Probabilità che l’OPS che UniCredit ha lanciato su Banco BPM abbia esito positivo ridotta all’osso. Lo afferma il CEO Orcel. Occhio alle azioni UCG e BAMI a Piazza Affari.
UniCredit ormai vicina a mollare la preda Banco BPM? Occhio alle dichiarazioni dell’AD Andrea Orcel, che ha annunciato a Piazza Affari nella giornata di oggi, mercoledì 11 giugno, la probabilità, ridotta decisamente all’osso, che l’OPS lanciata su Piazza Meda abbia un esito positivo:
“ Probabilità al 20%, stop senza chiarezza su golden power ”, ha detto il CEO Andrea Orcel, stando a quanto riportato dall’agenzia Radiocor.
Occhio al trend delle azioni UniCredit e Banco BPM, quotate entrambe sul Ftse Mib di Piazza Affari.
UniCredit-Banco BPM, messaggio di Orcel a governo Meloni sul golden power
Interpellato nel corso di un evento organizzato da Goldman Sachs, il Ronaldo dei banchieri, che in pochi mesi è riuscito a far saltare i nervi a ben due governi, quello italiano e quello tedesco, lanciando una doppia partita di risiko bancario su Banco BPM e sul Commerzbank, è stato molto chiaro, affermando che “ ritireremo la nostra offerta ”, nel caso in cui il governo Meloni, che fin da subito gli ha messo i bastoni tra le ruote, non dovesse chiarire quelle pesanti prescrizioni che ha deciso di imporre a UniCredit, nell’ambito dell’esercizio del golden power di cui ha deciso di avvalersi, con un DPCM sfornato lo scorso 18 aprile.
L’AD di Piazza Gae Aulenti ha poi detto di credere che le “probabilità” che l’OPS lanciata su Banco BPM abbia successo, “al momento, per come la vedo, sono al 20% o meno”, visto che tutto dipende dai chiarimenti o meno che il governo italiano darà su quei paletti imposti sull’offerta che, per ovvi motivi, a Orcel non vanno proprio giù. Paletti che includono anche l’obbligo, di UniCredit, di congelare gli investimenti in BTP e in generale in Titoli di Stato italiani effettuati da Anima, la SGR che è stata appena conquistata da Banco BPM, e che finirebbe sotto il controllo di UCG nel caso in cui l’OPS su BAMI andasse in porto. Tra l’altro, occhio alla recente dichiarazione rilasciata da Orcel, che ha tenuto a precisare come UniCredit detenga una quantità di BTP più di qualsiasi altra banca.
UniCredit-Banco BPM: il nodo golden power. Cosa sta succedendo
Già lo scorso 22 aprile, con un comunicato ad hoc, nel ribadire di “avere ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il decreto relativo al procedimento Golden Power, che prevede una serie di prescrizioni relative alla prosecuzione dell’Offerta”, la banca italiana guidata da Andrea Orcel aveva messo i puntini sulle i:
“L’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane non è comune e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano. Inoltre, le prescrizioni si prestano a diverse interpretazioni e appaiono non completamente allineate con la legislazione italiana e comunitaria, oltre che con le decisioni delle autorità regolamentari”.
UniCredit aveva precisato che quelle prescrizioni “potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro, e persino portare a risultati non voluti (ad esempio l’imposizione di sanzioni a UniCredit a causa della presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni)”.
La banca si era poi mossa, bussando alla porta della Consob, per chiedere la sospensione dell’OPS su Banco BPM, che nel frattempo era partita, dopo essere stata annunciata il 25 novembre del 2024, lo scorso 28 aprile.
Richiesta accolta, non senza tensioni tra la Commissione nazionale per le Società e la borsa, capitanata da Paolo Savona, e il governo Meloni.
Poi, la decisione - a fronte della immediata reazione di Banco BPM, che aveva deciso subito di muoversi contro la sospensione dell’operazione - di rivolgersi al TAR al fine di “sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità del golden power” e, tempo qualche giorno, di rinunciare in udienza al TAR alla richiesta di sospensiva.
Il nodo UniCredit in Russia, la stoccata di Orcel
Nel corso della Goldman Sachs European Financial Conference 2025, Orcel ha aggiunto che “se mi chiederanno di terminare le operazioni in Russia, la mia risposta è che abbiamo di fatto smesso di erogare prestiti lì nel 2022”.
Detto questo, “ devono spiegarmi esattamente cosa vogliono sulla Russia, visto che non possiamo fermare i pagamenti, dal momento che ci sono ancora aziende in Germania, Italia e Francia che sono ancora operative lì, e noi dobbiamo essere lì per loro ”.
Sul nodo Russia, Orcel ha spiegato che UniCredit ha all’attivo “800 o 900 milioni di prestiti rimasti”, facendo notare che, “se ho un mutuo di 20 anni, non posso accelerare più di così”. Ancora, ha ricordato il banchiere romano, “siamo scesi dell’85-90%” e “penso che sia abbastanza”.
Di fattto, “siamo passati da 25 miliardi a trimestre a 6 miliardi a trimestre”. Tra l’altro, ha precisato, “anche il Golden power indica che devo continuare a effettuare quei pagamenti perché le aziende in Germania, in Italia e in Francia continuano a operare lì e ne hanno bisogno”.
Non è mancata la stoccata forse non solo all’Italia, ma anche all’Europa, che continua a essere evidentemente molto permissiva con la Russia di Vladimir Putin: “ Continuiamo a comprare energia, materie prime dalla Russia, e questo è consentito . E quindi, come potrà una società pagare tutto questo se non esiste un sistema di pagamento?”.
Insomma, è stato l’appello di Orcel, il governo Meloni sia chiaro, e dia risposte e chiarisca cosa intende nel momento in cui dice di volere che UniCredit acceleri il suo percorso di uscita dalla Russia.
Di certo, ha rimarcato il CEO, UniCredit non si espone al rischio di pagare una “multa fino a 20 miliardi”, che potrebbe essere comminata nel caso in cui non decida di non rispettare le prescrizioni che sono state imposte dall’esecutivo.
Per quanto riguarda Commerzbank - proprio ieri UniCredit è stata costretta a incassare l’ennesimo no dalla Germania, stavolta del cancelliere Friedrich Mez - Orcel ha sottolineato che, a questi livelli, rilevare la seconda banca tedesca non sarebbe in questo momento una buona mossa.
L’offerta, di fatto, non creerrebbe valore per gli stakeholders: “No, a questo livello non vedremmo un valore per i nostri azionisti”, ha sottolineato l’AD ai microfoni della CNBC, aggiungendo al contempo che UniCredit è molto soddisfatta del “guadagno che abbiamo avuto con il 30%”.
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