Quantitative Easing: tutto ciò che c’è da sapere in 6 punti. I pro e i contro

Vittoria Patanè

05/03/2015

Un mese e mezzo fa la BCE annunciava il Quantitative Easing. In attesa di conoscere ulteriori dettagli, ecco come funzionerà il piano di acquisto titoli che partirà la prossima settimana e quali sono i pro e i contro

Quantitative Easing: tutto ciò che c’è da sapere in 6 punti. I pro e i contro

E’ trascorso un mese e mezzo dal giorno in cui il board della BCE ha deciso "a larga maggioranza" di varare un quantitative easing da 1.080 miliardi. Mario Draghi ne ha esposto i dettagli nel corso della conferenza stampa di gennaio e oggi i mercati attendono ulteriori particolari sul piano.

Ma se il giorno dell’annuncio si festeggiava per l’ammontare del programma di acquisto di titoli ben superiore a quanto previsto (si parlava di 500 - 550 miliardi), la felicità ha subito lasciato spazio alla preoccupazione per l’altissimo rischio che le singole banche Nazionali saranno costrette a sobbarcarsi.

In attesa del discorso di oggi del Governatore della Banca Centrale Europea, vi spieghiamo come funziona il Quantitative Easing in sei punti.

1) Quantitative Easing: importo
L’ammontare complessivo del quantitative Easing sarà di 1.080 miliardi di euro ripartiti in 18 mesi. La Bce dunque acquisterà ogni mese 60 miliardi di titoli.

2) Quantitative Easing: durata
Il piano di acquisto titoli varato dall’Eurotower partirà da marzo (con ogni probabilità da lunedì 9) e si concluderà nel settembre del 2016. 18 mesi in tutto quindi, anche se il Presidente Draghi, ha sottolineato che la durata dipenderà dai livelli di inflazione. Fino al giorno in cui i prezzi al consumo non arriveranno ai livelli stabiliti dalla Banca centrale come obiettivo (target del 2%), il QE andrà avanti.

3) Quantitative Easing: titoli da acquistare
Secondo quanto annunciato da Mario Draghi nel corso della conferenza stampa mensile del 22 gennaio scorso, la Banca Centrale Europea acquisterà titoli di Stato con scadenze comprese tra 2 e 20 anni. Gli acquisti saranno effettuati in base alla quota di ogni banca centrale nazionale nel capitale della Bce.

4) Quantitative Easing: i rischi per le banche
Ma andiamo ai risvolti negativi. Secondo quanto previsto dal piano varato dall’Eurotower, saranno le singole banche Nazionali a sobbarcarsi la maggior parte dei rischi. Nel dettaglio, gli istituti nazionali saranno garanti per una quota pari all’80% del totale, mentre il 20% sarà il rischio condiviso con la Bce. In questo caso dunque, il Governatore ha deciso di andare incontro alle richieste dei falchi guidati dal tedesco Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank.

Inoltre la Banca Centrale ha stabilito una condivisione dei rischi ipotetici sugli acquisti
di titoli emessi da istituzioni comunitarie (come ad esempio la Bei o l’Esm), che ammonteranno al 12% del totale. Per quanto riguarda gli altri titoli, il rischio sarà appannaggio delle banche Nazionali, mentre la Bce rileverà l’8%. Secondo quanto dichiarato da Draghi, le percentuali appena descritte:

«implicano che il 20 per cento degli acquisti saranno soggetti a condivisione dei rischi».

5) Quantitative Easing: i tetti
Stabiliti anche dei tetti d’acquisto. l’istituto centrale europeo avrà la possibilità di comprare per un importo massimo pari o inferiore al 33% del debito di ogni Paese.

SI prevede inoltre un limite di acquisto per ogni emissione, fissato al 25% dei titoli. Come detto in precedenza, gli acquisti dipenderanno dalla quota che ogni banca detiene nel capitale della BCE: 18% per la Germania, 15% per la Francia, 12,3% per l’Italia, ecc.

6) Quantitative Easing: la Grecia
Il Governatore ha risposto a una domanda riguardate la Grecia, affermando che gli ellenici non rappresenteranno alcuna eccezione. Però è stata prevista una deroga secondo la quale l’Eurotower potrà acquistare titoli con rating speculativo solo nel caso in cui sia presente un piano di assistenza della Troika.

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