La Legge di Stabilità è stata per tutti, o quasi, l’occasione mancata. Dal punto di vista fiscale le prospettive non sono così rosee. Chi pagherà più tasse nel 2014? La CGIA di Mestre e Confesercenti hanno condotto delle analisi a riguardo.
La Legge di Stabilità 2014 e l’occasione mancata. A distanza di giorni questa è l’impressione generale. Non solo. A distanza di giorni si ha sempre più la percezione che sia una bufala la dichiarazione di Letta:
“Per la prima volta da tempo siamo riusciti a fare una Legge di Stabilità dove i conti quadrano senza aumentare le tasse”.
Le novità fiscali della Legge di Stabilità non sembrano far tirare un vero sospiro di sollievo ai contribuenti e ci sono tanti elementi per pensare che il 2014 non sia l’anno della ripresa. Solo per citarne qualcuno:
- i tagli alle agevolazioni fiscali se non si abbassa la spesa pubblica;
- l’abolizione dell’IMU non è stata nient’altro che una promessa populistica visto il quadro poco roseo che si è andato costruendo intorno alle tasse sulla casa con la Trise. Si, qualcosa è cambiato: il nome dell’imposta;
- la Confcommercio ha fatto un’analisi da cui emerge che con la Legge di Stabilità 2014 si pagheranno 6,5 miliardi di tasse in più.
Senza contare un blando taglio al cuneo fiscale che fa cambiare davvero poco nella busta paga dei lavoratori e l’ipotesi, non prevista nella Legge di Stabilità, ma nei piani del Governo, di una redistibuzione dei beni tra le varie aliquote IVA con conseguente novità sull’IVA 2014 ed il costo dei beni nel prossimo anno.
Come sappiamo tra le associazioni più vicine ai diritti dei contribuenti c’è la CGIA di Mestre, che non ha esitato a fare i calcoli del caso.
Chi pagherà più tasse nel 2014?
La risposta a questa domanda secondo la CGIA di Mestre è: pensionati e famiglie con redditi medio alti, come ha spiegato il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi:
“In attesa di poter analizzare il testo ufficiale della Legge di Stabilità ci siamo avvalsi delle indiscrezioni apparse in questi giorni sulla stampa specializzata. Se le note in circolazione saranno confermate, coloro che non possono godere delle detrazioni IRPEF da lavoro dipendente, come i pensionati o i lavoratori dipendenti con un reddito superiore ai 55.000 euro, subiranno, rispetto al 2013, un aumento del prelievo fiscale”.
E ha aggiunto:
“Infatti, dovranno farsi carico sia dell’aggravio IVA sia della reintroduzione della nuova tassa sulle abitazioni principali che quest’anno non hanno pagato. Le famiglie con redditi attorno ai 20-22.000 euro circa, invece, godranno di un saldo positivo: la dimensione del taglio dell’IRPEF, infatti, sarà maggiore dell’aumento dell’IVA e dell’importo da versare con la Tasi”.
Secondo la CGIA nel 2014:
- i pensionati subiranno un aggravio fiscale tra i 74 e i 144 euro;
- le famiglie con redditi medio alti tra i 70 e i 357 euro;
- le famiglie con redditi bassi, invece, avranno vantaggi fiscali fino a 141 euro.
L’associazione ha preso in esame in particolare 5 casi:
- un pensionato single;
- un giovane lavoratore dipendente single;
- una coppia bireddito con un figlio;
- una famiglia monoreddito composta da tre persone;
- una famiglia monoreddito composta da quattro persone.
Confesercenti: aumenti record
Parlando sempre della situazione fiscale del 2014 non possiamo non tener conto dell’allarme lanciato da Confesercenti. Dal 2011 al 2013 si sono registrati degli aumenti record:
- acqua potabile (+41,3%);
- tariffe energetiche (+23,5%);
- rifiuti solidi (+25,2%);
- trasporti urbani (+26,2%);
- trasporti extraurbani (+24,7%).
A questo si aggiunge:
“L’arrivo della TARES a fine anno, che causerà un aggravio fiscale aggiuntivo di oltre mille euro rispetto al 2012 per ristoranti e alberghi, ma comporta un generale aggravio di spesa per tutte le imprese e per le famiglie”.
Perché?
“E’ stabilita la copertura integrale dei costi di esercizio e investimento, elemento non previsto nel regime Tarsu e la maggiorazione per i servizi indivisibili (polizia municipale, illuminazione pubblica e verde pubblico). L’impatto del nuovo tributo sarà strettamente correlato alla tipologia di utenza".
E la Trise che scatterà dal 1 gennaio 2014, che:
“presenta ancora grandi elementi di confusione e si configura come un’incognita per famiglie, imprese e per gli stessi Comuni. Potrebbe trasformarsi in un’ulteriore batosta per tutti, famiglie e imprese, nonostante per le prime sia presente una ’clausola di salvaguardia’, che in teoria dovrebbe impedire che la nuova tassa sia superiore al prelievo IMU, ma che comunque non bloccherà gli aumenti rispetto al 2013 dovuti al cambiamento di calcolo dell’imposizione”.
Che ruolo ha avuto la Legge di Stabilità in tutto ciò? Secondo Confesercenti:
“Tia1 Tia2, Tari, Tarsu, Imu, Tares e infine Trise. Le tasse sui servizi continuano a cambiare, nel nome e nel calcolo dell’imposizione: il risultato è un’inevitabile confusione, che spingerà quasi sicuramente gli enti locali, messi di fronte a nuove tasse dal gettito imprevedibile, ad alzare il tiro. La conseguenza è una probabile stangata, che non sarà di certo compensata dal piccolo e circoscritto taglio al cuneo fiscale introdotto dalla Legge di Stabilità, già annullato dall’improvvido aumento dell’aliquota IVA".
In conclusione:
“Apparentemente l’intervento del governo non mette le mani nelle tasche degli italiani, ma il probabile ricorso alle clausole di salvaguardia contenute nel provvedimento (che scatteranno in assenza di coperture, come è purtroppo prevedibile) trasformerà la Legge di Stabilità nell’ennesimo salasso".
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