Draghi: parliamo di unione bancaria. La BCE sarà il Supervisore?

Federica Agostini

05/10/2012

Draghi: parliamo di unione bancaria. La BCE sarà il Supervisore?

Il discorso di ieri, pronunciato dal Governatore Mario Draghi, non ha introdotto nuovi o significativi cambiamenti alla linea di condotta della Banca Centrale Europea, ma nelle conclusioni era contenuto un messaggio assai significativo: la Banca Centrale Europea accoglie la proposta della Commissione per l’istituzione di un organo di supervisione del settore bancario Europeo. Si riapre, dunque, il discorso sull’unione bancaria.

E’ stato l’argomento della prima metà del mese di settembre: il disegno proposto dalla Commissione Europea per l’istituzione di un organo di supervisione del settore bancario, una forma di unione bancaria che prevederebbe il ruolo della Banca Centrale Europea quale organo di supervisione del sistema bancario, con particolare riguardo a quelle che vengono definite "banche non-sistemiche" e che, secondo le analisi, risulterebbero come maggiormente problematiche e influenti sul debito pubblico nazionale.

Il disegno della Commissione Europea

Benché si tratti di una proposta della Commissione Europea che, come ha sottolineato lo stesso Mario Draghi, andrà rivista e regolarizzata in base agli articoli del Trattato, l’unione bancaria prevede l’istituzione di un organo di supervisione (un organo della BCE, ma distinto dal consiglio direttivo) al quale spetterebbe il compito di monitorare l’attività delle banche della zona Euro al fine di porre un fine al circolo vizioso che intercorre tra banche e governi.

Secondo alcuni dettagli del piano, l’unione bancaria prevederebbe la creazione di un consiglio costituito da 23 membri: un rappresentante per ogni paese della zona Euro più sei membri indipendenti tra i quali un "presidente" ed un "vice". Secondo il disegno, le banche cosiddette "cattive" da tenere sotto controllo sarebbero circa 6000 (si tratta principalmente degli istituti più piccoli, con meno "rilevanza-sistemica"). La supervisione Comunitaria, quindi, non intralcerebbe il sistema finanziario degli istituti più grandi che continuerebbero a svolgere le attività "quotidiane", ma si riserverebbe il diritto di imporre riforme (se non la chiusura) su quegli istituti ritenuti talvolta colpevoli di cattiva condotta.

Le opposizioni

Il piano ha incontrato non pochi ostacoli, soprattuto dalla Germania e negli ultimi giorni l’accesa polemica si è concentrata sulle possibili interpretazioni che il disegno della Commissione offre, soprattutto in merito alla definizione di "cattivo" e agli oneri fiscali che una potenziale unione di questo tipo comporterebbe ai paesi del nord Europa.

Draghi riapre il discorso sull’unione bancaria

Ma a frenare le polemiche ci ha pensato ieri il presidente della BCE, Mario Draghi: "è essenziale che si proceda avanti con il programma di costruzione delle istituzioni Europee. La Banca Centrale Europea accoglie la proposta della Commissione del 12 settembre 2012 per la creazione di un meccanismo di supervisione del settore bancario (SSM) che coinvolgerà la BCE e che sarà da stabilire mediante la regolarizzazione di Consiglio sulla base dell’Articolo 127(6) del Trattato".

L’unione bancaria, o l’istituzione di un organo di supervisione o comunque lo si voglia chiamare è un passo necessario per portare l’Eurozona fuori dalla crisi, non soltanto perché si giunga così ad una "genuina Unione Monetaria ed Economica", ma anche perché il programma anti-crisi che è l’OMT, per poter funzionare correttamente ha bisogno di un contesto istituzionale in grado di controllare e combinare l’insieme dei rischi che gravita attorno al sistema bancario e al debito nazionale che potenzialmente acquisterebbe.

L’unione bancaria secondo la BCE

Al termine del suo discorso, il Presidente della BCE ha stilato una serie di punti, riassumibili in due fondamentali, sui quali verrà rivisto il progetto della Commissione Europea affinché questa possa essere implementata sul fronte legale e regolarmente messa in opera:

- la separazione tra ciò che riguarderà l’organo di supervisione e il consiglio direttivo della Banca Centrale, ovvero l’indipendenza della politica monetaria dalle decisioni che invece spetterebbero al "consiglio supervisione".

- la definizione di corretti canali di responsabilità e di un effettivo sistema di supervisione che possa garantire il funzionamento coerente dell’intero settore bancario dell’Eurozona.

Che sia questa, dunque, la svolta storica necessaria, il passo decisivo da compiere per risolvere la crisi?

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