Messa sotto assedio dalle prescrizioni imposte dal governo Meloni, UniCredit sta esplorando la strada della sospensione dell’OPS su Banco BPM. Ma l’esito è incerto.
Sospendere, previa autorizzazione della Consob, l’OPS lanciata su Banco BPM: fino a che punto la nuova strada che UniCredit sta vagliando è percorribile?
Stando ad alcune indiscrezioni, il CEO di Piazza Gae Aulenti Andrea Orcel starebbe contemplando l’opzione di sospendere l’offerta al fine di avere più tempo per cercare di capire come muoversi di fronte alle prescrizioni che sono state imposte a UniCredit dal governo Meloni, nell’ambito dell’esercizio del golden power. Prescrizioni pesanti, che rischiano di portare Piazza Gae Aulenti a gettare la spugna sul Banco.
Motivo per cui, invece di mollare l’osso, Orcel avrebbe già contattato la Consob.
UniCredit vaglia opzione congelamento OPS su Banco BPM. La richiesta alla Consob
La Stampa, che ha inizialmente riportato i rumor, ha spiegato che la richiesta della sospensione dell’OPS si basa sull’articolo 102, comma 6-b, del Testo Unico della Finanza, che consente di congelare un’offerta pubblica di acquisto “per un periodo non superiore a 30 giorni, qualora emergano fatti nuovi o non precedentemente resi noti che impediscano ai destinatari di esprimere un giudizio informato sull’offerta”.
Milano Finanza ha scritto che sulla richiesta di sospensiva la Consob potrebbe esprimersi già in settimana.
Ma la strategia si scontra già da ora con un grande dubbio: fino a che punto le prescrizioni imposte dal governo Meloni all’OPS corrispondono a “ fatti nuovi o non precedentemente resi noti ”, tali da portare la Consob ad accogliere la richiesta di Orcel?
Countdown verdetto Consob. Ma gli esperti avvertono, strategia UniCredit non facile
Del caso ha parlato, interpellato da LaPresse, Luca Picotti, avvocato e autore, membro dell’Osservatorio Golden Power, sottolineando che “ si tratta di un sentiero inesplorato , dal momento che un esercizio dei poteri speciali tramite prescrizioni ambigue in un’offerta pubblica di scambio di questo tipo non si era mai visto. Non risultano pertanto precedenti cui affidarsi ”.
Picotti ha fatto riferimento a un “profilo controverso”, sottolineando che, se da un lato “è vero che la potenziale futura convivenza con tali, in parte inaspettate, prescrizioni (imposte dal governo Meloni) può incidere sulla informazione degli azionisti della target (Banco BPM), nel senso di non consentire ai destinatari di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta o comunque di rendere più difficile la maturazione di tale giudizio - prodromico alla decisione se aderire o meno, dall’altro lato, l’esercizio dei poteri speciali (golden power) risale al 18 aprile e si tratta di una fattispecie fisiologica contemplata nello stesso documento d’offerta quale condizione di efficacia, tale da permettere di rinunciare all’operazione, qualora la condizione del via libera golden power in assenza di prescrizioni invasive non sia realizzata, come nel caso di specie”.
Dunque, ha spiegato Picotti a LaPresse, “si è all’interno di qualcosa che fa già parte della procedura con le relative previsioni e rimedi”. Di conseguenza, “trasformare un’ipotesi già contemplata, sebbene non auspicata nè esattamente prevedibile nei contenuti concreti, in un fatto nuovo o ignoto, non sarà una strada facile ”.
Anche fonti finanziarie contattate contattate dall’Adnkronos hanno confermato che la richiesta inoltrata da UniCredit alla Consob, volta a congelare l’OPS, rischia di avere un esito incerto, in quanto “da un lato il golden power non può essere considerato un fatto nuovo, visto che rientra tra le condizioni di efficacia a cui l’offerta è subordinata”. Vero anche, hanno ammesso le stesse fonti, che “la modalità di esercizio, caratterizzata dalla pervasività e dalla natura restrittiva delle condizioni imposte, potrebbe costituire un elemento di novità sostanziale, tale da incidere concretamente sulla capacità degli investitori di formulare un giudizio informato”. Tra l’altro, vale la pena di segnalare anche le eventuali punizioni che il governo Meloni infliggerebbe a Piazza Gae Aulenti, nel caso in cui quelle prescrizioni, che hanno a che fare anche con i BTP, non venissero rispettate.
Banco BPM presenta campagna no OPS UniCredit, le frasi sullo sconto e sui dividendi
Nel frattempo, Banco BPM è tornata a difendere la propria indipendenza, lanciando una vera e propria campagna per il no a UniCredit, con la pubblicazione, direttamente sul proprio sito istituzionale, di tutte le ragioni che giustificano il suo no all’OPS di Piazza Gae Aulenti.
L’obiettivo è quello di convincere i suoi azionisti a bocciare l’offerta di UniCredit che, partita lo scorso 28 aprile, ha come data di scadenza quella del prossimo 23 giugno e che finora, considerando le richieste di adesione all’OPS inoltrate nella giornata di ieri, lunedì 19 maggio, (7.231 in tutto), sono arrivate a 258.980, pari al 0,017092% delle azioni oggetto dell’OPS.
Nel rispondere in modo esauriente alla domanda “Perché l’OPS promossa da UniCredit non conviene all’azionista Banco BPM”, l’istituto di credito ha segnalato in primis lo sconto dell’offerta di Orcel, rimarcando che il cosiddetto “«premio» riconosciuto è pari allo 0,5% rispetto al prezzo dell’azione Banco BPM alla data prima dell’annuncio dell’OPS” e aggiungendo che, “dalla data di annuncio dell’operazione, il corrispettivo è sempre stato a sconto rispetto al prezzo dell’azione Banco BPM ”.
Giusto per avere un metro di paragone, BAMI ha ricordato che “nelle ultime due precedenti operazioni straordinarie italiane comparabili, il premio è stato del 45% circa ”.
Tra gli altri motivi del grande no, la capacità di Banco BPM di perseguire una strategia stand alone: “Banco BPM è presente nelle aree geografiche più dinamiche del Paese e può contare su un modello di business diversificato, che la rende quindi meno esposta ai tassi (proventi non da interessi pari al 50% circa del totale ricavi attesi nel 2027). Al contrario, UniCredit è esposta al rischio Paese Russia, da considerare anche tenendo conto dei requisiti imposti da BCE e dalle prescrizioni previste dal Provvedimento Golden Power, e presenta un’incidenza dei proventi non da interessi sul totale dei ricavi attesi nel 2027 da consensus pari a circa il 42% ”.
Non poteva mancare il riferimento ai dividendi, in particolare alla ghiotta remunerazione che gli azionisti di Piazza Meda continuerebbero a ricevere dal Banco, a fronte di cedole, in caso di successo dell’operazione di M&A con UniCredit, che potrebbero invece essere minacciate da una eventuale erosione del capitale in eccesso dell’offerente, alle prese anche con le partite Generali e Commerzbank.
Così la banca gestita dal CEO Castagna:
“Banco BPM ha un rendimento in termini di dividendo cash tra i più elevati a livello europeo (10,8% nel 2024), con Euro 6 miliardi di distribuzioni previste fra il 2024 e il 2027, corrispondenti a circa Euro 1,0 per azione su base annua e pari a oltre il 40% della capitalizzazione di mercato. In relazione a UniCredit, non si può escludere che i recenti investimenti straordinari effettuati dalla banca (i.e. Commerzbank e Assicurazioni Generali) e i relativi possibili sviluppi, unitamente a possibili evoluzioni della presenza in Russia, possano riverberarsi negativamente sull’eccesso di capitale del Gruppo e, quindi, sulla remunerazione attesa degli azionisti nei prossimi anni”.
La strada dell’OPS di UniCredit su Banco BPM si fa insomma sempre in salita, tra il governo Meloni che, a quanto pare, non sarebbe affatto disposto ad allentare le prescrizioni che ha deciso di imporre all’OPS di UniCredit, comprensive anche del noto diktat sui BTP, e la posizione della preda, che continua a fare pressing sui soci affinché non aderiscano all’OPS. Detto questo, Orcel ha ribadito più volte come il successo dell’operazione non sia un obiettivo da perseguire a tutti i costi.
Il trend delle azioni UniCredit e Banco BPM a Piazza Affari
Focus intanto sul trend delle azioni di UniCredit e Banco BPM, scambiate sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari.
Rimane decisamente brillante la performance di breve, medio e lungo periodo delle azioni UniCredit, che hanno esteso i guadagni dell’ultima settimana e dell’ultimo mese di contrattazioni rispettivamente a +3,64% e +14,65%.
YTD, ovvero dall’inizio del 2025, la performance dei titoli UCG è di un rally di quasi +49%, mentre su base annua le azioni viaggiano a un valore superiore di quasi +57%. Impressionante la corsa delle azioni negli ultimi tre anni di contrattazioni, pari a uno scatto superiore a +475%.
Stanno perdendo invece colpi nel breve periodo le azioni di Banco BPM che, nell’ultima settimana, sono scivolate di quasi il 4%.
Nell’ultimo mese le azioni hanno guadagnato quasi il 7%, salendo di quasi +27% YTD e di oltre +50% nell’ultimo anno. Negli ultimi tre anni di contrattazioni, la performance delle azioni BAMI è stata decisamente positiva, superiore a +232%.
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