Il punto della situazione sulla crisi in Venezuela. La settimana è cruciale per la PDVSA e il rischio default fa tremare il mondo intero.
La crisi del Venezuela non fa che peggiorare.
Al centro della questione torna oggi la PDVSA, la compagnia petrolifera statale che ha più volte evitato il default e che dovrà cercare di farlo anche questa settimana.
Nel momento in cui il prezzo del petrolio è crollato, a metà del 2014, l’intero mercato obbligazionario ha guardato con sospetto la crisi in Venezuela e ha ipotizzato il default del Paese latinoamericano.
Tre anni dopo, e sulla scia di un più o meno evidente recupero del greggio, quel temuto default potrebbe essere arrivato, almeno secondo quanto affermato dai più pessimisti. Il Venezuela in crisi riuscirà a superare anche questo scoglio?
Le prossime scadenze
Venerdì prossimo la PDVSA dovrà ripagare 985 milioni di dollari, mentre sei giorni dopo dovrà sborsarne altri 1,2 miliardi. Non solo queste somme stanno scoraggiando le già esaurite riserve di valuta estera, scese a 10 miliardi per la prima volta in 15 anni, ma esse rappresentano un vero e proprio incubo logistico.
In realtà il Venezuela in crisi, isolato dalle sanzioni USA, ha già mancato un primo pagamento di 350 milioni di dollari, previsto per l’inizio del mese. Questo genere di pagamenti ha comunque un “periodo di grazia” che in genere permette di ottenere 30 giorni aggiuntivi per saldare la propria posizione.
La parte principale dei pagamenti prima citati, però, non prevede alcun tipo di “grazia” il che significa che, un mancato esborso di denaro potrebbe aprire le porte al default.
L’ipotesi default
Un fallimento sarebbe un vero e proprio colpo di grazia per un Venezuela in crisi ormai da anni. Il Paese è seduto sulle più grandi riserve di greggio al mondo e proprio sul greggio ha sempre basato la sua economia.
Il crollo dei prezzi del petrolio, la corruzione dilagante e la malagestione interna hanno contribuito ad una recessione che, via via, si è tramutata in vera e propria emergenza umanitaria senza precedenti. Il video di APF, Agence France-Presse, mostra soltanto una delle innumerevoli proteste anti-Maduro che hanno preso vita negli ultimi mesi.
Tutto questo, però, ha dato vita ad uno dei più profittevoli e strani trade derivanti dai mercati emergenti. Si pensi semplicemente ai rendimenti sull’obbligazionario che sono stati così alti da rendersi sempre più accattivanti. Il decennale con scadenza 2027 e cedola 9,25% prezza 35, mentre l’obbligazione PDVSA 5,375% ancora con scadenza 2027 scambia a 27.
Che cosa accadrebbe in caso di default? Ove la PDVSA ritardasse anche un solo giorno, gli investitori potrebbero correre e chiedere tutti assieme la restituzione del loro denaro. Mancando però i fondi per la restituzione immediata, il Venezuela in crisi cercherebbe probabilmente di avviare colloqui con i creditori in merito ad una ristrutturazione del debito che risulterebbe estremamente complicata dalle già citate sanzioni USA.
La data del rimborso delle due obbligazioni PDVSA si sta avvicinando e per gli investitori di tutto il mondo la settimana sarà cruciale. La crisi del Venezuela continuerà a tenere sulle spine, almeno fino a venerdì, ma secondo i più ottimisti, il Paese riuscirà a superare anche questo ostacolo.
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