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BCE: il discorso di Draghi. L’analisi economica della zona Euro
giovedì 4 ottobre 2012, di
Traduciamo il rapporto pubblicato sul sito istituzionale della Banca Centrale Europea, il discorso pronunciato da Mario Draghi durante la conferenza stampa di oggi a seguito del meeting del Consiglio direttivo BCE: un’analisi completa sulla situazione economica e monetaria dell’Eurozona.
Come previsto dagli analisti, non sono state annunciate nuove misure e i tassi di interesse sono rimasti invariati allo 0.75%. Tuttavia, l’analisi della BCE offre uno sguardo complessivo sull’economia dell’Eurozona e su quelli che potrebbero essere gli sviluppi futuri, prima fra tutti la possibile "unione bancaria" proposta lo scorso mese dalla Commissione Europea e formalmente accettata oggi dalla BCE.
Il discorso di Mario Draghi
– Tassi di interesse, inflazione e crescita economica
Sulla base dell’analisi economica e monetaria, la Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere il tasso di interesse di riferimento invariato. A causa dell’andamento dei prezzi del petrolio e dell’energia e dell’aumento delle tasse in alcuni paesi della zona Euro, si prevede che l’inflazione rimanga al di sopra del 2% per il 2012, ma che nel corso del prossimo anno possa scendere e rimanere in linea con la politica della stabilità dei prezzi.
In questo contesto, le aspettative sull’inflazione rimangono ancorate alla linea del 2% e nostro intento è quello di mantenere il tasso di inflazione al di sotto, ma vicino a tale linea nel medio termine.
La crescita economica dell’area Euro rimarrà debole, anche per via delle tensioni diffuse sui mercati finanziari di alcune aree della zona Euro che incidono sulla fiducia e sul sentiment.
– Sul programma Outright Monetary Transaction
Per quanto riguarda il programma Outright Monetary Transaction (OMT), questo ha aiutato, nelle ultime settimane, ad allentare le tensioni di cui sopra, contribuendo così ad allontanare le preoccupazioni relative agli scenari di devastazione (della moneta unica). Ora è fondamentale che i governi continuino sulla strada della riduzione degli squilibri fiscali e strutturali e procedano con la ristrutturazione del settore finanziario.
Il Consiglio Direttivo rimane fermo sulla convinzione di preservare la trasparenza della propria politica monetaria per assicurare la giusta trasmissione delle decisioni all’economia reale della zona Euro. Il programma OMT ci consentirà, sotto le appropriate condizioni, di sostenere la moneta unica ed evitare quegli scenari distruttivi che potenzialmente minacciano la stabilità dei prezzi nella zona Euro.
La Banca Centrale Europea agisce sotto il proprio mandato, lavorando al mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio termine; agisce indipendentemente nelle decisioni di politica monetaria e l’Euro è irreversibile.
Siamo pronti a mettere in atto il programma OMT, una volta che tutti i prerequisiti siano disposti. Come già detto lo scorso mese, il Consiglio Direttivo considererà la possibilità di attivare il programma nella misura in cui questo sia garantito dal rispetto della prospettiva di una politica monetaria insieme all’adesione al programma di condizionalità.
Il programma OMT non può essere messo in atto fintanto che un altro programma sia soggetto alla revisione (da parte delle autorità), ma può essere ristabilito dopo che tale revisione possa dirsi completata.
BCE: l’Analisi Economica
Il prodotto interno lordo della zona euro ha subito una contrazione dello 0.2% (su base trimestrale) nel secondo trimestre del 2012, a seguito della crescita economica piatta del trimestre precedente.
Gli indicatori economici, in particolare i risultati delle indagini del 2012, confermano la continuazione di un andamento lento dell’attività economica anche nel terzo trimestre del 2012, in un quadro complessivo caratterizzato dall’incertezza. Ci aspettiamo che l’economia dell’area Euro rimanga debole nel breve-termine e, soltanto in un secondo momento, mostri graduali segni di ripresa.
– Crescita economica e possibili rischi
L’intensità della crescita economica sarà supportata dalle misure di politica economica della BCE, siano esse standard, oppure non-standard. Tuttavia, gli effetti della ripresa saranno mitigati dai processi di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziari e non, dall’esistenza di un elevato tasso di disoccupazione e da un più generale rallentamento dell’economia mondiale.
I rischi che minacciano l’assetto economico dell’Euro area rimangono nella zona negativa; in particolare le tensioni sui mercati finanziari di alcune aree dell’Eurozona e il rischio di congestionamento dell’economia reale. Questi rischi dovrebbero essere contenuti dalla classe politica della zona Euro con misure e azioni effettive.
Secondo la stima flash dell’Eurostat il tasso di inflazione armonizzata (HICP) durante il settembre 2012 era al 2.7%, rispetto al 2.6% del mese scorso. Il tasso, più elevato dell’atteso, riflette in parte l’aumento indiretto delle tasse e dei prezzi delle energie.
Sulla base dei prezzi del greggio, il tasso di inflazione potrebbe rimanere a livelli più alti prima del declino al di sotto della linea del 2% nel corso del prossimo anno.
– Sulla pressione inflazionistica
Sul fronte rilevante per la politica, in un contesto di crescita moderata e di aspettative sull’inflazione ben ancorata sul lungo termine, la pressione dei prezzi dovrebbe rimanere moderata. I livelli attuali di inflazione dovrebbero, dunque, rimanere transitori e non dare adito a nuovi rialzi. La Banca Centrale Europea continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi sul fronte dei costi, dei salari e dei prezzi.
Analisi monetaria
I dati recenti confermano la modesta espansione monetaria. Ad agosto, la crescita annuale del M3 è scesa a 2.9% rispetto al 3.6% di luglio. Inoltre, forti afflussi ai depositi overnight hanno contribuito ad un aumento del tasso annuale del M1 a 5.1% ad agosto, rispetto al 4.5% di luglio. Questo aumento riflette la tendenza a continuare a preferire la liquidità in un contesto fatto di tassi di interesse bassi e forte incertezza.
– Prestiti e mutui ipotecari
La crescita annuale dei prestiti al settore privato è scesa ad agosto al -0.2% (rispetto allo 0.1% di luglio), riflettendo una diminuzione nel tasso annuale di crescita dei prestiti alle imprese non finanziarie del -0.5%, rispetto al -0.2% di luglio. Il tasso di prestiti ipotecari, invece, rimane invariato all’1.0%.
In misura più ampia, l’andamento dei prestiti riflette le previsioni sul prodotto interno lordo e allo stesso tempo sottolinea l’avversione al rischio determinata dai processi di aggiustamento finanziario che pesano sulla domanda di credito. Non di meno, in un numero di paesi della zona Euro, la segmentazione dei mercati finanziari e la coercizione dei capitali bancari riducono la capacità di erogazione del credito.
La validità dei bilanci delle banche sarà un fattore fondamentale sia per la diffusione del credito all’economia reale, sia per la normalizzazione dei canali di finanziamento, contribuendo così ad un’adeguata trasmissione della politica monetaria e delle condizioni di finanziamento ai settori non finanziari di tutta l’Eurozona.
E’ essenziale, dunque, che la capacità delle banche continui ad essere rinforzata laddove sia necessario.
Conclusioni
Riassumendo, l’analisi economica indica che gli sviluppi dei prezzi dovrebbero rimanere in linea con la stabilità dei prezzi sul medio termine e una rapida visione degli indicatori dell’analisi monetaria confermano questa teoria.
Alcune aree economiche dovranno fare il possibile per assicurare ulteriormente la stabilizzazione dei prezzi sui mercati finanziari e il miglioramento delle prospettive di crescita. Per quanto riguarda le politiche fiscali, i paesi dell’Eurozona stanno progredendo con il consolidamento. E’ essenziale che si continuino gli sforzi per ritrovare l’armonia fiscale, in linea con gli obblighi sanciti dallo Stability and Growth Pact e dai punti del European Semester del 2012.
– Riforme strutturali
Una rapida implementazione del fiscal compact sarebbe altrettanto importante per il ritrovamento della fiducia nei confronti della finanza pubblica. Allo stesso tempo le riforme strutturali sono essenziali, così come gli sforzi di consolidamento fiscale al fine di migliorare il funzionamento dell’intero settore finanziario.
Nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi si stanno facendo notevoli progressi nella direzione della correzione dei costi del mercato del lavoro e degli sviluppi della bilancia dei pagamenti. Il definitivo riaggiustamento di questi settori permetterà ai paesi in questione di ritrovare la competitività e la possibilità di crescere economicamente.
L’unione Bancaria: il sì della BCE
Infine, è essenziale che si proceda avanti con il programma di costruzione delle istituzioni Europee. La Banca Centrale Europea accoglie la proposta della Commissione del 12 settembre 2012 per la creazione di un meccanismo di supervisione del settore bancario (SSM) che coinvolgerebbe la BCE e che sarà da stabilire mediante la regolarizzazione di Consiglio sulla base dell’Articolo 127(6) del Trattato.
Il Consiglio Direttivo considera il provvedimento SSM un pilastro fondamentale verso l’unione finanziaria e uno dei più importanti passi in avanti verso una genuina Unione Economica e Monetaria. Prenderemo legalmente nota della proposta seguendo i seguenti principi:
– separazione netta e distinta tra i processi di decisione legati alla supervisione e la politica monetaria;
– appropriati canali di responsabilità;
– decentralizzazione dei compiti con l’Eurosistema;
– un effettivo contesto di supervisione che garantisca una supervisione coerente del sistema bancario dell’Eurozona;
– la piena compatibilità del contesto del Mercato Unico con il ruolo e le prerogative dell’Autorità Bancaria Europea.
Dalla proposta ambiziosa della Commissione per la supervisione bancaria, la BCE ha iniziato i lavori preliminari affinché questa possa essere implementata legalmente e istituzionalmente messa in atto.