Panoramica sul tipo di politica monetaria adottato dalle maggiori Banche Centrali nell’ultimo periodo: espansive, restrittive o caute? BCE, SNB, BOC, RBA, BOJ, RBNZ, BOE, Fed.
Difficoltà a tenere traccia di tutti gli annunci, le decisioni e le novità da parte delle Banche Centrali nell’ultimo periodo?
Oltre alla tendenza generale delle Banche Centrali ad adottare una politica monetaria espansiva, altre rimangono incerte o ferme a tassi di interesse restrittivi.
Banca Centrale Europea, Banca nazionale Svizzera, Banca del Canada, Reserve Bank d’Australia, Banca del Giappone, Reserve Bank di Nuova Zelanda, Banca d’Inghilterra e Federal Reserve: espansive o restrittive?
Ecco un riassunto sulla politica monetaria scelta delle Banche Centrali più importanti, le novità, gli annunci, le letture dei dati economici.
Panoramica generale da tenere sotto mano per cercare di capire in che direzione sta andando la price action nel forex trading nel lungo termine.
Banca Centrale Europea (BCE): Molto espansiva
Con una lunga lista dei problemi economici e fiscali dell’eurozona, non è una sorpresa che la BCE vinca il premio per la Banca Centrale più espansiva (dovish).
Il presidente della BCE Draghi ha annunciato l’arrivo di un imponente programma di quantitative easing il mese scorso.
I recenti dati economici suggeriscono che il peggio non sia ancora passato per l’eurozona, con l’inflazione e la spesa che potrebbero subire un ulteriore ribasso. Tuttavia, la BCE sembra aver già esaurito tutti gli strumenti possibili per sua politica monetaria e non sarà in grado di aprirsi a qualsiasi altra azione in attesa dell’impatto del QE in Europa.
Swiss National Bank (SNB): Espansiva
Un’altra Banca Centrale espansiva è la SNB, che ha deciso di portare i tassi di deposito al negativo lo scorso anno. Il comunicato che annunciava un ulteriore ribasso sui tassi di deposito quest’anno è stato oscurato dalla decisione di eliminare il floor a 1.20 su EUR/CHF, che ha portato forti conseguenze sul mercato del forex. Il presidente della SNB Thomas Jordan rimane incline a modificare ancora la politica monetaria per mantenere l’economia della Svizzera a galla.
Con i dati economici di questa settimana in gran parte in rosso, la Svizzera ha mostrato carenze nell’attività di produzione e di commercio. Invece di superare la stima a 54,5, il PMI manifatturiero è sceso da 54,0 a 48,2, indicando un’industria in contrazione. Nel frattempo, il surplus sulla bilancia commerciale è diminuito da 3,80 miliardi di franchi a 1,52 miliardi di franchi, inferiore rispetto alla lettura prevista a 2,17 miliardi.
Bank of Canada (BOC): Espansiva
Il crollo dei prezzi del petrolio ha davvero iniziato a preoccupare la Banca Centrale del Canada. In una dichiarazione a tema di politica monetaria il mese scorso, la BOC ha sorpreso la maggior parte degli analisti di mercato del forex, annunciando un taglio ai tassi di interesse e giustificandolo come una precauzione contro un’ulteriore diminuzione dei prezzi e le pressioni di una crescita al ribasso.
I dati economici dal Canada confermano la preoccupazione della stessa BOC: l’ultima lettura sul PMI ha mostrato un forte calo da 55,4 a 45,4, principalmente a causa del calo del prezzo del petrolio. Questo suggerisce che il settore delle imprese debba vivere giorni ancora più cupi, il che potrebbe poi pesare sul dato occupazione e su quello della spesa in seguito. Mentre il recente taglio dei tassi ad opera della BOC potrebbe attenuare qualche duro colpo, la Banca Centrale canadese sembra pronta a prendere ulteriori provvedimenti se necessario.
Reserve Bank of Australia (RBA): Espansiva
Dopo che diverse Banche Centrali avevano già palesato il passaggio ad una politica monetaria più espansiva, i partecipanti al mercato del forex non sono stati così sorpresi dalla notizia del taglio ai tassi di interesse da parte della RBA questa settimana. Nella nota esplicativa, il presidente Stevens spiega che la flessione dei ricavi del settore del commercio e le deboli prospettive deboli occupazionali sono la causa del taglio sui tassi.
Inoltre, Stevens ha parlato di diverse nuvole scure all’orizzonte, prevedendo che la domanda delle esportazioni e gli utili collegati potrebbero continuare a scendere. Non aiutano certo i dati sull’economia dalla Cina, il partner commerciale numero uno dell’Australia: anche l’export cinese è in crisi.
Bank of Japan (BOJ): (ostinatamente) cauta
La BOJ continua ad essere ostinatamente cauta riguardo la sua politica monetaria, tutti con le braccia conserte nella speranza che l’economia giapponese inizi a migliorare. Anche se ha declassato le previsioni sull’inflazione nell’ultima dichiarazione di gennaio, il presidente della Banca del Giappone Kuroda ha annunciato un aggiornamento sul previsioni di crescita del Paese e ha assicurato che l’economia beneficerà dei prezzi bassi dell’energia.
I consumatori in Giappone si stanno ancora riprendendo dagli effetti dell’aumento delle imposte sulle vendite dello scorso anno, con gli ultimi dati sulla spesa delle famiglie e le vendite al dettaglio al di sotto delle aspettative. Anche la produzione non naviga in acque calme.
Reserve Bank of New Zealand (RBNZ): restrittiva
Nell’ultima decisione sui tassi della Banca Centrale della Nuova Zelanda, la RBNZ ha optato per iniziare ad abbandonare linea dura, anticipando che nella prossima riunione della Banca Centrale potrebbe essere annunciato un aumento dei tassi o...un taglio dei tassi.
Il presidente Wheeler ha avvertito che l’inflazione potrà scendere al di sotto del target della Banca e, verosimilmente, arrivare ad una lettura negativa.
Per ora, però, sembra che la RBNZ sia ancora indecisa quando su tratta di potenziali cambiamenti sui tassi di interesse, in quanto la Banca Centrale sta cercando di evitare di alimentare una bolla dei prezzi sugli immobili. I dati economici della Nuova Zelanda non mancano di notizie positive: l’asta sul caseario è in rialzo, come anche l’ultimo report sull’occupazione neozelandese.
Bank of England (BOE): Cauta
Un’altra banca centrale che si allontana da una politica espansiva è la BOE, che ha fatto marcia indietro sul rialzo dei tassi prima delle elezioni nel Regno Unito, ammettendo che le prospettive inflazionistiche non sono delle migliori. In realtà, i due noti “falchi” che compongono parte del consiglio della BOE e che da tempo insistevano per aumentare i tassi di interesse, hanno deciso di unirsi all’opinione generale e di accettare di mantenere i tassi senza variazioni.
È interessante notare come la BOE stia leggendo la flessione dell’inflazione, con il presidente Carney che ritiene che possa davvero stimolare una forte spesa dei consumatori. I dati del Regno Unito sono più o meno stabili.
U.S. Federal Reserve (Fed): Restrittiva
Parlando di tipologia di politica monetaria, la Fed si differenzia completamente dalle altre Banche Centrali, dal momento che sembra essere l’unica a mantenere la propria politica restrittiva.
Il FOMC ha abbandonato l’idea di un "tempo considerevole" discutendo di quanto a lungo i tassi rimarranno così bassi, ed ha iniziato a chiedere di "essere pazienti" nell’attesa di una normalizzazione della politica monetaria.
Da tenere a mente, tuttavia, la serie di report economici degli Stati Uniti riguardo il mese scorso che suggeriscono che l’economia possa iniziare a risentire dell’impatto negativo della caduta dei prezzi del petrolio. L’inflazione e la spesa dei consumatori si sono rivelate inferiori alle stime.
Ecco quindi una panoramica generale sulle decisioni e atteggiamenti delle maggiori Banche Centrali riguardo la politica monetaria.
E tu, come pensi che queste posizioni possano influenzare sul forex nel lungo termine?
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