, adempimenti che fanno cassa

La situazione iniziale delle LIPE ricorda molto gli ISA: anche gli Indici Sintetici di Affidabilità non sono stati accolti con molta benevolenza da parte dei commercialisti e delle Partite IVA.

Anzi, sono state varie le proteste organizzate dai professionisti, i quali alla fine non hanno potuto fare altro che adeguarsi.

A rendere ancora più difficile credere che la proposta del PD possa essere accolta è il fatto che le LIPE servono allo Stato per fare cassa, consentendo di recuperare milioni di gettito d’IVA che altrimenti sarebbe andato perduto (o recuperato con molto ritardo).

Infatti, i controlli dell’Agenzia delle Entrate e la fase di recupero dell’eventuale imposta non versata si sono ridotti notevolmente.

Le LIPE, così come gli ISA 2019 il cui rinvio non è stato possibile, sono stati introdotti con due grandi obiettivi principali: innanzitutto come mezzo di contrasto all’evasione fiscale, e - di conseguenza - come strumento nelle mani dello Stato per battere cassa.

Che senso avrebbe quindi abolire un adempimento che funziona, non pesa né ai commercialisti né alle Partite IVA e porta milioni di euro nelle casse dello Stato? Il dubbio è che la proposta del PD di abolire le comunicazioni IVA trimestrali sia in realtà una sorta di contentino per le imprese, a fronte delle più pesanti novità che ha in serbo per loro il Governo Conte Bis.

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