Zona Euro e unione bancaria: questa non è la fine della crisi

Federica Agostini

01/10/2012

Zona Euro e unione bancaria: questa non è la fine della crisi

Per la Zona Euro, la fine della crisi è ancora lontana perché l’unione bancaria, che potenzialmente sarebbe l’unico strumento in grado di porre fine al circolo vizioso tra debito nazionale e settore bancario, è un concetto soggetto a troppe, diverse interpretazioni. Le proposte e i progressi fatti fino ad oggi per giungere ad un passo risolutivo per la crisi sembrano essersi perdute, così si torna a temere per la possibilità di una rottura della moneta unica.

Unione Bancaria: il problema dell’interpretazione

La Germania, alleata ai paesi del Nord Europa, pone vincoli e paletti e la scena politico/istituzionale di questo momento sembra essere in palese contraddizione con quanto sostenuto e affermato dai leader europei, dopo il summit dello scorso 29 giugno: "imperativa (la necessità) di interrompere il circolo vizioso tra banche e governi".

Evidentemente, qualsiasi cosa si sia decisa quella mattina, la Spagna e la Germania ne hanno fatto letture differenti.

Secondo l’interpretazione spagnola l’unione Europea avrebbe adottato l’unione bancaria a partire dal prossimo anno, dando il via ad una forma di unione che avrebbe contribuito al processo di ricapitalizzazione del settore bancario iberico.

A questo punto, però, è evidente che la Cancelliera Angela Merkel e il suo ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble, hanno interpretato la questione in maniera completamente diversa.

L’unione bancaria secondo la Germania

1. L’unione bancaria andrebbe evitata, ma se proprio è necessaria si potrebbe concedere al supervisore pan-europeo il controllo di qualche grande istituto internazionale.

2. Possibilmente, la BCE non dovrebbe essere tale supervisore, ma se proprio deve esserlo, è necessario porre dei vincoli e delle misure affinché l’indipendenza delle decisioni sulla politica monetaria sia salvaguardata e assicurata rispetto all’attività di supervisione sul settore bancario.

3. Non dev’esserci assicurazione sui fondi depositari.

4. L’unione bancaria non deve aver a che fare con eredità o condivisione del rischio. Il programma per le banche spagnole deve rimanere il programma per le banche spangole.

5. Il fondo ESM non deve essere disposto alla ricapitalizzazione delle banche fintanto che l’unione bancaria non sia completata e tale processo richiederà diversi anni.

Non si va da nessuna parte, senza la Germania

Il punto è che qualsiasi nome si scelga di dare all’unione bancaria, si tratta di un qualcosa che non verrà applicato senza il consenso della Germania. Non si può proseguire sulla strada dell’unione bancaria contro l’espresso parere contrario del governo, del parlamento, dell’opinione pubblica tedesca e, soprattutto, della banca centrale tedesca, la Bundesbank. Probabilmente, allora, l’Unione Europea troverà una nuova via di fuga che, tuttavia, non servirà a risolvere la crisi.

L’unione bancaria non può prescindere l’unione fiscale, perché altrimenti implicherebbe che i contribuenti del nord Europa (che per questo si ribellano) paghino per la ricapitalizzazione delle banche (in questo caso) Spagnole. E l’unione fiscale, in un macro-sistema fatto di 17 differenti micro-sistemi, non è un qualcosa cui si può giungere in un paio di mesi.

BCE: il programma OMT può funzionare senza unione bancaria?

Se le possibilità di giungere all’unione bancaria scemano così in fretta, a breve il presidente della BCE si troverà ad una stretta. Il programma OMT, per funzionare, ha bisogno dell’unione bancaria. Per garantire e comprare debito, la BCE ha bisogno di un framework istituzionale che combini e controlli l’intrecciarsi dei rischi legati al settore bancario e al debito nazionale. L’unione bancaria sarebbe il mezzo per uscire dal circolo vizioso generato dal sistema banche/debito, ma allo stesso tempo l’unione bancaria sarebbe la causa del circolo vizioso tra austerity e recessione.

Al punto di partenza

Il processo di integrazione politica dell’Eurozona ha rallentato il passo ed è questo il grave problema della gestione della crisi del debito Europeo; siamo tornati al punto di partenza: dove le politiche si rivelano inconsistenti per la sopravvivenza della zona Euro, ed ecco perché la fine della crisi è ancora, di nuovo, molto lontana.

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