UniCredit-Banco BPM, ci risiamo? Sberla a Meloni, UE all’attacco contro il golden power

Laura Naka Antonelli

10 Ottobre 2025 - 11:37

Focus sulle azioni UniCredit e Banco BPM a Piazza Affari. L’UE dalla parte di Orcel. Decreto Meloni su golden power destinato a diventare carta straccia? E poi?

UniCredit-Banco BPM, ci risiamo? Sberla a Meloni, UE all’attacco contro il golden power

Ma la parola fine al dossier UniCredit-Banco BPM è stata davvero scritta? A quanto pare no, in base a quanto emerge dalle indiscrezioni che sono state riportate in via esclusiva dall’agenzia Reuters, secondo le quali la Commissione europea sarebbe pronta ad agire contro la legge italiana sul golden power.

La mossa farebbe parte della decisione di Bruxelles di agire contro tutti quei Paesi dell’Unione europea che, con le proprie leggi nazionali, stanno mettendo i bastoni tra le ruote alla fase di consolidamento bancario, considerata cruciale dalle autorità europee.

UE all’attacco contro il golden power su UniCredit-Banco BPM e contro tutta la normativa

I rumor sulla decisione UE di intervenire contro l’Italia di Meloni sono stati riportati da quattro fonti interpellate da Reuters, che hanno indicato che, secondo Bruxelles, “le applicazioni delle normative golden power si sovrappongono ai poteri della stessa Commissione europea e della Banca centrale europea (BCE), ostacolando la competizione e violando il principio dell’indipendenza delle banche”.

Di conseguenza, la Commissione europea, secondo le fonti, ordinerà all’Italia di Meloni di ritirare il decreto sul golden power con cui ha stabilito le prescrizioni che UniCredit avrebbe dovuto osservare per l’acquisizione di Banco BPM. Prescrizioni piuttosto severe, tra cui l’obbligo di congelare gli investimenti in BTP, dunque in Titoli di Stato italiani, che hanno convinto alla fine Andrea Orcel, CEO di Piazza Gae Aulenti, a gettare la spugna.

Le stesse fonti hanno riferito che Bruxelles è pronta a impugnare al contempo l’intera legislazione sul golden power, in via separata.

Due lettere UE in arrivo al governo Meloni. Per UniCredit possibile richiesta risarcimenti danni allo Stato

L’UE sarebbe dunque pronta a puntare dritto contro l’Italia, inviando entro la metà di novembre, due lettere al governo Meloni.

Reuters sottolinea anche che, nel caso in cui l’Unione europea arriverà alla conclusione che le condizioni imposte da Palazzo Chigi a UniCredit sono state illegittime, la stessa UniCredit potrà chiedere anche un risarcimento dei danni allo Stato italiano.

Il dossier non finirà tuttavia neanche a quel punto, visto che il governo Meloni potrà successivamente presentare appello contro la decisione di Bruxelles a un tribunale UE.

Che il caso UE VS UniCredit non fosse stato ufficialmente chiuso era emerso in modo chiaro alla metà di agosto, con il botta e risposta tra il governo Meloni e la Commissione europea, a seguito della decisione di Piazza Gae Aulenti di ritirare l’OPS promossa il 25 novembre 2024 su Banco BPM, ostacolata fin da subito dalle autorità italiane.

Cosa aveva detto Giorgetti commentando flop OPS UniCredit su Banco BPM

Interpellato sull’OPS di UniCredit su Banco BPM saltata in aria, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti aveva citato la necessità di difendere l’interesse nazionale.

Sul dossier UniCredit-Banco BPM saltato in aria, nello spiegare l’esercizio del golden power da parte del governo Meloni, Giorgetti era stato fermo:

“Non abbiamo difeso una banca ma l’interesse nazionale e quindi lo strumento del golden power”.

L’intenzione del governo Meloni, aveva spiegato alla fine di luglio, non è stata quella di “porre un veto” ma di “ imporre una prescrizione ”, di mettere in campo “un intervento proporzionale e ragionevole”, al fine di garantire gli impieghi e per sventare i rischi legati alla presenza di UniCredit in Russia.

È stato difeso, per la precisione, il “ risparmio nazionale raccolto da BPM e dal gruppo Anima, circa 300 miliardi ”, aveva detto ancora Giorgetti, facendo riferimento alla presenza di “un dato quantitativo che, insieme a non marginali aspetti, come gli impieghi dei risparmi raccolti, la politica industriale e la presenza di una filiale russa con ragguardevoli investimenti in debito pubblico sovrano russo, aspetto questo che espone al rischio di possibili sanzioni internazionali”, ha portato il governo Meloni a esercitare per l’appunto “il golden power, non per porre un veto all’operazione, bensì per imporre delle prescrizioni ”.

Il dossier del risiko bancario UniCredit-Banco BPM, aveva tuttavia sottolineato subito qualcuno, avrebbe potuto (potrebbe ancora?) riaprirsi in qualsiasi momento.

Detto questo, fin da subito Banco BPM ha deciso di guardare avanti, come dimostrano gli ultimi rumor sui possibili obiettivi del suo amministratore delegato Giuseppe Castagna, che portano il nome di Crédit Agricole Italia, controllata del suo maggiore azionista Crédit Agricole (nel qual caso Piazza Meda diventerebbe ancora più francese) - ma anche, improvvisamente, di un’altra banca.

Attenzione intanto al trend delle azioni Banco BPM e di UniCredit, titoli quotati entrambi sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari.

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