OPS su Banco BPM, UniCredit fa ricorso al TAR su golden power. Tutta l’esasperazione di Castagna

Laura Naka Antonelli

23 Maggio 2025 - 12:35

L’annuncio di UniCredit, che rinuncia a condizione su Anima e fa ricorso al TAR. Castagna esasperato dalla saga: noi bloccati.

OPS su Banco BPM, UniCredit fa ricorso al TAR su golden power. Tutta l’esasperazione di Castagna

UniCredit ha annunciato la decisione di ricorrere al TAR contro le prescrizioni imposte dal governo Meloni attraverso l’esercizio del golden power sull’OPS lanciata dalla banca su Banco BPM.

Dal canto suo, in una intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore e pubblicata oggi, il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna non ha nascosto tutta la propria frustrazione per il nuovo capitolo della saga che vede coinvolte le due banche italiane: la decisione della Consob di accogliere la richiesta del numero uno di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, di sospendere l’offerta pubblica di scambio promossa su Piazza Meda per 30 giorni.

UniCredit annuncia ricorso al TAR su golden power

Così si legge nella nota appena diffusa da UniCredit, con cui la banca, oltre ad annunciare che farà ricorso al TAR, ha blindato la delibera della Consob, che ha congelato l’offerta presentata su Banco BPM e partita lo scorso 28 aprile.

“UniCredit conferma che in data 21 maggio 2025 la Consob ha notificato la sospensione per 30 giorni del periodo di Offerta ai sensi dell’articolo 102, comma 6, lettera b), del TUF. La data ultima per l’adesione all’Offerta sarà quindi il 23 luglio 2025. Tale sospensione è finalizzata a lasciare il tempo necessario per fornire agli investitori di UniCredit e di BPM informazioni chiare e adeguate, che consentano loro di valutare con cognizione di causa l’Offerta, tenendo conto dell’esercizio del golden power e delle relative prescrizioni di cui al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 18 aprile. UniCredit rimarrà impegnata nelle discussioni con gli organi governativi competenti per ottenere un riscontro conclusivo sulla portata e sull’interpretazione delle prescrizioni e, ove possibile, per trovare un percorso reciprocamente condiviso che soddisfi tutti i requisiti legali e normativi applicabili”.

Allo stesso tempo, ha comunicato la banca guidata da Orcel, al fine di “sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità del golden power così come applicato in questo caso ai sensi del diritto italiano e dell’UE, UniCredit presenterà a breve un ricorso al TAR del Lazio e supporterà l’UE nel suo esame della situazione ”.

Il motivo? “Indipendentemente dal suo esito, tale ricorso è una linea d’azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power al caso specifico ”.

Occhio tra l’altro a quelle punizioni che UniCredit rischierebbe anche di vedersi inflitte nel caso in cui non rispettasse quei paletti imposti dal governo Meloni.

UniCredit su Banco BPM post Anima. Le stoccate e la frase sul “depauperamento del capitale”

Per quanto riguarda invece la solidità della preda Banco BPM a seguito dell’acquisizione da parte della banca della SGR Anima Holding, UniCredit ha confermato oggi di “aver concluso un’approfondita valutazione dell’operazione, che si è basata in larga misura su analisi interne a causa della mancanza di una tempestiva e adeguata informativa trasparente da parte di BPM ”.

A seguito delle analisi interne effettuate è emerso che “è ora evidente che l’operazione Anima è stata realizzata a condizioni considerevolmente meno favorevoli di quanto precedentemente ipotizzato, in particolare: i) a un prezzo di acquisizione più elevato (da 6,2 a 7,0 euro per azione, pari a un aumento del 13%); ii) senza i previsti benefici sul capitale regolamentare associati al Danish Compromise”.

Non è mancata la stoccata contro i vertici del Banco: “La mancanza di un’informativa trasparente su questi punti durante la presentazione dei risultati trimestrali di BPM ha generato ulteriori preoccupazioni e un’assenza di chiarezza ”, si legge ancora nel comunicato, “affrontata solo attraverso l’analisi interna di UniCredit, che ha successivamente stimato, sulla base delle informazioni disponibili, che l’operazione ha comportato una riduzione sostanziale del capitale equivalente CET1 di BPM di circa 1,7 miliardi di euro, o 240 punti base, portando il rapporto CET1 dal 15,1% al 4° trimestre 2024 al 12,9% su base proforma al 1° trimestre 2025, come confermato da BPM solo dopo una specifica richiesta da parte di un investitore durante la sessione di Q&A sui risultati”.

Questo depauperamento del capitale riduce il rendimento dell’investimento per BPM, dal livello inizialmente previsto superiore al 50% a circa l’11%, con il rischio di ulteriore riduzione”.

“Premio ulteriormente aumentato”. Ma UniCredit rinuncia a condizione su Anima

Ciò comporta, ha sottolineato l’istituto guidato da Andrea Orcel, che “ il premio del 15% calcolato sul prezzo undisturbed di BPM è ora implicitamente aumentato , dato che Anima è stata successivamente eseguita a condizioni sostanzialmente peggiori di quelle inizialmente annunciate, distruggendo valore. Senza contare gli altri fattori che hanno influito positivamente sul premio calcolato sul prezzo undisturbed”.

Detto questo, “sebbene queste azioni significhino che per UniCredit il ritorno sull’investimento relativo all’operazione è ora diminuito, l’offerta soddisfa ancora i parametri finanziari di UniCredit”.

Di qui, l’altra decisione presa dalla banca:

“Pertanto, con l’intento di fornire chiarezza e certezza sia agli azionisti di UniCredit che a quelli di BPM, il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato la rinuncia alla condizione relativa all’operazione Anima (condizione A1.1(viii) e A1.1(iv) del documento di Offerta, con riferimento alle sole misure difensive approvate dall’assemblea degli azionisti di BPM del 28 febbraio 2025 in relazione all’acquisizione di Anima). L’Offerta, tuttavia, rimane soggetta all’esito delle verifiche in corso in relazione al procedimento golden power (incluse tutte le iniziative e le azioni in corso o imminenti) e all’esame antitrust, restando confermato che tutte le condizioni relative a tali autorizzazioni, nonché tutte le condizioni diverse da quelle specificamente rinunciate, rimarranno in essere ai sensi dei termini dell’Offerta. Pertanto UniCredit non è ancora in grado di prendere alcuna decisione definitiva in merito al completamento dell’operazione”.

UniCredit conclude il comunicato respingendo “in toto le accuse mosse da BPM nel suo comunicato stampa del 22 maggio 2025” e rimarcando che “l’obiettivo principale del team manageriale di UniCredit continua a essere l’esecuzione del piano UniCredit Unlocked e il conseguimento di una crescita proficua e di distribuzioni superiori e sostenibili agli azionisti ”.

Non manca la precisazione finale che dimostra come il perseguimento di qualsiasi operazione di risiko debba essere un acceleratore di crescita e non un must. “La disciplina è fondamentale e le operazioni saranno eseguite solo se soddisfano i rigorosi parametri finanziari del gruppo ”.

Tutta la rabbia di Castagna, il CEO del Banco sbandiera dividendi e rimarca: OPS a sconto

Nel frattempo si è fatto sentire il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna, che ha detto la sua nell’intervista pubblicata oggi da Il Sole 24 Ore, sottolineando quanto ha detto per mesi, da quando l’OPS di UniCredit su Banco BPM è stata annunciata lo scorso 25 novembre 2024: quell’offerta è a sconto.

Altro che premio salito ora al 40-50%, secondo quanto ha detto ultimamente Andrea Orcel: “L’OPS è nata sostanzialmente senza premio ed è sempre stata a sconto rispetto ai prezzi di mercato ”. Questo, “mentre nelle ultime due precedenti operazioni straordinarie comparabili (Intesa su UBI e Agricole su Creval), il premio è stato del 45% circa”.

Sbandierati di nuovo i dividendi di Banco BPM. Castagna ha ricordato infatti a Il Sole 24 Ore il “ rendimento in termini di dividendo cash tra i più elevati a livello europeo, con 6 miliardi di dividendi previsti fra il 2024 e il 2027 ” e il fatto che, in caso di successo dell’OPS, gli azionisti di Banco BPM sarebbero i grandi sconfitti. “In termini di valore i nostri azionisti perdono circa 2,5 miliardi, mentre per gli azionisti di UniCredit si genera un beneficio di 7,5 miliardi”.

Tutto, mentre l’attesa per quella che potrebbe essere la decisione finale di Orcel, che non ha escluso l’opzione di ritirare l’OPS, non sta facendo altro che bloccare la banca che, pur rimarcando la sua strategia stand alone, potrebbe magari anche vestire i panni della protagonista di una eventuale partita di risiko bancario. “ Siamo di fatto bloccati per otto mesi , mentre là fuori c’è un riassetto in cui potremmo legittimamente mostrarci come un protagonista del sistema bancario”.

Focus sul trend delle azioni UniCredit (UCG) e Banco BPM (BAMI) a Piazza Affari

Occhio intanto al trend delle azioni UniCredit e Banco BPM, quotate entrambe sul FTSE MIB di Piazza Affari.

Ieri gli analisti di Equita SIM hanno commentato la decisione della Consob di sospendere l’OPS di UniCredit su Banco BPM scrivendo che, “a nostro avviso, la notizia conferma la volontà di Unicredit di andare avanti con l’operazione e apre spazio per interlocuzioni con il governo, al termine delle quali verrà valutata la sussistenza o meno delle condizioni necessarie per la prosecuzione dell’offerta”.

Gli esperti della SIM milanese hanno confermato il rating Buy su UniCredit con target price a 60 euro e il giudizio hold su Banco BPM con target price a 9,3 euro.

Perché per Banco BPM il congelamento dell’OPS deciso dalla Consob è “provvedimento abnorme”

Nel reagire alla decisione della Consob di congelare l’OPS di Piazza Gae Aulenti, Banco BPM ha già diramato un comunicato nella giornata di ieri confermando quanto riportato in precedenza da alcune fonti di mercato, ovvero che, a suo avviso, “ si tratta di un provvedimento abnorme e in contrasto con la prassi dell’Autorità medesima che non tiene in alcun conto degli interessi della Banca, del mercato e degli azionisti di BBPM. Conseguentemente, la Banca adotterà ogni opportuna iniziativa presso le sedi competenti”.

Nell’intervista a Il Sole 24 Ore, Castagna ha confermato che “siamo rimasti estremamente sorpresi dal provvedimento Consob tanto che faremo ricorso al Tar per difendere le nostre ragioni”.

I motivi della presunta gravità della decisione della Consob sono stati così elencati da Banco BPM:

  • Ai sensi di legge, essa (la sospensione) deve essere disposta solo in caso di “fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull’offerta” mentre l’eventualità che il Decreto Golden Power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall’offerente sin dall’annuncio dell’OPS, tant’è che costituiva una delle condizioni di efficacia della stessa. Inoltre, non si ritiene possano costituire un fatto nuovo – tale da legittimare una sospensione dell’OPS – le iniziative, peraltro mai comunicate finora al mercato, che unilateralmente UniCredit ha ritenuto di avviare nei confronti della Presidenza del Consiglio.
  • Dalla Delibera Consob si apprende che UniCredit ha comunicato all’Amministrazione competente per il monitoraggio l’impossibilità di adempiere alle prescrizioni del Decreto Golden Power; tale circostanza – anch’essa mai resa nota da UniCredit al mercato – dovrebbe di per sé determinare la decadenza dell’OPS.
  • La durata complessiva dell’OPS già risultava - considerato peraltro che il periodo di adesione era stato fissato nel massimo possibile previsto dalla legge – significativamente più lunga rispetto a operazioni comparabili e l’estensione di 30 giorni aggrava ulteriormente la limitazione operativa e strategica in cui si trova la Banca per effetto della passivity rule sin dal mese di novembre, a danno di tutti i propri stakeholder.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO